La BRUGOLA: la storia dell’uomo che ha dato il nome all’esagono più famoso del mondo

La chiave che ha rivoluzionato la meccanica e il mondo dell'automobile è nata a due passi da Milano

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credit: picclick.it

Utilizzate dalle principali case automobilistiche ad oggi rappresenta una delle realtà più importanti del nostro territorio. Anche se forse non tutti sanno che Brugola in realtà è un cognome. Questa la storia di un uomo che ha dato il suo nome a un oggetto noto in tutto il mondo. 

La BRUGOLA: la storia dell’uomo che ha dato il nome all’esagono più famoso del mondo

# La chiave a elle che unisce tutte le generazioni

credit: wikipedia.org

Da ragazzino, siamo nella prima metà dei ruggenti anni ’90, chi non metteva mano al proprio Sì o al proprio Booster smontando, tagliando, modificando, spanando e bestemmiando non meritava il rispetto nell’angolo fumatori durante la pausa a scuola. Tutti avevamo più o meno una scatola degli attrezzi con chiavi, odiose quelle del 10 che risultavano le più utili e le più disperse di tutte, cacciaviti, nastro isolante e una sfilza di pezzi di ferro piegati a elle chiamati brugole. Era un nome così, un dato di fatto e nessuno si chiedeva perché qualsiasi marca di chiavi che avesse quella testa portasse lo stesso identico nome. Uguale storia per le viti che erano le uniche che potevi “tirare” o aprire solo con quello strumento.

# Le origini brianzole dell’inventore

Magari non tutti sanno che quel Brugola, cognome che quando si è in vacanza oltre i confini lombardi diventa milanese come Arosio, Brambilla, Cadeo, ma qui, a Milano è risaputo essere tipicamente brianzolo. Ancora meno persone sanno che le viti e le relative chiavi si portano un nome brianzolo proprio per essere nate a nord-est di Monza, a Lissone per la precisione.

# Verso la fine degli anni ’20 il fondatore Egidio Brugola fa partire la produzioni delle viti a testa esagonale

Credits: stilemargherita.it

Il signor Egidio Brugola, classe 1901, era uno di quelli con le idee chiare. Un uomo tutto d’un pezzo che già all’età di 25 aveva aperto, una piccola ma agguerrita “fabbrichetta”: la OEB. Verso la fine degli anni ‘20 inizia la produzione di viti speciali con testa esagonale e, con il crescere della fama di solidità e bontà delle viti, cresce anche quello che oggi chiamiamo business. Il Signor Egidio però è un imprenditore di quelli speciali e offre ai suoi dipendenti una mensa gratuita anche durante i giorni duri della guerra quando la produzione non si ferma. Arriva poi uno scooter, leggi lambretta o motorino, per i capi reparto e la 600 per i direttori, gratis come la mensa, ben inteso. Un uomo illuminato che adora la meccanica e lavora con passione e dedizione.

# Il deposito del brevetto nel 1945 e gli storici accordi con Volkswagen e Ford

Il grande riconoscimento tecnico verso la fine del 1945: Egidio Brugola, sulla base di una sua intuizione, deposita all’Ufficio Brevetti e Marchi il Brevetto della Vite Cava Esagonale con il Gambo a “Torciglione” che in Italia e in Europa è ormai chiamata semplicemente “brugola”. Da quel momento in poi la strada è stata un susseguirsi di successi e di brevetti meccanici oltre che di riconoscimenti tecnici per la raffinatezza e la precisione dei prodotti lissonesi.

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L’azienda è passata nelle mani della signora Emmy, la moglie, poi in quelle capaci di trasportare la produzione fuori dal periodo d’oro e nei fiammeggianti anni 80, quelle del figlio Giannantonio. Ha saputo creare per la prima volta al mondo il “Difetto Zero” in esclusiva per la Volkswagen, norma ancor oggi in vigore per le viti di fissaggio delle teste motore di cui Brugola è fornitore esclusivo. Nel ‘96 è diventato il partner di Ford per le viti atte a chiudere il motore I4, uno dei prodotti Ford più venduti al mondo.

credit: blog.startupitalia.eu

Siamo nel 2008 e Napolitano appunta al petto del signor Giannantonio l’onoreficenza di Cavaliere del Lavoro. Nel 2011 il timone della Brugola passa ad Egidio Junior che consolida i bilanci a quota 125 milioni e apre il nuovo polo logistico nella vicina Desio, dove una volta si trovava la fabbrica Autobianchi…quella della Y10 per intenderci.

# La prima fabbrica in Usa a Detroit e il monumento a Lissone dedicato al “re” della brugola

Ciliegina sulla torta: nel 2015 nella fredda Detroit, una volta la città dei motori di Henry Ford, dei fratelli Dodge e di Walter Chrysler, nasce una piccola industria che mette a libro paga circa 70 dipendenti con la viva speranza di replicare il successo italiano anche oltre oceano in uno dei territori più difficili degli US dopo il crack finanziario del comune nel 2013. A Lissone, tra le rotonde stradali con installazioni post-industriali che ricordano i giorni in cui si facevano i “mobili buoni”, c’è anche un monumento che il “paesone” brianzolo ha dedicato al Sciur Brugola Egidio, illustre cittadino e illustre italiano che ha fatto, e fa scintillare il nome e il prestigio della nostra creatività e della nostra industria all’estero così come tra i nostri confini.

Grazie Sciur Brugola…ora, quei bulloni a testa strana che nella mia amata moto americana sono in pollici, nelle domeniche di monta-smonta, li guardo con più affetto e meno astio sapendo che sono stati prodotti a qualche chilometro dalla mia città e poi, per i casi buffi della globalizzazione moderna, sono tornati lì da dove erano partiti.

MARCO CECCHI

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Marco Cecchi
Milanese classe 74, amante indefesso della milanesità e di Milano. Harleysta occasionale e velista nel cuore. Nel tempo libero sogno di partire su una barca a vela in direzione del tramonto accompagnato da un buon libro e una sana scorta di Corona senza limoncino.