Il Neoliberismo si mangia il libero mercato

Libero mercato significa dare al consumatore il massimo potere. Neoliberismo significa dare il massimo potere al produttore


Le società occidentali si sono fondate sul libero mercato.

Si può dire che il libero mercato è la legge sociale più simile a quella della natura.
In natura ogni organismo vivente ha un rapporto metabolico con il suo habitat che è il suo mercato. Offre qualcosa all’habitat per ottenere in cambio qualcos’altro. E ogni vivente è libero di scegliere ciò che nell’habitat gli è più congeniale. Se con quello che consuma produce a sua volta qualcosa di utile, l’ambiente lo premia agevolando la sua diffusione. Se invece ha un atteggiamento invadente o parassitario questo provocherà anche la sua estinzione.

Libero mercato significa dare al consumatore il massimo potere. E questo genera un continuo equilibrio con consumatori che spingono i produttori a generare delle soluzioni sempre più ottimali, conducendo a un equilibrio dinamico tra domanda e offerta.

Il neoliberismo, che si sta diffondendo rapidamente negli ultimi tempi, risponde a una logica opposta. Al centro di tutto c’è il produttore a cui viene dato il massimo potere possibile. Un potere che tende a fagocitare qualunque concorrente e a estendersi senza limiti planetari.
In un sistema neoliberista il consumatore diventa un utente obbligato di fatto ad assumere i beni o i servizi offerti dal produttore, e non è più in grado di esercitare il suo potere selezionando l’offerta.

Nel sistema neoliberista si tende ad avere per ogni settore un solo produttore dominante, che può essere singolo o avere la forma di un cartello (trust), la cui azione diventa sempre più simile a un monopolio pubblico. Il paradosso è che spingendo al limite un sistema neoliberista che parte dando il massimo potere a delle componenti di mercato giunge agli stessi risultati di un’economia collettivista di stampo sovietico, dove la programmazione centralizzata impone i bisogni delle persone.

Ciò che dovrebbe impedire al libero mercato di collettivizzarsi in una logica neoliberista sono i meccanismi antitrust che dovrebbero funzionare proprio per riportare in equilibrio il rapporto tra consumatore e produttore, scongiurando distorsioni monopoliste.

Mentre il libero mercato si basa sull’equilibrio, la caratteristica di un mercato neoliberista è l’espansione continua.
Un mercato che per sopravvivere deve espandersi all’infinito assomiglia a una catena di sant’Antonio, al tipico schema Ponzi: si regge finché esistono territori e risorse da conquistare.

Esattamente come la catena di Sant’Antonio è inevitabile che si arrivi a un punto in cui la crescita diventa insostenibile e quella stessa pressione che portava a espandersi scatenerà l’implosione.

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