Demolition Men

Sembra che ci sia la consapevolezza di trovare un pretesto che sia da una parte di ridurre i costi di struttura e dall’altra di coinvolgere la società civile nell’opera di repressione e di controllo

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Demolition Man (il film)

Molti notano delle somiglianze nell’epoca che stiamo vivendo con periodi di pre-crollo di grandi strutture della storia, ad esempio dell’Impero Romano o dell’Unione Sovietica.

Il momento del collasso in quei casi era stato preceduto da uno sforzo del sistema di garantire la sua continuità, con il tentativo di aumentare la forza dell’apparato repressivo nei confronti dei cittadini e militare nei confronti dell’esterno.

Nell’Impero Romano c’era stato il tentativo di drenare risorse dai commerci e dall’attività agricola attraverso un continuo aumento della pressione fiscale su risorse in costante diminuzione, in Unione Sovietica c’era stato l’obbligo di consegnare raccolti per ettaro completamente inverosimili, portando in entrambi i casi a un impoverimento di risorse a disposizione della società civile e a un aumento di costi del sistema repressivo teso a impedire che la società civile si rivoltasse.

In questo caso ci sembra che la dinamica sia diversa. Da una parte vediamo che surrettiziamente diminuiscono i finanziamenti nella struttura: in Italia, ad esempio, nel Pnrr le risorse per la sanità sono decrescenti, nonostante l’emergenza sanitaria. Si preferisce imporre i mandati vaccinali, in particolare ai dipendenti pubblici, sapendo che a ogni imposizione ulteriore si perdono quote progressive di forza lavoro alla quale viene imputata la riduzione dei servizi aperti al pubblico.

Sembra che ci sia la consapevolezza di trovare un pretesto che sia da una parte di ridurre i costi di struttura e dall’altra di coinvolgere la società civile nell’opera di repressione e di controllo, attraverso l’imposizione di una etica di salvaguardia della salute o di tutela dell’ambiente. Con l’utilizzo della tecnologia stanno diminuendo i costi dell’apparato e si stanno reclutando i cittadini nell’operazione di controllo attraverso strumentazioni digitali e una forma di manipolazione psicologica che tende a far credere al popolo che tutto questo viene fatto per il suo bene.

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Questo processo di collasso pilotato sembra non avere precedenti nella storia conosciuta.
Probabilmente questa strategia non impedirà comunque l’esito del collasso ma forse consentirà a chi lo governa di trasformarlo in una fase di transizione in cui riusciranno a mantenere comunque il controllo.

Forse anche sacrificando le attuali classi dirigenti e proponendo poi una nuova soluzione che sarà parte dello stesso processo ma incarnata da nuovi protagonisti. Che probabilmente avranno la possibilità di criticare una parte anche importante delle politiche precedenti ma, dovendo prendere atto di una situazione irreversibile, ripartiranno da una nuova base creata all’interno di questo processo di demolizione controllata.

A quel punto, dalle macerie si potrà ricostruire un edificio che probabilmente ha già una dimensione e una sua progettualità nella mente di chi sta gestendo questo processo.

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