MILANO IN UN’ORA per collegarsi ai suoi DINTORNI DA FAVOLA

Invece di scopiazzare modelli di decenni fa con la città in un quarto d’ora, perchè non valorizzare l'identità di Milano? La caratteristica è quella di essere vicina a luoghi meravigliosi. Ecco come andrebbe ripensato il modello "Milano" del post pandemia

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Credits: @rivetto1990 IG

Il concetto della “città in 15 minuti” è stato copiato da Parigi, ma forse è riduttivo per la nostra città, la cui caratteristica distintiva è essere vicina a luoghi meravigliosi e crocevia tra Europa e Mediterraneo. Ecco come andrebbe ripensato il modello “Milano” del post pandemia secondo l’opinione del vicepresidente di Assolombarda Antonio Calabrò.  

Invece di scopiazzare con la città in un quarto d’ora: MILANO IN UN’ORA per collegarsi ai suoi DINTORNI DA FAVOLA

# La “città in 15 minuti” copiata da Parigi, un’impostazione poco adatta al contesto milanese

Credits: @rivetto1990 IG

Il mantra del Sindaco Sala per la nuova Milano post-Covid è quello della “città in 15 minuti” mutuata dall’idea del Sindaco di Parigi, che è stata poi ripresa anche da Barcellona, Copenaghen e altre metropoli europee. Alla base di questa concezione di vivibilità della città c’è la prossimità, che per Milano significa: “la riscoperta dei quartieri, il piacere delle relazioni di prossimità nei piccoli supermercati e nelle botteghe rivalutate e rimodernate, i dialoghi nelle piccole librerie e gli incontri negli spazi di comunità, nei dintorni di piazze tornate a vivere”. 

Questa impostazione soffre di due limiti se applicata a Milano. Il primo è quello che si adatta bene a città policentriche ma a Milano, città che da sempre è focalizzata sul centro, rischia di creare dei ghetti per tenere lontano dal centro chi vive in zone periferiche. Il secondo limite è che non valorizza invece la caratteristica distintiva di Milano che, rispetto alle altre città italiane e metropoli europee, si trova al centro di un’area ricca di luoghi meravigliosi raggiungibili in un’ora di auto, treno e persino aereo.

# Il modello “Milano in un’ora” per far rinascere la città dopo la pandemia

Forte di Bard

Ecco quindi che un modello migliore per rilanciare la nostra città dovrebbe essere quello di “Milano in un’ora”, come ipotizzato dal giornalista e vicepresidente di Assalombarda Antonio Calabrò.  Questo perché Milano è una metropoli legata ai territori circostanti, aperta e dialogante, europea e mediterranea allo stesso tempo. Il suo punto di forza è la facile raggiungibilità di alcuni dei borghi più d’Italia, del Lago di Garda e di Como, del Lago Maggiore e delle Isole Borromee, delle Alpi e degli Appennini. In un’ora di treno si collega a Torino, Bologna, Verona e nei prossimi anni alla Liguria, in 60 minuti di aereo alla Sardegna e alla Sicilia, in poco più di un’ora a Francoforte, Monaco, Parigi, Londra e Barcellona.

Inoltre dai comuni dell’hinterland, dai borghi e dalle province circostanti della Lombardia e delle regioni limitrofe del Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Veneto, arrivano nella metropoli quotidianamente milioni di pendolari. Nel post pandemia probabilmente si ridurrà la frequenza di tali spostamenti, con studenti, giovani famiglie e professionisti che sfrutteranno la possibilità dello smartworking e sceglieranno la città solo in alcuni giorni e per il tempo libero.

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Fonte articolo: Huffington Post

# Serviranno investimenti su sostenibilità, qualità della vita e trasporto pubblico

Credits: mylink.it – Traffico treni in Lombardia

Per questo motivo Milano dovrà investire sulla sostenibilità, sul migliorare qualità della vita, dell’aria e del verde, sulla socialità, per diventare un luogo dove desiderare di venire per svago e interessi culturali e non dove essere obbligati ad esserci per motivi di lavoro. Il trasporto pubblico sarà una delle chiavi di questo processo, sarà necessaria una cura del ferro all’interno dell’area metropolitana con un servizio più efficiente, sicuro e linee dedicate, mezzi moderni e stazioni accessibili, orari più estesi e un’integrazione totale con le linee metropolitane che dovranno sempre più spingersi verso l’esterno e avere dei tracciati circolari, ad oggi inesistenti, per interscambiare le linee radiali.

Ma soprattutto quello che forse serve di più a Milano è di togliere quell’atteggiamento provinciale di imitare le altre in modo passivo rinunciando a essere lei stessa motore di innovazione, centrando gli interventi sulla valorizzazione delle sue caratteristiche distintive. 

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