I 7 PIATTI che ogni MILANESE deve aver provato almeno una volta

Non puoi dirti milanese se non hai provato almeno una volta uno di questi cibi (e bibite) di luoghi leggendari

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credits: IG @giannasi1967

Per chi si trova nella City, ecco le pietanze da assaggiare almeno una volta per considerarsi dei veri milanesi.

I 7 PIATTI che ogni MILANESE deve aver provato almeno una volta

# Il polaster di Giannasi

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Impossibile non essersi mai imbattuti nel chiosco Giannasi. Una sicurezza per i cittadini, solido testimone della Milano del passato e dei suoi cambiamenti degli ultimi 50 anni. Lo sa bene Dorando Giannasi, che ha visto con i propri occhi “i tempi che cambiano”, a partire dagli stessi acquirenti. Se prima era soprattutto una clientela femminile di nonne e mamme a fare la fila per cucinare a casa, ora è prevalentemente più giovane e maschile, abituata a mangiare camminando o sulle panchine.

Ma come ha fatto il suo pollo a diventare di culto? Sicuramente l’amore e la passione che ci ha sempre dedicato, il mix segreto di spezie con cui il pollo viene impregnato per 24 ore, la volontà di diventare un punto fisso per il quartiere ed i tantissimi modi con cui il “polaster” viene cucinato hanno aiutato.

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Ed il menù non finisce qui. Tra altre tipologie di carne, gustosi primi, fritture, contorni con cui accompagnare la portata principale, specialità della casa, piatti freddi e dolci con cui concludere il pasto il cliente è presto accontentato. E per i più affezionati, anche le t-shirt, le felpe ed il cappello, ovviamente con il logo Giannasi.

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# Il panzerotto di Luini

IG @luini_panzerotti

La storia del panzerotto più famoso di Milano risale al 1949 quando Giuseppina Luini, trasferitasi dalla Puglia, incomincia a lavorare nel centralissimo ed iconico forno, ancora oggi attivo. Trascrivendo le ricette della tradizione culinaria pugliese del nonno, si imbatte in quella dei panzerotti e da qui l’intuizione: proporre ai Milanesi, che ancora non lo conoscevano, questo prodotto. Sarà poi la determinazione del figlio Luigi a rendere il panzerotto, inizialmente non così tanto apprezzato, un vero e proprio must culinario della città.

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Quale potrebbe essere il segreto di Luini? Sicuramene il fatto di essere sempre stato sinonimo di qualità e freschezza negli anni, di venire preparato al momento e quindi gustato ancora fumante, di avere dietro una ricetta segreta per l’impasto, tramandata di generazione in generazione, lo hanno reso uno dei principali street food di Milano.

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Nonostante il classico panzerotto fritto sia il re incontrastato del menù, non mancano anche tutta una serie di altri prodotti da provare. Partendo dai panzerotti del giorno, il cui contenuto cambia di settimana in settimana passando per altri prodotti da forno e salati, tra cui arancini, focacce e calzoni ed arrivando ai dolci, di tantissimi tipi e tra cui spicca sempre lui, il panzerotto, questa volta dalla farcitura dolce.

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# La margherita di Spontini

IG @spontini_pizza

Parlando di pizza, la mente corre subito a Spontini, eppure non tutti sanno che c’è tanta Toscana e Sicilia dietro la Margherita più famosa di Milano. Dall’unione di quella che all’inizio era una piccola bottega di cibi pronti della famiglia Mungai, originaria di Pistoia, e la visione della trasformazione della stessa in pizzeria al taglio di un’altra famiglia toscana, la Banti, Giuliano

Innocenti, figlio di Giustina Mungai, inizia a proporre una versione rivisitata dello “sfincione” palermitano: una pizza alta e molto soffice, tassativamente cotta a legna e condita soltanto con pomodoro, mozzarella e acciughe.

La ricetta ha successo, così come il format. Ai Milanesi piace e la piccola attività a conduzione familiare diventa presto un’impresa, aprendo 21 pizzerie in Italia, la maggior parte a Milano ed espandendosi anche all’estero. Nascono così 6 Spontini in Corea del Sud e 3 in Giappone e ne è prevista prossimamente una in Qatar.

IG @spontini_pizza

Un paio di curiosità? Bice, sorella di Giustina Mungai, è la fondatrice dell’omonimo ristorante, in assoluto uno dei locali storici meneghini più apprezzati. Ancora un’altra? In concomitanza dell’uscita del suo nuovo disco, Sfera Ebbasta ha personalizzato le scatole della pizza di Spontini con la copertina del proprio album.

# I cannoncini di Panarello

IG @panarello1885

Considerata a tutti gli effetti una realtà storica genovese, oggi Panarello è simbolo sia della tradizione dolciaria ligure sia di quella milanese. Era il 1885 quando Francesco Panarello, prima garzone, poi capo laboratorio della bottega di pasticceria, prova ad aggiungere burro, zucchero e frutta candita al dolce più genovese che ci sia: il pandolce. L’idea riscuote un enorme successo tanto da riuscire in seguito a rilevare la stessa attività e darle il proprio cognome.

Nei decenni, nonostante il contesto abbia visto un aumento della competizione da parte di nuovi entranti e la figura di un consumatore sempre più esigente, Panarello ha voluto e saputo contraddistinguersi per il rispetto della tradizione nella qualità delle lavorazioni e delle materie prime impiegate.

IG @panarello1885

L’offerta di prodotti è molto ampia, ma il best seller risulta essere sempre lo stesso: il cannoncino. L’inconfondibile pasta sfoglia rivela un cuore di crema pasticciera, tanto da aver conquistato il palato meneghino ed essere solitamente tra i dolci che più si portano quando si viene invitati ad una cena in casa. Il tocco magico? La chiusura del cannoncino è realizzata con la Torta Panarello sbriciolata e ricoperta di zucchero a velo.

# Lo spritz da Camparino

IG @camparinoingalleria

Si sa. L’aperitivo è un rito tutto italiano, uno stile di vita da perseguire, una leggenda scritta nelle pietre della città di Milano. Camparino in Galleria non può che nascere quindi da chi, come vuole la leggenda, proprio in Galleria è venuto alla luce, Davide Campari.

Il locale nasce come “fratello minore” del Caffè Campari, aperto dal padre Gaspare, ma da questo se ne differenzia per l’innovativo sistema in grado di garantire un continuo flusso di acqua gassata proveniente direttamente dalle cantine per offrire ai propri clienti cocktail sempre perfetti e refrigerati. Questo fatto, unito agli arredi liberty, ancora oggi presenti, tipici dell’Art Nouveau europeo, alla location esclusiva e storica ed alla originale caratteristica di essere un “bar di passo”, dove le consumazioni avvenivano al bancone e rapidamente, hanno immortalato il locale come vero e proprio tempio dell’aperitivo meneghino.

IG @camparinoingalleria

Iconica è anche la Sala Spiritello in cui l’ideazione e l’abbinamento di cocktail selezionati e cibo è “un’esperienza disegnata sulla persona, per offrire sensazioni inedite e avvolgenti, contrasti misurati e abbinamenti di gusto sorprendenti”. Questa idea di eleganza senza tempo, convivialità degli spazi, incessante sperimentazione diventata oramai arte ha portato Camparino ad aggiudicarsi nel 2021 il 27° posto nell’ambita ed internazionalmente riconosciuta classifica dei migliori bar, The World’s 50 Best Bars.

# Il Martini sulla Terrazza Martini

IG @terrazzamartinimilano

Se il nome è Terrazza Martini, il soprannome è “Il salotto sul tetto di Milano”. Direttamente dal 15° e 16° piano del grattacielo in Piazza Diaz, si può godere di una vista privilegiata sullo skyline milanese. Simbolo di lifestyle ed icona di eleganza, la Terrazza ha sempre legato il suo nome alle più importanti rappresentazioni della Settima Arte. Per decenni, infatti, si sono tenute le anteprime dei film più importanti, “La Dolce Vita” in primis e tra un cocktail ed un altro si sono susseguiti personaggi dal calibro di Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Anita Ekberg. Non sono mancati all’appuntamento anche intellettuali ed artisti quali Moravia e Pasolini, Renato Guttuso e Luciano Pavarotti.

IG @terrazzamartinimilano

Per tanto tempo i due piani erano riservati esclusivamente ad eventi privati, ma da questa primavera l’offerta delle possibilità si è arricchita di altre due esperienze, accessibili a tutti. La Martini® Cocktail Experience è una lezione di mixologist con i bartender della Terrazza, potendo così usufruire della possibilità di avere un esperto dedicato che spieghi trucchi e ricette per preparare tre cocktail: il nuovo Martini Fiero&Tonic, l’iconico Negroni e lo storico Americano, (servito per la prima volta in assoluto nel 1860 al Caffè Campari). La Martini® Observatory Experience, invece, permette di assaggiare un tipico aperitivo all’italiana, composto sia da cocktail sia da food, preparato ad arte dall’alto della Terrazza.

# I Ravioli cinesi alla Ravioleria Sarpi

laravioleriasarpi.com

Cosa unisce lo street food cinese ed una macelleria italiana? Semplice, la Ravioleria Sarpi! L’idea, nonché punto di contatto di storie, culture e competenze, è il frutto della collaborazione tra Agie Hujian Zhou e Walter Sirtori. L’incontro avviene quasi per caso, quando il primo va dal secondo per chiedergli di affitare il locale accanto alla macelleria Sirtori per il proprio negozio di prodotti in cachemire. Non avendo mai abbandonato il proprio sogno di offrire cibo di strada della sua terra natale, nel sud della Cina, però, Agie ne parla per curiosità con Walter. Ecco che il gioco è fatto, l’idea del cachemire scompare e fa spazio a quella della Ravioleria.

laravioleriasarpi.com

Vista da via Paolo Sarpi risulta una piccola bottega con cucina rigorosamente a vista, dal bancone arretrato di mezzo metro rispetto alla strada e senza nessuna insegna o cartellone che ne indichi l’ubicazione. Eppure, vengono sfornati migliaia e migliaia di ravioli al giorno. Cosa li distingue dai tanti altri della zona? La possibilità di ordinarli e mangiarli pochissimo dopo, oppure ritirarli appena fatti e cucinarli successivamente a casa.

Il menù prevede i classici ravioli, gli Shuijiao in tre versioni differenti (manzo e porro, maiale e verza e la variante vegetariana) e la tipica crespella di Pechino, Jian Biang, un classico della cucina imperiale, portata per la prima volta a Milano proprio dalla Ravioleria.

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CARLO VITTORIO MATRONE

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Carlo Vittorio Matrone
Creativo. Curioso. Innamorato follemente di Milano. Appassionato di digital marketing e quiz di logica, studioso di storia contemporanea e di geopolitica, ascoltatore di musica rap. Mi piacciono le situazioni sfidanti e ritengo che ci si debba mettere sempre in discussione. Credo fermamente nel volontariato e penso che un sorriso di riconoscimento sia il più grande ed unico ringraziamento che si possa e debba ricevere. Il mio motto? “Siamo in ballo, balliamo”. Il mio segreto? Guardo i video su YouTube solamente a velocità 2x.