Come in un ALVEARE: la SOLUZIONE di una START UP contro il CARO AFFITTI. Arriverà a Milano?

Capsule full optional da inserire in appartamenti comuni

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Credits Lennox-Browstone Shared Housing - Vista capsule

La difficoltà di trovare abitazioni a canoni sostenibili è un problema diffuso in tutte le grandi città del mondo e anche Milano non ne è esente. Una startup americana ha ideato un sistema per cercare di risolverlo. Ecco di cosa si tratta.

Come in un ALVEARE: la SOLUZIONE di una START UP contro il CARO AFFITTI. Arriverà a Milano?

# Un nuovo design per ospitare più residenti in una casa monofamiliare

Credits Lennox-Browstone Shared Housing – Interno abitazione

Affitti e prezzi delle abitazioni continuano a crescere in modo inesorabile in tutte le grandi città del mondo, con gli stipendi che rimango fermi aumentando così le difficoltà per i cittadini di trovare un luogo in cui vivere. Una startup californiana di co-living, Brownstone Shared Housing, ha deciso trovare una soluzione a questo problema proponendo un nuovo design per dormire capace di ospitare più residenti in una casa monofamiliare. Al momento sono due le case in cui è stato implementato, una vicina alla Stanford University e l’altra nel centro di Bakersfield, completamente arredate con co-working e spazi abitativi condivisi, oltre a due bagni e una cucina in comune per un totale di 14 posti letto già quasi tutti occupati.

# Capsule “full optional” più grandi del 40% rispetto a un tradizionale letto a castello

Credits brownstone – Pod

Gli inquilini che scelgono di vivere in questa nuova tipologia di alloggio dormiranno in “pod”, capsule full optional sul modello di quelle di alcuni hotel giapponesi, grandi più del 40% di un tradizionale letto a castello e che includono prese di corrente, scrivanie pieghevoli, illuminazione e ventilatori. 

# Il canone è oltre il 50% più basso di un monolocale

Credits Lennox-Browstone Shared Housing – Vista capsule

Il canone per questa soluzione abitativa è di 800 dollari al mese comprese le utenze nell’abitazione di Stanford e di 500 dollari in quella di Bakersfield, con un risparmio di più del 50% rispetto all’affitto di un monolocale nella stessa zona a Palo Alto. Una nuova forma di social housing, sul modello di Airbnb o altre piattaforme di sharing, dove si seleziona il periodo di soggiorno e si prenota. Rispetto a quanto si aspettassero i fondatori della startup James Stallworth e Christina Lennox, gli affittuari non sono in maggioranza studenti universitari o persone già residenti nelle vicinanze, ma “solo persone normali che lavorano e hanno solo bisogno di un posto dove vivere“.

Questo sistema potrebbe funzionare anche a Milano?

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Fonte: Business Insider

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.