I 7 QUARTIERI MENO CONOSCIUTI di Milano

Difficile trovare anche un solo milanese che li conosca tutti e sette

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Muggiano. Credits: @milanonatura_ IG

Milano ha 88 quartieri censiti nei suoi 181,8 kmq, molti dei quali iconici come Brera e Porta Romana, oppure conosciuti anche a livello internazionale come il Quadrilatero della Moda, Porta Nuova e Citylife. Però ce ne sono alcuni che nemmeno milanesi da generazioni sanno della loro esistenza. Ecco quali sono.

I 7 QUARTIERI MENO CONOSCIUTI di Milano

#1 Muggiano, a Milano via Mosca

Veduta area di Muggiano
Veduta area di Muggiano

Muggiano si trova nel Municipio 7 ed è un piccolo borgo di 3000 abitanti confinante con Cesano Boscone, Cusago, Settimo Milanese e Trezzano sul Naviglio. Nella sua storia è stato un comune autonomo, con le sue piccole frazioni di Guascona e Guasconcina, assorbito da Baggio nel 1869, all’epoca anch’esso comune autonomo e inglobato da Milano nel 1923.

Il quartiere è oggi uno dei più esterni e distanti dal centro città andando verso ovest, infatti l’unica strada che lo collega con il resto della città è via Mosca, e ha quindi lo stesso rapporto che Baggio aveva con Milano, per questo Muggiano è detto il Baggio di Baggio. Fino agli anni ’90 il quartiere era caratterizzato da campi agricoli e cascine, come Cascina Guascona e la Guasconcina di origine medievale.

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#2 Assiano, il quartiere che è ancora campagna

Cascina di Assiano

Non molto lontano da Muggiano troviamo Assiano, quello che resta di un esteso borgo cascinale con numerose case rustiche piene di finestrelle, la cui parte centrale fu abbattuta per fare spazio a un ampio piazzale su cui si affacciava un’osteria e diverse botteghe artigiane a servizio delle attività agricole e degli abitanti del borgo.

Il borgo pare abbia origini romane secondo una lapide, conservata nel museo archeologico del Castello Sforzesco, con scolpito AXILIANUM, appunto Assiano in latino, rinvenuta proprio nel territorio di Baggio di cui il complesso rurale fa parte. Nel territorio del quartiere sono ancora presenti tre fontanili utilizzati per irrigare i campi: il “Curora” o Fontanile di Monzoro, con tre sorgenti ubicate a nord della cascina Molinetto di Monzoro, l’Orenella ed il Branzino, localizzati a sud del borgo cascinale e con la testa di fonte nel territorio di Monzoro.

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#3 Campo dei fiori: non è solo a Roma

Credits: skyscrapercity.com – Il Villaggio Campo dei Fiori

È un quartiere di estensione modesta situato tra Villapizzone e la Ghisolfa, delimitato dalla tratto di ferrovia Milano Porta Garibaldi – Milano Certosa e segna il confine con la Bovisa, rappresenta la linea di demarcazione tra il Municipio 8 e il Municipio 9. Il nome del quartiere Campo dei Fiori deriva dal villaggio costruito nel 1919 dall’Istituto Autonomo Case Popolari per rispondere alla necessità abitativa della crescente popolazione milanese.

Ha la conformazione del tipico quartiere residenziale, ben ordinato, con una serie di piccole palazzine condominiali ai lati del parco e gli edifici più alti affacciati in via Mac Mahon.

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#4 Taliedo, il quartiere volante

taliedo (via Mecenate)
taliedo (via Mecenate)

Fino ai primi del Novecento Taliedo zona di campagna ricca di orti e cascine, oggi inserita nel Municipio 5, deve il suo nome alla più grande Cascina Taliedo, che a sua volta prese il nome dalla presenza di numerosi alberi di tiglio. Tutte le cascine ad eccezione della Taliedo, vennero abbattute per far posto a uno dei primi aeroporti d’Italia, il primo a Milano, l’Aerodromo d’Italia. Nel 1910 l’area attrezzata con hangar e officine di manutenzione per gli aerei infatti ospitò il Circuito Aereo Internazionale, gara di velocità aperta a piloti e apparecchi stranieri.

Oggi nel quartiere ha sede la maison Gucci, al posto delle fabbriche di aeromobili Caproni, oltre agli studios di alcuni delle reti televisive più importanti.

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#5 Ronchetto delle Rane, citato da Alberto Sordi nel film “Il Vedovo”

Credits: milanofotografo.it – Ronchetto delle Rane

Ronchetto delle Rane, situato nel Municipio 5 della città, è il maggiore dei cosiddetti Tre Ronchetti: gli altri sono Ronchettone e Ronchettino. Sono tutti localizzati nell’estrema periferia sud, dove la zona urbana comincia a lasciare spazio ai campi coltivati. Si tratta di uno dei borghi milanesi meglio conservati e attualmente l’abitato attuale si concentra tra le vie Manduria e via Pescara. Da segnalare la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e l’organo di pregio al suo interno recentemente restaurato, che essendo esso stato costruito nel 1748 è uno dei più antichi di Milano.

Alberto Sordi menziona il quartiere nella scena iniziale del film “Il vedovo”.

#6 Segnano, l’ex capoluogo di Greco

Credits: wikipedia.org – Segnano

Localizzato nel Municipio 9 il quartiere di Segnano, compreso tra i quartieri di Greco, Prato Centenaro e Bicocca, era composto da tre nuclei, il borgo principale e da due frazioni, Pasquè di Seveso e Segnanino. Sino al 1863 era comune autonomo, di cui faceva parte anche Greco, che mutò il nome in Greco Milanese. In seguito a questo fatto Greco diventò capoluogo del comune, facendo degradare Segnano a frazione, prima di essere inglobato del Comune di Milano.

Viene spesso considerato un’estensione di Greco o di Bicocca, in base a quanto è più sentita l’appartenenza.

#7 Acqua Azzurra, Acqua Chiara… Acquabella

Credits: milanofree.it – Cascina Acquabella

Acquabella fa riferimento a un sito della più vicina campagna milanese ricco di abbondante acqua che permetteva fiorenti colture a orto per quattro cascine di cui si ha notizia già nel 1559. Fino agli anni Cinquanta c’era un’antica cascina, costruita forse nel ‘400, chiamata Acquabella per via della presenza della roggia con lo stesso nome. Qui vi era una forte depressione nel terreno, tanto che la roggia faceva tre salti verso piazza Susa depurandosi e restando chiara e limpida.

La cascina dava il nome alla zona e in particolare al celeberrimo “bivio dell’Acquabella” che tutti i ferrovieri e i macchinisti di locomotive dell’epoca certamente si ricordano. Infatti qui passava la ferrovia, su un terrapieno che dalla vecchia stazione Centrale percorreva gli attuali viale Tunisia e viale Regina Giovanna.

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

2 COMMENTI

  1. Vorrei vedere Milano mantenere e magari riprendere nei riacimenti, i “tratti” di come la disegnò un certo Leonardo da Vinci. Per capirci la meravigliosa impronta che si vede da piazza Conciliazione a piazzale Cadorna palazzi signorili che traspirano storia!……la meraviglia delle tre testate dei 3 palazzi che si affacciano in piazza Piemonte……mi sarei aspettato dirimpetto, nel rifacimento di p.le Giulio Cesare, un percorso rivalutato che gli andasse incontro e rispondesse con 3 testate di palazzi in stile ……….invece si trovano 3 orrendi e “freddi” grattacieli metallici : è Milano?….ho i miei dubbi!…….promuoverei un dibattito in merito……..

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