I misteri della SEDIA del DIAVOLO di Roma

Che cosa ci fa un rudere a forma di sedia nel quartiere africano?

0

Gli esperti la definiscono un’opera di architettura funeraria del tipo “a tempio” che si sviluppa su due piani. I romani della zona sono abituati a chiamarla la Sedia del diavolo, stretta fra gli alti palazzi della piazza che oggi prende il nome del mausoleo, Piazza Elio Callisto.

I misteri della SEDIA del DIAVOLO di Roma

La chiamano la sedia del diavolo e si trova nel quartiere africano. In realtà è una rovina a forma di enorme trono di quel che resta di una tomba dell’antica Roma. Si tratterebbe del mausoleo di Elio Callistio, un liberto dell’Imperatore Adriano la cui costruzione risale alla metà del II secolo d.C. Secondo la leggenda l’uomo doveva essere stato uno schiavo dell’Imperatore Adriano che poi divenne libero come ricompensa per aver servito bene il suo padrone. Gli archeologi pensano anche che doveva essere diventato importante, visto che il suo sepolcro è un palazzetto a due piani, con le colonne.

# Una tomba fra le colline

Nei secoli passati la tomba risultava piuttosto isolata dalla città e nei dintorni non c’erano altre costruzioni, tanto che è divenuta oggetto di ammirazione da parte di molti artisti che l’hanno dipinta nei loro quadri. Questo oggi ci permette di vedere come appariva il mausoleo e come fosse il territorio circostante meno di  un secolo e mezzo fa.

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

# La leggenda del diavolo

Il rudere è stato al centro di varie storie che le hanno fatto guadagnare il soprannome di sedia del diavolo. La leggenda dice che la sedia è stata posta dal diavolo in quella collina in aperta campagna e proprio alle spalle della Basilica di San Pietro. Di notte, poi, il posto era frequentato da prostitute e malviventi che annerivano le pareti del mausoleo accendendo dei fuochi all’interno per riscaldarsi.

# Un riparo per pastori e viaggiatori

La realtà é che serviva come riparo per i pastori e per i viaggiatori di passaggio che al suo interno vi accendevano fuochi che da lontano facevano brillare di rosso le sue finestre e davano una apparenza lugubre e misteriosa al mausoleo. L’interno del sepolcro fu infatti ritrovato annerito dal fumo.

# Un monumento a due piani

Il mausoleo è costruito su rocce di tufo e visto da davanti sembra veramente una sedia. Aveva due piani ed era un po’ sotterrato. Dal vestibolo, a sinistra si scendeva al piano inferiore, a destra si saliva al piano superiore. Dentro c’erano archi e nicchie in cui si mettevano i sarcofagi. Il soffitto è a volta ed è ancora un po’ sotterrato in confronto a come lo vediamo oggi. Sopra la struttura c’erano dei capitelli corinzi che riproducevano motivi floreali e naturali poi c’era l’architrave e il fregio. Il tetto è a doppio spiovente. Le finestre sono come quelle dei castelli.

Negli anni ’50 i cittadini di Roma hanno chiesto che la piazza che si chiamava “della Sedia del Diavolo” cambiasse nome in quello che ha oggi, Piazza Elio Callisto, forse stanchi di abitare in un luogo così avvolto dal mistero.

Continua la lettura con: il quartiere delle fiabe

FRANCESCA SPINOLA

Leggi anche: Elezioni Roma 2021: data, come si vota e candidati

Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo#Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest#Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila#KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico#BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.


Articolo precedenteIl BORGO FIABESCO a pochi chilometri da MODENA
Articolo successivo“Gite in Treno”: i 5 ITINERARI a tema per scoprire le BELLEZZE della Lombardia
Francesca Spinola
Francesca Spinola. Giornalista, mamma di due teenagers, collaboro con Turner Television come Compliance Video Editor. Una tesi di laurea in Senegal, un’avventura da corrispondente estero dalla Libia, tanti anni da freelance con servizi dall’Africa, dal Brasile, dalla Turchia. Specializzanda in arabo e islamistica presso il PISAI. Una passione per i viaggi, romana di nascita, cittadina del mondo.