And the winner is… L’ALTALENA che abbatte il MURO del MESSICO

Un progetto semplice, ma dalle forti connotazioni politiche. Ecco il vincitore del premio Design of the Year 2020.

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credits: resite_ IG

Tre altalene rosa basculanti collegano il Messico e gli Stati Uniti attraversando il muro: questo il progetto che ha vinto il premio Design of the Year 2020, ogni anno assegnato dal Design Museum di Londra. Ma di cosa si tratta di preciso? E quali significati racchiude?

And the winner is… L’ALTALENA che abbatte il MURO del MESSICO

# Teeter totter wall: l’altalena che unisce ciò che la politica divide

credits: _ehabitat_ IG

Il progetto consiste in tre altalene rosa, leggere ma robuste, con l’asta centrale inserita tra le maglie della barriera in modo da attraversare il confine e i seggiolini che si alzano ed abbassano da un lato e dall’altro. Si chiama Teeter totter wall l’opera di design realizzata nel 2019 da Ronald Rael e Virginia San Fratello che collega El Paso, in Texas, con Ciudad Juarez, in Messico.

L’idea nasce in realtà ben dieci anni prima, nel 2009, dopo il varo della legge che prevedeva la costruzione di una barriera lungo tutto il confine tra Messico e Stati Uniti. Il progetto ha preso però forma nel 2019, nel pieno della crisi umanitaria e della politica anti-migratoria dell’ormai ex-presidente Donald Trump.

# Ciò che accade da un lato ha ripercussioni dall’altra parte: ecco il messaggio del progetto

credits: nosvemeste IG

Bambini, ma anche adulti, hanno giocato sui due lati della frontiera, superando con il gioco la barriera di sei metri che li separa.

Un segno di protesta pacifica, dunque, contro muri e divisioni, che ha conquistato non solo gli abitanti dei due Stati, ma anche tutto il mondo. L’opera infatti, seppur rimasta attiva solo per circa 30 minuti, ha ben presto fatto il giro del web tramite foto e video, toccando i cuori di molti.

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Ronald Rael ha spiegato che “così bambini e adulti hanno potuto connettersi in maniera significativa, riconoscendo che le azioni che avvengono da un lato della barriera possono avere una diretta conseguenza anche dall’altra parte”.

Anche il colore non è casuale: rosa brillante come simbolo dei femminicidi avvenuti a Ciudad Juarez. Negli ultimi dieci anni infatti sono stati ritrovati nel deserto centinaia di resti di donne che, dagli anni ’90, sono state violentate, uccise e seppellite. Un vero e proprio dramma che affligge la popolazione e che Sergio Gonzales Rodriguez denuncia nel suo libro “Ossa nel deserto”.

# Il muro come simbolo politico

credits: tpi.it

Il muro del Messico, chiamato anche muro della vergogna, è uno dei luoghi più simbolici, che mostra come le fratture politiche possano causare forti ripercussioni geografiche e sociali.

La sua costruzione ebbe inizio nel 1990 sotto la presidenza di George H.W. Bush e negli anni successivi venne implementata. In realtà per molti km non è un vero e proprio muro, piuttosto una barriera di recinzioni, che viene però presidiato da più di 20 mila guardie di frontiera, affiancate da sensori, telecamere e altri dispositivi di sorveglianza.

Negli ultimi anni il muro è tornato al centro del dibattito politico statunitense, ma anche mondiale. Trump, promettendo un rafforzamento del confine, ne aveva fatto un proprio manifesto, spacciandosi per l’uomo che salvava l’America dalle invasioni, quando in realtà aveva solo continuato il lavoro di altri suoi precursori.

Ma proprio mentre l’ex-presidente Trump lascia la Casa Bianca, a Londra eleggono l’opera Teeter totter wall miglior progetto design 2020, per ricordare a tutto il mondo che non abbiamo bisogno di costruire muri, ma ponti.  

Continua la lettura con: Wall of Dolls: il muro delle BAMBOLE di Via De Amicis e il messaggio che pochi conoscono

CHIARA BARONE

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Chiara Barone
Nata e cresciuta a Milano, sono una studentessa all'ultimo anno di Sociologia. Sogno un mondo più inclusivo dove cultura, passione e curiosità siano motore di innovazione e miglioramento.