Quali sono i CARTONI ANIMATI preferiti dai MILANESI?

Preparate i fazzoletti, la nostalgia vi travolgerà…come un’alabarda spaziale!

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La tecnologia ha fatto passi da gigante soprattutto nel campo dei cartoni animati, ma come dimenticare i cari vecchi anni ’80? Proprio in questo periodo la televisione diventò una tavolozza di colori sgargianti e iniziò a trasmettere svariati cartoni animati di tutti i tipi che noi millennial non possiamo che ricordare con gioia e malinconia.
Ma quali sono quelli che più amavamo da piccoli, sia a Milano che nel resto d’Italia?

PS: Preparate i fazzoletti, qui la nostalgia vi travolgerà… Come un’alabarda spaziale!

Quali sono i CARTONI ANIMATI preferiti dai MILANESI?

#1 Lupin, il ladro per antonomasia

Credits: nospoiler.it

Il caro, vecchio intramontabile birbante francese, nato dalla raffinata penna di Maurice Leblanc, è e resterà uno dei cartoni più amati dai ragazzi del Belpaese e non solo. Amatissimo dal Centro Sud, a Milano era discretamente apprezzato, soprattutto per la furbizia nel mettere a segno i suoi colpi, ma anche per la simpatica imbranataggine mentre tentava approcci erotici con la bella Margot.

#2 Goldrake, l’androide dall’animo milanese

Credits: justnerd.it

Sui robot potremmo aprire un capitolo veramente interminabile. Fra mille androidi, automi e navicelle spaziali, Goldrake resta però certamente il più amato dei cartoni animati “spaziali” in tutto il Nord Italia. Mentre da altre parti (riportano le cronache dell’epoca) erano più celebri Voltron, Daitarn e soprattutto Mazinga, Goldrake è stato certamente molto più meneghino di tanti colleghi e vero antesignano di un eclettismo alla milanese. Se per caso non ve lo ricordate, infatti, era quello del “Mille armi tu hai / Non arrenderti mai…”

#3 Holly e Benji, un classico intramontabile che ci teneva ore davanti alla tv

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Qui dobbiamo allontanarci un po’ da Milano. Holly e Benji era seguitissimo ovunque, perché tutti i bambini italiani o quasi, almeno una volta nella vita, hanno rincorso un pallone in un prato. Amatissimo a Roma e praticamente una filosofia di vita a Napoli, il duo del pallone giapponese ha fatto sognare migliaia di giovani calciatori. Ma a Milano, forse per provare a distinguersi anche in questo, andavano fortissimo cartoni di altri sport. Ad esempio, come dimenticare Tutti in campo con Lotti (golf) o Mila e Shiro – Due cuori nella pallavolo?

#4 Gigi la trottola, il pragmatismo e la vivacità racchiusi in un piccolo furbacchione

Pioniere del trasformismo, primo latin lover animato e campione in tutti gli sport, Gigi era un adorabile furbacchione con la capacità di prendere forme e attitudini a seconda del contesto. Giovane, simpatico e all’occorrenza sfacciato. Praticamente un artefice del pragmatismo alla milanese. Facile capire come dalle parti di Roma preferissero i più “rotondi” Doraemon o Mago Pancione, spassosissimi rappresentanti di lentezza e pigrizia che a volte, anche se non sempre, la capitale d’Italia mostra rispetto a Milano.

#5 Carletto il principe dei mostri, il tuttofare dalla bizzarra compagnia

Solo un mix geniale della coppia di fumettisti Fujiko Fujio (autori anche di Doraemon) poteva concepire un manga spettacolare come Carletto, il bambino con berretto da baseball e orecchie a sventola più guastafeste che ci fosse. Proprio come un milanese tuttofare, si circondava di spassosi e curiosi personaggi dalle “competenze” più variegate.
Da Frankenstein al Conte Dracula, passando per Hiroshi e l’Uomo Lupo, nel portfolio di Carletto si poteva trovare qualunque aspetto dell’animo umano… Pardon, dell’animo di un gruppo di mostriciattoli.

E a voi, milanesi e non, signorine e maschietti, quali erano i cartoni animati che amavate di più? Raccontateci un po’ della vostra infanzia!

CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).