È raro che un MILANESE vada in GITA a BERGAMO

La città d'arte più vicina a Milano ma anche una delle meno visitate dai milanesi

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Milano vista da Bergamo - Scatto di Moris Lorenzi (c)

L’estate è finita. Ci siamo lasciati alle spalle mari, montagne, laghi, campagne e siamo tornati alla vita di tutti i giorni fatta di lavoro, figli e attesa per le nuove vacanze. Non è una frase fatta, ma da un’indagine recente è venuto fuori che l’italiano (la maggior parte), una volta tornato dalle ferie, studia ossessivamente il calendario in cerca di ponti per programmare nuove avventure vacanziere. Nel frattempo, durante questa ricerca, si punta ai weekend e bisogna dire che in qualunque parte tu viva, non è così difficile trovare posti vicini altrettanto affascinanti dove trascorrere almeno un giorno di ferie e di riposo.

È raro che un MILANESE vada in GITA a BERGAMO

Noi milanesi, tutto sommato, in questo siamo molto fortunati. Milano si trova in una posizione geografica ideale dalla quale si possono raggiungere laghi, montagne e luoghi culturali. La città più curiosa e affascinante più vicina a Milano è Bergamo e dopo quest’articolo credo non penserete più che sia raro che un milanese vada in gita a Bergamo.

# Mezz’ora da Milano

Credits: @igbergamo IG
Bergamo

La città di Bergamo (o Berghem come viene chiamata dai suoi abitanti) dista da Milano circa una mezz’ora di viaggio. Le origini del suo nome sono ancora misteriose e numerose e ancora oggi sono al vaglio studi a riguardo. Di certo la sua area è abitata dai tempi dell’età del ferro da popolazioni degli Orobi, Celti-Liguri e Germaniche. Come la maggior parte dell’Italia, anche Bergamo (al tempo chiamata Bergomum) fu possedimento dell’impero Romano che vide nel territorio un luogo ideale di benessere e prosperità. Caduto l’impero, Bergamo fu ripetutamente invasa e saccheggiata dai barbari che si succedettero alla conquista del territorio italico (Visigoti, Unni, Ostrogoti, Bizantini…).

# I fasti sotto la Serenissima

Da allora Bergamo non riesce più a tornare ai fasti imperiale e bisogna aspettare il 1428, quando diventa parte della Serenissima Repubblica di Venezia che gli concede ampie autonomie e lascia sopravvivere le antiche magistrature locali e le istituzioni politiche. Sempre durante la dominazione veneziana vengono apportate delle modifiche al Palazzo Comunale, viene realizzata Piazza Mascheroni, sistemata l’attuale Piazza Pontida, aperto il porticato del Palazzo della Ragione, insomma in questo periodo, la città diventa un luogo importantissimo per artisti e architetti dell’epoca.

# Da Città dei Mille a Patrimonio mondiale Unesco

Credits: @comunedibergamo IG
Città alta Bergamo

Facciamo un salto enorme e giungiamo alle soglie dell’unità d’Italia, quando nel 1857 viene inaugurata la ferrovia che collega la parte bassa con quella che viene definita Città Alta. L’unità d’Italia rappresenta un vanto per la città che viene anche chiamata Città dei Mille, dato l’alto numero di bergamaschi che parteciparono alla spedizione unitaria di Garibaldi. Così come durante la prima guerra mondiale, saranno numerosi i bergamaschi che si uniranno alle truppe alpine impegnate al fronte. Terminato il grande conflitto, Bergamo vive un periodo di grandi trasformazioni urbane. Viene completamente stravolto e modificato il centro cittadino, viene costruito il palazzo della banca d’Italia, della Camera di Commercio e del palazzo di Giustizia. Viene inaugurato lo stadio dell’Atalanta e viene costruita la torre dell’autostrada, che ancora oggi è visibile. Sicuramente il grande vanto di Bergamo è la celebre Città Alta che viene insignita nel 2017 come patrimonio mondiale dell’Unesco.

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# Non solo Città Alta

Credits: @comunedibergamo
Bergamo

Sebbene la parte alta della città risulta uno dei posti più incantevoli e visitati in Italia, anche la parte bassa offre la possibilità di ammirare monumenti significativi e nuclei storici che, ancora oggi, conservano un fascino storico immutato nel tempo. Anche perché Bergamo, durante la seconda guerra mondiale, non ha subito grossi bombardamenti, è stata in qualche modo “graziata” e questo ha fatto sì che la sua storia sia stata conservata in tutto il suo splendore.

# Perchè andare in gita a Bergamo

Credits: @bergamounica
Bergamo

È vero, Bergamo per anni è stata una meta poco gettonata, forse anche per il luogo comune che sia una città di magüt (non me ne vogliano gli amici bergamaschi) dediti al lavoro manuale e abili a costruire case e abitazioni a tempo di record. Io stesso, per anni non sono mai andato a Bergamo perché non sentivo quell’attrattiva che mi spingeva verso altri lidi. L’unico mio collegamento con la zona era la val Seriana, dove da anni trascorro momenti di svago e ferie e detto ciò, è innegabile notare che nelle valli circostanti (Brembana, Seriana, Imagna) la maggior parte dei villeggianti sono milanesi.

Attratti dalle bellezze naturali, ma anche da una distanza da Milano veramente minima (solo un’ora scarsa per arrivarci). Ed è quindi, soprattutto, grazie a queste valli e ai suoi luoghi di villeggiatura che i milanesi hanno scoperto Bergamo, per scoprire che di cose da vedere ce ne sono tante sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista culinario e movida (da provare l’happy hour di Tassino Café), oltre alla classica Città Alta.

Anche dal punto di vista lavorativo, artistico, la città offre una miriade d’iniziative e sono numerosi gli studi d’arte, quelli fotografici, piccoli studi televisivi che rendono la città, un luogo frenetico ricco di opportunità. Per chi non ci fosse mai andato…è da scoprire!

Continua la lettura con: 10 POSTI POCO CONOSCIUTI vicino Milano per una gita fuori porta (MAPPA)

MICHELE LAROTONDA

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Michele Larotonda
Direttore de Il BARNABÓ, un blog d’informazione di attualità e cultura pop. Ha scritto e diretto cortometraggi che hanno avuto visibilità in manifestazioni specializzate a Milano,Roma e Varese. Autore del format I DUE DELLA STANGATA andato in onda su Radio 2.0. Ha scritto tre romanzi, Il Sognoscuro (Link Edizioni, 2018), Da un’altra parte (Pav Edizioni, 2020) e Tutto quello che non ti ho detto (Pav Edizioni. 2023). Sito web: www.ilbarnabo.it