Il VIGNETO più BASSO del mondo e quello più ALTO d’Europa sono in veneto

Un viticoltore visionario ama mettere alla prova le viti

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Venizza vigne Venezia
venissa.it

Una famiglia di viticoltori abbina a coltivazioni di viti in luoghi classici a sperimentazioni in luoghi estremi dove non si pensava si potessero far crescere delle viti, figuriamoci produrre del vino.

Il VIGNETO più BASSO del mondo e quello più ALTO d’Europa sono in veneto

# Una famiglia dedita alla viticultura da secoli

Credits: Alberto Caliman on Unsplash

Grazie ad un censimento della Repubblica di Venezia datato 1542, la famiglia Bisol può vantare una storia viti-vinicola di quasi 500 anni. Già a cavallo tra ‘800 e ‘900 Eliseo Bisol iniziò a differenziarsi e a puntare sulla produzione di vini pregiati, missione mantenuta anche dalle successive generazioni.

Oggi l’azienda è un affare di famiglia che coinvolge più generazioni con una stimolante commistione tra tradizione e innovazione.

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# Venissa, il vitigno sulla laguna, il più “basso” del mondo

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Nei primi anni 2000, durante una visita all’isola di Torcello, a Venezia, Alberto Bisol notò alcune vigne in un piccolo giardino. Dopo alcune ricerche storiche scoprì che la Serenissima produceva vino in laguna già 1.000 anni fa, utilizzando le piazze, i cosiddetti “campi” per coltivare, vista la scarsità di terraferma utilizzabile. Solo nel 1966, a seguito di un’acqua alta eccezionale, l’Acqua Granda, di quasi 2 metri, combinata a condizioni meteorologiche avverse, i veneziani furono costretti ad abbandonare la coltivazione della vite perdendone gradualmente memoria.

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Grazie all’intuizione di Alberto Bisol, furono recuperate le ultime 88 piante di Dorona di Venezia, un vitigno autoctono che, naturalmente nel corso di secoli, si è abituata alle caratteristiche dell’ambiente salino della laguna. L’esperienza della famiglia fece il resto, riuscendo a ricavare frutti utilizzabili per la produzione di vino sfruttando anche i metodi sviluppati dai veneziani in centinaia di anni.

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# Vigna Major, il vitigno a Cortina d’Ampezzo a 1.350 metri

Vigna1350
Credits: ososhelter@IG

Alberto Bisol, sempre alla ricerca di nuove sfide, ha riflettuto sull’impatto di una delle variabili che più possono influenzare il mondo della viticultura, ovvero il riscaldamento globale e i relativi cambiamenti climatici. Così, un po’ di anni fa, ha deciso di approfondire la conoscenza di un luogo mediamente più freddo e inospitale rispetto alle colline trevigiane in cui la propria famiglia ha fondato la propria fortuna. Mantenendo l’amore per la propria regione, il Veneto, ha avviato una nuova attività a Cortina d’Ampezzo, ai piedi delle Dolomiti.

Anche in questa esperienza Bisol ha sfruttato e rivalutato le esperienze di coltivatori ed enologi locali per rendere produttive ed economicamente sostenibili le attività vitivinicole, avviando la coltivazione di 1.380 viti, basse, quasi rachitiche, con piccole bacche verdi raggruppate in piccoli grappoli, ad un’altitudine di 1.350 metri sul livello del mare.

Come in laguna, anche in questo caso, la sfida è difficile, ma la storia e l’innovazione riusciranno a produrre un ottimo vino.

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ALESSANDRO VIDALI

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Alessandro Vidali
Originario di Verona, ha abitato anche a Trento e Cork (Irlanda) prima di arrivare a Milano, dove ha messo radici da ormai 15 anni. Quarantenne in continua ricerca di stimoli. "Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare".