Casola Valsenio, il BORGO dei FRUTTI DIMENTICATI

Il borgo ospita anche il "Giardino delle Erbe", tra i "Tesori d'Italia"

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Credits: giancarlovisani IG - Casola Valsenio

Ogni anno una festa ricorda le antiche tradizioni di coltivazione e le ricette realizzate con piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa, esistenti fin dal tardo Medioevo e salvati dall’estinzione e recuperati. Vediamo come questo borgo tiene memoria di questi frutti dimenticati.

Casola Valsenio, il BORGO dei FRUTTI DIMENTICATI

# Il “Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati”

Credits: Davide Bacchetti Google

Il comune di Casola Valsenio si fregia del titolo di “Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati”, dove le antiche tradizioni contadine locali di coltivazione delle piante si esprimono anche nella salvaguardia di alberi da frutto di varietà ormai abbandonate o uscite di produzione. I frutti dimenticati sono soprattutto caratteristici della stagione autunnale e rappresentavano una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per l’inverno, piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo Medioevo salvati dall’estinzione e recuperati.

Tra questi ci sono: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, noci, nocciole, melagrane e ovviamente i Marroni.

# Da ormai 30 anni a ottobre si svolge la “Festa dei frutti dimenticati”

Credits: median66 IG – Dama d’autunno alla Festa dei frutti dimenticati

Tra boschi, vigneti, frutteti e giardini da ormai 30 anni nel borgo si tiene la “Festa dei frutti perduti”, dove la ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Nel corso della festa infatti si svolge un concorso di marmellate, uno di dolci al Marrone e i ristoranti della zona propongono per tutto l’autunno la “Cucina ai frutti dimenticati”.

Credits: trilly_gio IG – Festa dei frutti dimenticati

Tra le ricette preparate dai ristoratori queste sono le più particolari: la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i dessert con protagoniste le pere volpine, le castagne, l’alkermes, il vino e il formaggio. Da non dimenticare il “migliaccio”, un antico piatto tipico realizzato con: mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane raffermo grattugiato, canditi, riso e secondo l’antica ricetta anche il sangue di maiale in aggiunta. 

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# Il “Giardino delle Erbe”, tra i “Tesori d’Italia” dal 2018, contribuisce alla creazione di piatti deliziosi grazie alle sue piante aromatiche

Credits: imolafaenzatourism
IG – Giardino delle erbe Casola Valsenio

Nel Comune di Casola Valsenio c’è anche un meraviglioso Giardino delle Erbe di 4 ettari, con una struttura a gradoni, dove sono coltivate circa 450 diverse specie ed essenze officinali. Dal 2018 è inserito tra i “Tesori d’Italia” e fa parte del circuito Museale della provincia di Ravenna. I frutti dimenticati si sposano alla perfezione con le piante aromatiche del giardino, contribuendo a realizzare piatti deliziosi come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melagrana, ancor più se condite con l’olio extravergine Brisighello. 

 

Fonte: Proloco Emilia-Romagna

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.