Milano faceva tendenza anche nella criminalità: una mostra ce lo ricorda

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Si è aperta giovedì 9 novembre a palazzo Morando un’interessante mostra, il cui titolo non lascia dubbi sul contenuto: “Milano e la mala, storia criminale della città – Dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca”.
Attraverso più di 150 foto, centinaia di documenti, giornali e moltissimi oggetti d’epoca, il curatore Stefano Galli e i suoi collaboratori mettono in scena la Milano delle bande armate, ricordandoci con grande ricchezza di informazioni come la nostra città abbia primeggiato e fatto scuola anche in questo campo.

Dopo il periodo della cosiddetta Ligera, cioè le piccole bande improvvisate o i vecchi ladroni con il piede di porco, dalla seconda metà degli anni Cinquanta entra in campo una forma più organizzata di malavita, che dalla fine degli anni Sessanta si farà più violenta, espandendo il proprio potere fino ad avere il pieno controllo del gioco d’azzardo, della prostituzione e del traffico degli stupefacenti.

La spettacolare rapina di via Osoppo, ormai entrata nella memoria collettiva di questa città, ma anche d’Italia, fu un capolavoro di precisione e organizzazione, due virtù tipicamente meneghine. L’assalto al portavalori mediante l’impiego di ben quattro veicoli coordinati tra loro, la spregiudicatezza dei sette uomini in tuta da operaio, i cittadini alle finestre che assistevano come ad una prima teatrale, e soprattutto l’assenza di feriti o morti, ne fanno ancora oggi un capolavoro del crimine.

Il salto di qualità in termini di violenza arriverà con la rapina di largo Zandonai, ad opera della banda Cavallero.
Con l’arrivo di criminali del calibro di Vallanzasca o Turatello muta Milano stessa: la città si trasforma da una metropoli in espansione a città attanagliata da paure e violenze, dove i sequestri di persona e i morti per droga sono all’ordine del giorno: i milanesi iniziano a chiudersi in casa, lasciando la notte cittadina in balia di balordi di ogni risma.
Completa il percorso espositivo il ricco catalogo, con testi critici di Stefano Galli, Tullio Barbato, Piero Colaprico, Mauro Colombo, Nicola Erba, Massimo Mazza, Achille Serra, Matteo Speroni, Luigi Vergallo.


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Mauro Colombo
Avvocato prima e responsabile di redazione per una casa editrice giuridica oggi, da sempre appassionato di storia e storie milanesi, ho cominciato a collezionare libri e foto sulla mia città, fino a quando è nata l'idea di collaborare con alcuni siti internet di storia locale. Tre anni fa ho aperto un blog e una pagina facebook ("milanoneisecoli"), dove racconto gli aneddoti, i luoghi, i fatti, i personaggi di Milano. Da due anni collaboro con un'associazione culturale nell'allestimento di mostre tematiche sulla città per conto del Comune di Milano.