La “CRISI della CASA” può essere RISOLTA? Circa 11.000 le case POPOLARI VUOTE a MILANO

Quasi 18.000 famiglie aspettano un'abitazione, a cui si aggiungono quelle sotto sfratto o con un'esecuzione in corso. Ma sono oltre 15.000 le case popolari vuote o da liberare. Perché non risolvere il problema in modo immediato?

0
Credits Andrea Cherchi - Periferia Milano

A Milano la crisi abitativa è un problema presente da anni e che fatica a trovare una soluzione nonostante gli interventi messi in campo. Vediamo come potrebbe essere risolta in modo relativamente semplice.

La “CRISI della CASA” può essere RISOLTA? Circa 11.000 le case POPOLARI VUOTE a MILANO

# 11.000 appartamenti vuoti tra sfitti e inagibili

Credits Andrea Cherchi – Periferia Milano

Secondo gli ultimi dati dell’Unione inquilini-CubNel a Milano “sono attualmente oltre 17.500 le famiglie in attesa di casa popolare e almeno 10.000 le famiglie sottoposte a sfratto o esecuzione immobiliare, a fronte di meno di 1.000 alloggi all’anno assegnati”. Un dato importante tenendo conto sono circa 11.000 gli alloggi Aler e Mm totalmente vuoti, con una quota maggiore a carico della prima, su un totale di circa 58.000. 

Perché quindi molti milanesi non hanno una casa? Una parte di quelle disponibili è inagibile, circa il 30%, l’altra è semplicemente sfitta. 

# Altri 5.000 gli alloggi da liberare

Credits: milanoallnews.it – Corvetto

A questi 11.000 appartamenti se ne sommano circa 5.000 che dovrebbero essere liberati per “decadenza economica”, poiché i proprietari nel tempo hanno superato la soglia Isee prevista per godere dei benefici di una casa popolare ma continuano a viverci. In un numero minore, nell’ordine di qualche centinaio, ci sono anche abitazioni sulle quali pende un “decreto di rilascio” che è esecutivo sin dal momento della firma. In questo caso hanno perso il diritto ad abitarci per varie illegalità: subaffitti, alloggi lasciati vuoti per oltre 6 mesi (magari perché si ha una casa altrove), subentri o ospitalità non dichiarati, abitazioni utilizzate per spaccio o prostituzione. 

# Assegnazioni rallentate per problemi amministrativi, economici e interessi politici

Credits: clubmilano.net – Quarto Oggiaro

A ben vedere quindi non esiste solo il problema dell’occupazione abusiva. In confronto alle casistiche sopra elencate, gli alloggi abusivi appaiono davvero come un problema marginale. La lenta assegnazione delle case popolari è sempre stata imputata all’abusivismo, quando in realtà, il numero delle abitazioni occupate è decisamente inferiore rispetto a quelli che dovrebbero essere liberi ma inagibili o sfitti. Quelli in carico a MM, sui circa 28.000 totali, nel 2021 erano scesi sotto quota 800. 

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Alla base della crisi abitativa ci sono quindi problemi di tipo burocratico e amministrativo che non consentono di rendere disponibili gli immobili in tempi ragionevoli, nel triennio 2018-2021 sono stati ristrutturati e assegnati appena 3.000 immobili da parte di MM per conto del Comune di Milano e il prossimo lotto sarà di 300, numeri ancora minori da parte di Aler. 

A questo si aggiungono le difficoltà economiche, nel far fronte alle spese di ristrutturazione degli immobili da assegnare, e infine la politica che da anni utilizza l’abusivismo come capro espiatorio per questioni elettorali. I quartieri popolari assicurano infatti moltissimi voti durante le elezioni e alterarne gli equilibri può essere una mossa controproducente.

Continua la lettura: Il NUOVO PIANO CASA del Comune: riuscirà a sconfiggere il CARO AFFITTI?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

Articolo precedenteQuello che i MILANESI NON dovrebbero fare nel resto del MONDO
Articolo successivoIl percorso da fare in BICI più BELLO d’Europa
Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.