🛑 #IOAPRO: venerdì 15 la protesta simbolica. Chi sono, chi partecipa, cosa succederà, cosa si rischia?

Il 15 gennaio partirà un gesto di disobbedienza civile, che durerà tre giorni, senza però trasgredire le norme: i locali resteranno aperti e clienti si siederanno ai tavoli ma non consumeranno. Ecco i dettagli dell'iniziativa

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Credits: scattidigusto.it

Molti ristoratori sono in ginocchio. Hanno deciso di contestare i divieti imposti dal nuovo Dpcm lanciando la campagna #ioapro. Il 15 gennaio partirà un gesto di disobbedienza civile, che durerà tre giorni, senza però trasgredire le norme: i locali resteranno aperti all’ora di cena consentendo ai clienti di sedersi ai tavoli fino alle 22 ma senza consumare. Ecco i dettagli dell’iniziativa.

#IOAPRO: venerdì 15 la protesta simbolica. Chi sono, chi partecipa, cosa succederà, cosa si rischia?

# Cosa prevede l’iniziativa di disobbedienza civile dei ristoratori #IoApro dal 15 al 17 gennaio

Con l’iniziativa #IoApro i ristoratori vogliono far sentire la propria voce e contestare le norme inserite nell’ultimo Dpcm che prevedono la chiusura di bar e ristoranti, con il probabile stop anche all’asporto dopo le ore 18. I locali che aderiscono resteranno aperti anche a cena lasciando sedere le persone senza consumare, ma non oltre le 22 e per eventuali sanzioni che dovessero essere comminate a esercenti e clienti è previsto il supporto di un team legale.

La rivolta via social partita da un’idea di Maurizio Stara, titolare del pub “Red Fox” di Cagliari, che ha lanciato un appello su Facebook:
Non spengo più la mia insegna, io apro. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19. Ai partecipanti è richiesto di accomodarsi al tavolo assegnato (non più di 4 persone per tavolo) e di rimanere seduti e composti. La mascherina andrà indossata per accedere al locale e per alzarsi per qualunque motivo. Una volta seduti potrà essere tolta, piegata e messa via. Non sarà possibile somministrare cibi e bevande, quindi consumarle in loco. Vi chiediamo di passare una mezz’ora con noi e di pubblicare un selfie con gli hashtag #nonspengopiùlamiainsegna e #ioapro taggandovi all’interno dal locale. Tutti i partecipanti verranno omaggiati con un piccolo ringraziamento d’asporto per la collaborazione. Grazie per il supporto“.

# Sono 50.000 i ristoratori che hanno aderito all’iniziativa, in più di 50 città in tutta Italia

Il tam tam sui social è fortissimo, tanto che saranno previste adesioni in tutta Italia, anche a Milano. Si parla di circa 50.000 ristoratori coinvolti. A plaudere all’iniziativa anche la Fipe Commercio, organizzazione di categoria di bar, ristoranti e locali d’intrattenimento, per voce del presidente Roberto Calugi: “Io credo che il governo farebbe bene ad iniziare la settimana controllando il territorio invece di massacrare un settore che invece è già di suo massacrato. È il caso di dire “basta”, la misura è colma. Se il governo vuole vedere centinaia di migliaia di persone che vengono in piazza a protestare verso modalità che sono incomprensibili, allora questo è il modo giusto. Non ne possiamo veramente più. Nessuno ci coinvolge e la mattina ci vediamo le notizie sui giornali.

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Fonte articolo: MiTomorrow

# Cosa rischiano i partecipanti: fino a 1.000 euro di multa per esercenti e clienti e chiusura del locale fino a 30 giorni

Il rispetto delle norme anti-Covid non esclude l’intervento delle forze di polizia che infatti potranno sanzionare esercenti e clienti in base a quanto confermato nell’ultimo Dpcm. Le violazioni delle misure restrittive imposte potranno esser punite con una sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro, suscettibile di essere applicata sia agli esercenti che ai consumatori. Per quanto riguarda le categorie rappresentate, con la sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni, oltre a eventuale configurazione a carico dei trasgressori di gravi ipotesi di reato, come i delitti colposi contro la salute pubblica previsti dall’art. 452 c.p.

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.