Segreti e curiosità sulle PORTE di MILANO

Le porte milanesi hanno grandi segreti e curiosità alle spalle: scopriamone alcune.

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porta romana
Porta Romana sotto la neve, nell’arte del pittore milanese contemporaneo Antonio Cazzamali

Le porte milanesi hanno grandi segreti e curiosità alle spalle: scopriamone alcune.

Segreti e curiosità sulle PORTE di MILANO

Se chiedete a un abitante di Siena a quale parte della città appartiene, vi risponderà con il nome di una Contrada. Se lo chiedete a un Milanese, con tutta probabilità, vi risponderà con il nome di una Porta, chiaro identificativo di un determinato quartiere. E il nome della Porta viene spesso usato al posto del nome della piazza dove la Porta si trova, o si trovava: Piazza Medaglie d’Oro è Porta Romana, Piazza Cinque Giornate è Porta Vittoria, Piazza Guglielmo Oberdan è Porta Venezia, Piazza XXV Aprile è Porta Garibaldi… Ma vediamo qualche segreto e curiosità che non tutti conoscono. 

# Porta Garibaldi: un tempo Porta Comasina

credits: milanodavedere.it

Era una delle porte della Mediolanum romana e si apriva nelle mura all’inizio dell’attuale via Ponte Vetero, all’incrocio con via Cusani. Originariamente si chiamava Porta “Comacìna”, proprio come l’isola nel lago di Como. Questa porta venne distrutta nel XVI secolo dagli spagnoli, ma fortunatamente due statue che la ornavano (una raffigurante la Madonna e l’altra sant’Ambrogio) sono conservate nel museo del Castello Sforzesco.

# Porta Romana: una romantica prova d’amore

credits: beethecity.com

La Porta Romana dell’età Imperiale si trovava nell’attuale piazza Missori.

Quella medievale venne arretrata dove oggi si trova l’incrocio di corso di Porta Romana con via Francesco Sforza. Anche in questo caso, presso i musei del Castello Sforzesco, possiamo vedere i resti di alcuni fregi che la adornavano.  

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La Porta Romana che oggi si erge al centro di piazza Medaglie d’Oro è quella spagnola. È caratterizzata dalla presenza di un arco monumentale fatto erigere nel 1598 da Filippo III di Spagna, l’allora Duca di Milano, in occasione del passaggio della quattordicenne principessa Margherita d’Austria, sua promessa sposa. In onore di Margherita vennero collocate sull’arco di Porta Romana (e sono tutt’ora visibili) le decorazioni di due conchiglie aperte che mostrano all’interno una perla (margarita in latino significa “perla”).

# Porta Sempione: conosciuta come Arco della Pace

Monaco, Milano
Monaco, Milano

Risale al periodo napoleonico e venne fatto costruire nell’intento di unire metaforicamente Milano a Parigi. Sulla sua sommità spicca un gruppo di statue in bronzo raffigurante “La sestiga della Pace”, accompagnata da quattro Vittorie a cavallo, mentre nel fronte sono rappresentate le personificazioni dei fiumi Po, Ticino, Adda e Tagliamento.

La nota curiosa riguarda i cavalli che trainano il carro della pace, la cui posizione è stata modificata dagli Asburgo: per farsi beffa dei francesi, i cavalli sono stati ruotati di 180°, affinché avessero il fondoschiena rivolto alla Francia.

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# Porta Ticinese: Porta Cicca per i milanesi doc

portaticinese- frontiera est ovest
portaticinese- frontiera est ovest

Con questo nome, a Milano, si sono susseguite quattro porte: la più antica, al Carrobbio, di epoca romana; quella medievale, che possiamo vedere ancora oggi all’incrocio fra corso di Porta Ticinese e Via de Amicis; quella spagnola, in piazza XXIV Maggio, sostituita, in epoca napoleonica, dall’attuale porta, in stile neoclassico, opera del Cagnola.

Ma, per i milanesi, l’unica Porta Cicca è quella medievale. L’originale, in legno, venne spazzata via dall’esercito del Barbarossa, nel 1162. Fu Azzone Visconti a ricostruirla, dopo il 1329, ed è questa l’unica testimonianza rimasta, insieme agli archi di “Porta Nova” in via Manzoni, di quella che era stata la cinta muraria medievale della città. Ai lati, aveva due torri in mattoni e sopra all’unico fornice a tutto sesto in pietra venne posto, sul lato verso la campagna, un tabernacolo gotico, dai più attribuito a Giovanni di Balduccio, che rappresenta in bassorilievo la Vergine in trono col Bambino al centro, ai suoi piedi Sant’Ambrogio che offre il modello della città, mentre dietro, sulla sinistra si scorge San Lorenzo con la graticola e dall’altro lato Sant’Eustorgio con accanto San Pietro Martire. Questa era l’unica delle porte cittadine ad avere un solo arco, a differenza delle altre cinque che potevano contare su due aperture, e per questo venne soprannominata “cicca”, dallo spagnolo chica”, cioè piccola, piccina.

La Porta venne rimaneggiata nel 1861 da Camillo Boito che la liberò dalle case che vi si erano sovrapposte, aprì nelle torri laterali due passaggi ad arco acuto e pose in alto merlature guelfe, di moda nei restauri ottocenteschi.

Ancora oggi, questa porta ha una forte valenza religiosa. Da qui infatti passa la processione dei Re Magi in occasione della festa dell’Epifania ed è la porta da cui fa il suo ingresso in città il nuovo Arcivescovo che prende possesso della diocesi ambrosiana.

# Porta Venezia… o Renza

The Fuorisalone
porta venezia: com’era

Il nome di Porta Renza nasce da una storpiatura del suo nome latino, Porta Argentea, così chiamata perché si apriva verso Argentiacum, l’attuale Crescenzago.

Gli Spagnoli la chiamavano Porta Orientale, ed è da qui che, secondo le cronache seicentesche, un certo Pietro Antonio Lovato, dopo aver abbandonato l’esercito dei Lanzichenecchi, entrò in Milano con vestiti ed averi infetti dalla peste, causando la terribile epidemia del 1630. E’ sempre da questa porta, che Renzo Tramaglino compie sia il suo ingresso in Milano, alla ricerca di Lucia, che ritroverà nel Lazzaretto, sia la sua fuga verso Bergamo, quando, ingiustamente ricercato dalla giustizia, deciderà di scappare dal cugino Bortolo.  

Nel 1700, questa zona divenne oggetto di una legge comunale chiamata “servitù del Resegone”, per la quale tra Porta Venezia e Porta Nuova era proibito edificare case che sorpassassero l’altezza dei Bastioni per impedire che venisse ostruita nelle giornate limpide la vista di Alpi e Prealpi.

# Porta Vittoria: la vecchia Porta Orientale di Milano

Credit: wikipedia

Porta Tosa era, con Porta Tenaglia, Porta Vigentina e Porta Lodovica, una delle quattro porte succursali di Milano (nella fattispecie, succursale di Porta Orientale).

Sulle origini del suo vecchio nome si è già ampiamente investigato in un articolo precedente, ma c’è un altro toponimo del quale vale la pena chiarire l’origine: quello di Corso XXII Marzo, il viale che partendo dalla piazza, corre verso la periferia. E’ dedicato all’ultima delle Cinque Giornate di Milano, che ebbero luogo dal 18 e il 22 marzo 1848.

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ANNA RITA BORDONI

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Anna Rita Bordoni
Ho 65 anni e sono andata in pensione 5 anni fa, quando l'azienda per la quale lavoravo ha trasferito tutte le attività in Ungheria. Le mie passioni sono l'arte, la natura e l'enogastronomia. Sono curiosa di tutto (in senso buono!) e le cose che detesto di più al mondo sono l'imbecillaggine e l'arroganza.