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East Market: la domenica di cui abbiamo bisogno

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L’East Market è tornato, più smagliante che mai.

Ritornano gli appuntamenti domenicali più attesi della città.

Potrai venire a curiosare, mangiucchiare qualcosa, spulciare tra i vinili e cercare il pezzo vintage per quella serata lì per cui ti stai preparando da tempo.

E inoltre, toys, arredamento, sneakers, vecchie collezioni, oltre ad un food truck dedicato, che aspetta solo di essere divorato.

Sempre a via Ventura, zona Lambrate, sempre tutto il giorno, sempre per sconfiggere il tedio domenicale. Sempre East Market, insomma.

Ah, dimenticavo. Sempre free entry.

Cliccando su “Ci Vado” riceverai un promemoria dell’evento. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione.

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Live Wine 2017 al Palazzo del Ghiaccio

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Amanti del nettare degli dei (aka vino), siete chiamati a raccolta questo weekend perché c’è il Live Wine.

Questo fine settimana avrete una scusa per cominciare a bere alle 10:00 del mattino, senza rischiare di passare per degli alcolisti.

Ritorna infatti Live Wine il più importante evento del vino artigianale mai realizzato a Milano.

Produttori italiani ed europei arrivano in città per far conoscere i loro vini, tutti in degustazione con il solo biglietto d’ingresso.

Un salone-mercato rivolto sia al grande pubblico che ai professionisti in una delle più belle location milanesi, il Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi.

E a parte i soliti cliché legati ai saloni dedicati al vino, quella di Live Wine è senz’altro un’ottima occasione per scoprire proposte nuove, primizie e bontà senza eguali.

Tutte rigorosamente artigianali.

Di sera invece, quando le porte del Palazzo di Ghiaccio si chiudono, partecipa a decine di eventi LIVE WINE NIGHT organizzati nei locali selezionati della città.

Con il biglietto di ingresso di 20 euro, comprensivo di calice e catalogo degli espositori, oltre a poter degustare i vini dei produttori presenti al Palazzo del Ghiaccio, avrai la possibilità di acquistare le bottiglie direttamente in loco.

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Anche se non ci piacciono, W la città delle palme

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Le ho viste. Correndo stamattina ho deviato il mio percorso per andarle a vedere. Le palme di piazza Duomo. Al momento si capisce poco quale sarà l’impatto finale. Ci sono solo delle palme sulla terra, ancora da trattare. Mentre le guardavo per capire l’effetto che potrebbero fare, mi è venuto in mente un monte. Il monte di Berlino.

Il monte di Berlino

Quando sono andato a viverci, la capitale tedesca era in piena crisi. Era il 2004, la disoccupazione galoppava e le uniche gioie della popolazione erano l’attesa dei mondiali di calcio e la discussione sul monte di Berlino.
Berlino è una città strana per chi arriva da Milano, sotto tantissimi aspetti. Uno è quello che è fredda, l’inverno dura cinque o sei mesi, ma nonostante il clima le prime montagne sono a cinquecento chilometri. Fa l’effetto di una città di mare senza il mare. Almeno per me. Così quando ho visto che divampava il dibattito promosso dai principali media sulla montagna da costruire, mi ci sono appassionato.
Il progetto vincitore prevedeva di costruire una montagna artificiale di oltre 1000 metri, costruita utilizzando la sabbia presa dal fondale del mare Baltico. Così i berlinesi avrebbero risolto due problemi: avrebbero avuto una montagna in città e un mare con un fondale più profondo, rispetto al tappeto di fanghiglia che si stende dalle loro coste.

die Berg – il progetto del monte di Berlino

Anche se il progetto non si è mai fatto, ho apprezzato l’effervescenza del dibattito e ho capito quella che è la grande forza di Berlino: la propensione al futuro.
A Berlino tra passato e futuro vince sempre il futuro. Significa che tra conservare e costruire qualcosa di nuovo si preferisce sempre buttarsi e fare, senza guardare indietro. Credo che questa dote sia alla base del rilancio della città che in pochi anni ho visto trasformarsi da malato di Germania a capitale europea dell’innovazione.
Ecco perchè queste palme spelacchiate mi fanno amare ancora di più la mia città.
Non sto parlando dei miei gusti, se mi piacciono o no, ma ciò che mi piace è che Milano sia una città, forse l’unica città italiana, che è capace di progettare una roba così assurda, uno scempio quasi sacrilego, nella sua piazza più importante. E questo per tre ragioni.

ciò che mi piace è che Milano sia una città, forse l’unica città italiana, che è capace di progettare una roba così assurda

Perchè amo la città delle palme

La prima ragione è che Milano con opere come queste è coerente alla sua identità di città aperta al cambiamento. In un’Italia in cui molti ormai intendono le città come dei musei, Milano afferma una diversa idea di città. Dove non si teme il nuovo, anzi, si utilizza il cambiamento come fonte di vitalità e di creatività.

La seconda ragione è che le palme del Duomo possono diventare simbolo della Milano che fa, città leader di un paese dove si perdono mesi se non anni su progetti, chiacchiere, dibattiti e convegni ma alla fine non si combina niente. Il paese del Ponte di Messina o della Tav al rallentatore può ricevere una scossa positiva dalla città che zitta zitta, quasi senza dire niente, all’improvviso pianta delle palme davanti all’icona della città. Uno schiaffo a tutti quelli che cincischiano senza fare nulla.

La terza ragione è che Milano finalmente mostra di essere più forte rispetto a una delle più grandi sciagure culturali della nostra epoca: l’ipercritica. Siamo un paese in cui tutti criticano, insultano, minacciano chi fa qualcosa o prova a fare qualcosa fuori dall’ordinario. Siamo un paese di spettatori, di leoni da testiera, ma soprattutto di amministratori terrorizzati dal muovere foglia per timore della condanna sociale.
Con un’opera così pacchiana Milano mostra tutta la sua forza, urla all’Italia intera il suo me ne infischio. Da noi conta solo fare.

Con un’opera così pacchiana Milano mostra tutta la sua forza, urla all’Italia intera il suo me ne infischio. 

Forse volo troppo alto ma la storia delle palme mi sta facendo venire in mente un’altra cosa oltre il monte di Berlino. Mi sta ricordando Expo. Anche in quel caso per anni a Milano tutti si lamentavano, eravamo sul punto di rinunciare, ma alla fine è emersa forte l’energia, l’anima della città che porta a fare le cose.
Se devo confessarlo anche a me le palme lasciano perplesso, così come ho trovato ridicolo l’albero della vita, deludente il Padiglione Italia e poco identitaria per Milano tutta Expo. Eppure sono stato e sarò sempre orgoglioso della mia città quando sarà la città che fa. Anche se quello che fa riceverà fischi dagli spalti e infiammerà la frustrazione degli incapaci.

Il “Pinocchio della Madonnina” è in corso Indipendenza. Insieme al gatto e alla volpe

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La statua, in bronzo, fu realizzata nel 1955 e venne inaugurata il 19 maggio 1956 nel campo giochi dei giardinetti spartitraffico di corso Indipendenza.

I giornali locali lo definirono “il Pinocchio della Madonnina“, sottolineando come il personaggio rappresentato da Fagioli fosse ben diverso e maggiormente realistico di quello realizzato a Collodi.

La statua ritrae Pinocchio diventato bambino che osserva il corpo inanimato del burattino. Ai lati sono raffigurati il Gatto e la Volpe.

Al centro c’è una frase del poeta Antonio Negri che ha ispirato l’opera dello scultore:
«Com’ero buffo quand’ero un burattino! E tu che mi guardi, sei ben sicuro di aver domato il burattino che vive in te?»

Folla inaugurazione statua (Wikipedia)

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I TOMBON sono degli strani mulinelli che si formano nelle acque dei navigli

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I Tombon sono degli strani mulinelli creati dalle correnti dei navigli.

Nel quartiere di San Marco confluivano la fossa interna dei navigli e la Martesana creando un laghetto, chiamato Laghetto di San Marco o Tombon de San Marc.

Fonte: Milano Life

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Joey Anderson al NUL

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Ci risiamo. Il venerdì tropicale è arrivato. E oggi porta a casa NUL Joey Anderson.

Rivelando sempre di più una stagione in continua evoluzione.

Nella scorsa i suoni viravano verso groove e beat più profondi.

Che ti prendevano alla bocca dello stomaco, inglobandoti in una danza lenta e cadenzata come fossi ipnotizzato anche tu.

In questa si intravede la voglia di esplorare un altro filone dell’elettronica; più legato alle atmosfere del Dekmantel e del Salon zur wilden Renate.

E non a caso hanno riportato a casa NUL proprio lui, Joey Anderson.

Più elettrico, più acido e a tratti isterico, il suono risuona nel giardino del NUL e rende frenetici i movimenti, nel tentativo di non perdere nemmeno un secondo del ritmo che si ascolta.

Non a caso, ospite della serata è Joey Anderson.

Prestigiatore della deep techno e dell’house di stampo newyorchese che con i suoi beat ancestrali ti porterà ad esplorare i meandri di suoni pulsanti che non ti daranno tregua fino alla fine del set.

E visto che, a poco a poco, le giornate sembrano diventare più ospitali, non possiamo non uscire.

Cominciando a svestirci lentamente, in attesa di scongelarci del tutto.

In attesa della stagione dell’amore, che arrivi a rischiarare tutte le cose.

E visto che al NUL piace fare le cose per bene, ecco qualche consiglio utile: tieni il telefono in tasca, lascia perdere i social e goditi il viaggio spazio-temporale del venerdì tropicale del NUL.

Non pensare a nient’altro, se non a liberare quell’energia buona che tieni nascosta.

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Milano Stand Up Comedy Club allo Sloan

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La stand up comedy è anglofona al 100% o almeno i natali sono anglofoni.

È un modo di fare spettacolo irriverente che elimina la quarta parete canonica.

Ha raggiunto il mainstream, toccando un pubblico vastissimo e ormai incontenibile – non per suo volere, ma perché geniale – con Louis C.K. e che ha trovato spunti intimisti e a tratti drammatici con lo show di Neal Brennan “3 mics” (lo trovate in questi giorni, fresco fresco di registrazione su Netflix).

Anche a Milano sembra che il genere stia cominciando ad attecchire in maniera massiccia e stanno spuntanto, cavalcando un po’ la scia della tendenza, serate e appuntamenti vari che celebrino la comicità.

Allo Sloan questo giovedì ci sono alcuni ospiti che ti faranno scoprire un po’ di questa stand up comedy.

Che, a tratti amara a tratti autoironica, che ti incanterà.

Tra gli ospiti la matrona dei salotti, la biondissima, purissima, Levissima Michela Giraud.

Che per quanto ci riguarda merita una dipartita verso lo Sloan.

Insieme a lei, Nicolò Falcone, Luca Ravenna e Giuseppe Sapienza.

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Le meraviglie della Milano Sotterranea svelate dagli speleologi (INTERVISTA)

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Già cinquecento anni fa, Leonardo da Vinci constatava l’improponibile traffico milanese di superficie. Un argomento non molto dissimile da quelli trattati oggi al bar. Sono passati secoli, progetti urbanistici, Area C e anti particolati, ma il problema resta lo stesso. E allora la domanda che ci si pone è: e se le cose non vanno bene sopra, andassero meglio ‘di sotto’?!?

Milano Sotterranea, 2013, libro
Milano Sotterranea, 2013, libro

Mi torna alla mente il titolo di un libro del 2013, Milano Sotterranea, in cui lo speleologo Gianluca Padovan e lo scrittore Ippolito Edmondo Ferrario raccontavano i passaggi segreti, i bunker antiaerei e quello di Mussolini, insomma, tutto quello che si nasconde sotto il trambusto della Milano che conosciamo. Chi, meglio di loro, può rispondere alla mia domanda?

«Una sera ci siamo trovati in pizzeria e tra le varie cose abbiamo parlato del progetto di Leonardo di spostare nel sottosuolo il traffico merci effettuato con i carri mediante lo scavo di strade carreggiabili e di canali navigabili. E ci siamo detti: “proviamo un po’ a vedere che cosa c’è sotto Milano» – mi dice Ippolito, amico ed esperto di misteri, soprattutto meneghini – «Ho sempre avuto l’interesse e la curiosità per la storia e il mondo ipogeo in generale, senza però aver mai fatto ricerche specifiche o essermi dedicato alla speleologia. L’incontro con Gianluca è stata la molla per trasformare una passione in qualcosa di più concreto.»

Qual è il momento migliore per scendere?

Ogni momento è buono, ma d’inverno l’acqua, la fanghiglia e un po’ di rifiuti che sotto finiscono, puzzano di meno.

Che rumore ha Milano di sotto?

(Gianluca Padovan) Il silenzio assoluto: quello che manca nella cacofonica vita quotidiana di superficie. Si parla tanto di inquinamento atmosferico, mai d’inquinamento acustico.

(Ippolito Edmondo Ferrario) Sotto si ha l’impressione di penetrare nella storia, in un mondo dimenticato, immutato nel tempo. Forse sotto ci sono davvero le radici della nostra storia e della nostra città.

C’è lo smog?

Certamente, forse tanto quanto in superficie. Ma non ci siamo mai presi la briga di analizzare l’aria che si respirava. D’altra parte, dato che le opere sotterranee milanesi si sviluppano appena al di sotto della superficie e non a grandi profondità, è un po’ come scendere nella cantina di casa: chi ha mai analizzato l’aria della propria cantina?

La cosa più incredibile che avete visto sotto

(Gianluca Padovan) Il Tempio della Notte, tempio monoptero con annessa grotta artificiale dei primi dell’Ottocento. È un’architettura da giardino paesaggistico in stile neoclassico, situata nel quartiere Gorla nel Parco Pubblico in via Sant’Erlembardo. In Italia ne sono stati individuati e documentati solo due esempi: a Milano e a Cernusco sul Naviglio. Peccato che quello di Milano sia oggi oggetto di vandalismo, che nessuno frena.

(Ippolito Edmondo Ferrario) Per me è stato scendere nel putridarium della chiesa di San Bernardino alle Ossa, luogo di culto milanese, celebre per l’ossario. Pur essendo un ipogeo piccolo, è qualcosa di unico nel suo genere nel panorama nella città insieme a quello che è stato scoperto sotto il pavimento dell’Archivio di Stato in via Senato.

Il luogo di Milano più affascinante visto da sotto, che nessuno si aspetta

La galleria di controscarpa del Castello di Porta Giovia, chiamata da Leonardo “strada segreta di dentro”. Esempio unico al mondo per estensione, articolazione e periodo storico di costruzione: dovrebbe risalire ai primi del Quattrocento e l’architetto Luca Beltrami ha ipotizzato che possa essere stata realizzata su progetto del Brunelleschi, per quanto non sussistano prove oggettive.

Il percorso più lungo?

Roggia San Gregorio (passante per il Lazzaretto del 1870, N.d.r.) e la Galleria di Controscarpa del Castello.

Ci sono passaggi nascosti?

Si. Uno l’abbiamo documentato e si trova nella Chiesa di San Marco (Brera, n.d.r.).

7 cose che nessuno si aspetta ma che ci sono, nella Milano sotterranea

Alla data del 5 ottobre 1940 il Comune di Milano ha fatto approntare 135 rifugi antiaerei. Ad oggi ne abbiamo indagati una cinquantina. Oggi è visitabile il Rifugio Antiaereo N° 87, situato sotto le Scuole Primarie Giacomo Leopardi, in Viale Bodio. Neiade srl ASU si occupa di “mantenerlo in vita” nella memoria dei milanesi organizzando le visite turistiche (
www.neiade.com)

Chi è Gianluca Padovan

Speleologo, veronese, classe 1959. Si occupa essenzialmente di Speleologia in Cavità Artificiali, ovvero della ricerca e dello studio delle opere realizzate dall’essere umano nel sottosuolo, con l’Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano (milanosotterranea.blogspot.com).

Chi è Ippolito Edmondo Ferrario

Classe 1976, scrittore, collaboratore in passato con quotidiani e riviste. Ha scritto saggi di vario argomento storico e romanzi noir di ambientazione ligure e milanese (www.ippolitoedmondoferrario.it).

PAOLA PERFETTI

Dove piove di più a Milano

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Le precipitazioni non sono uguali in tutta la città. In media sono più intense nei quartieri a nord est e meno nelle zone a sud. Questo accade soprattutto perchè avvicinandosi alle montagne, in particolare, alle correnti d’aria fredda provenienti dal Resegone, diventano più frequenti i temporali nei mesi estivi, che invece sono meno diffusi a sud.

Una curiosità? Le capitali europee dove piove di più sono Tirana e Lubiana.

Terraforma 2017 presenta Carte Mutaforma di Francesco Cavaliere

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Se fosse un racconto legato alla tradizione fiabesca, l’artwork di Terraforma a cura di Francesco Cavaliere lo inserirei a metà strada tra Pierino e il Lupo nelle varie versioni narrate dai grandi maestri del teatro italiano (da Dario Fo a Paolo Poli) e la musique concrète di matrice francese – iniziata da Pierre Schaeffer.

Attingendo a entrambe le suggestioni, le produzioni di Francesco Cavaliere sono storie moderne musicate.

Che suonano perturbanti e che attraggono l’ascoltatore in un loop di straniamento da cui fuggire e al contempo lasciarsi catturare.

Francesco Cavaliere, italiano con un solido e duraturo rapporto amoroso con la musica, lo scorso anno ha emozionato tutti al Terraforma di villa Arconati.

E quest’anno ritorna, Francesco Cavaliere, chiamato a realizzare l’artwork della prossima edizione, dopo una breve residenza presso Gluck50.

L’archivio di cui si avvale è fantasmagorico.

Nel senso che sembra provenire da un universo parallelo all Stranger Things, per intenderci.

E per rendere un lavoro così complesso più vicino a chi è (giustamente) profano.

E se è vero che i suoni nascono e muoiono con le esperienze legate al vissuto quotidiano, al mondo circostante e ale sollecitazioni sonore di cui spesso siamo vittime, i suoni di Francesco Cavaliere suonano più come un’epifania.

O meglio, una decodificazione di un reale che incontra l’immaginario, l’onirico, il sommerso e l’ancestrale.

Vale la pena fare un giro di ronda per scoprire di più di quest’artista poliedrico, un po’ mago, un po’ scienziato e un po’ sciamano.

In attesa del prossimo Terraforma, per voi un’anticipazione degna di nota.

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4 idee per un San Valentino milanese diverso dal solito

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San Valentino a Milano? Si può fare. Ecco alcune idee last minute per festeggiarlo.

San Valentino consumista.
All’Outlet di Vicolungo ci sono i Kiss Kiss Days: un bacio al vostro lui/lei a stampo o alla francese, fugace o reale e avrete un ulteriore sconto del 70% sul prezzo già ridotto!
Per restare più in zona, si può scegliere l’iniziativa “paga con un bacio” lanciata alla Wineria di Piazza Carlo Caneva. Il primo calice lo offre la casa.

San Valentino pigro.
Per chi invece si sente innamorato ma stanco, o pigro, no problem! Basterà scaricare la app di Bloovery e con pochi tocchi sul display dello smartphone si potrà scegliere un mazzo di fiori, scrivere un messaggio, aggiungere il destinatario e il gioco sarà fatto!

San Valentino in versione originale.
Per chi di voi teme le intolleranze alimentari, per il gran giorno dell’amore, proponiamo due film in lingua originale, da somministrarsi a partire dalle 19, in occasione delle Giornate del Cinema Europeo Contemporaneo: “Murderous Tales” esempio di contaminazione fra 3D, cartoni animati e attori, in ceco e “Highways to Hellas”, una bella commedia sulla crisi finanziaria, in tedesco.

San Valentino Social.
Se è troppo anche per voi intellettuali single, allora perché non buttarsi sul sociale e, vincendo un po’ di sano pudore, scatenarsi sulle note di “break the chain” in uno spettacolare flash mob in Piazza della Scala contro tutti i femminicidi. Sarà il vostro modo social di dire “ti amo”!

Napoleone voleva Milano capitale

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26 gennaio 1802. Viene proclamata la Repubblica Italiana con Napoleone Bonaparte presidente, a cui viene donata la villa Belgioioso in via Palestro. La sede del governo è a Palazzo Reale.
Il 17 marzo 1805 viene proclamato il Regno d’Italia. Napoleone è re d’Italia. Milano è la capitale. Lo rimarrà fino al 1814 con il ritorno di Milano sotto l’impero austriaco.

Lunedì tango all’Arci Biko

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Quando vivevo a Napoli, a volte per tornare a casa passavo per una piazza in cui, dalle finestre illuminate c’erano coppie di ballerini o aspiranti tali che si cimentavano in sessioni di tango.

Mentre per tutta la strada risuonavano le note di un tango.

Era una scuola e l’insegna non illuminata contribuiva a rendere il quadro ancora più poetico.

Mi sono ripetuta più volte che un giorno avrei suonato al campanello.

E avrei chiesto di poter prendere parte a quelle lezioni, per curiosità, gioco o chissà che.

Il tempo è passato e io non ho mai suonato.

Mi è rimasto sempre quel desiderio nascosto di provare a ballarla, quella danza oscura e così intima che è il tango.

Se anche tu hai voglia di provare a vedere di che si tratta, all’Arci Biko, una volta a settimana, si balla il tango.

Con un piccolo contributo potrai prendere parte alle lezioni e chissà, scoprire che ti piace.

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A Stoccolma e a Londra gli autobus a biogas derivati dalle fogne

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da tuttogreen.it

In Svezia circa un terzo degli autobus cittadini funziona a biogas. Questo tipo di energia viene prodotta dagli scarti delle acque di scarico.

Come funziona il processo?

L’acqua di scarico dei cittadini di Stoccolma arriva al depuratore di Henriksdal (ma ce ne sono diversi in Svezia). Qui ricevono il trattamento tradizionale, con le varie fasi di screening, sedimentazione, trattamento biologico e chimico che si conclude con lo scarico di acqua pulita in natura.

I fanghi risultanti da questa filtrazione e decantazione non vengono poi scartati ma riutilizzati in un processo parallelo, cioè vengono messi a fermentare, fino a rilasciare il biometano. Questo metano viene quindi catturato e raccolto per alimentare gli autobus a biogas cittadini.

Anche a Växjö, una cittadina di settantamila abitanti nel sud del Paese, tutti gli autobus pubblici sono alimentati a biogas di produzione locale da rifiuti alimentari riciclati e da scarichi.

Non solo gli svedesi! A Londra, già da qualche anno, la società energetica inglese Geneco ha messo a punto autobus ecofriendly che funziona a gas biometano, prodotto dagli escrementi umani che vengono recuperati attraverso la rete fognaria e, nell’arco di 15 giorni, trasformati appunto in biogas. Entrato in funzione a Londra, in particolare sulla linea che collega la stazione di BAT con l’aeroporto di Bristol, città verde d’Europa per il 2015.

Per dare un’idea delle potenzialità di questa fonte energetica, è stato calcolato che gli escrementi di 5 persone, in seguito a un corretto compostaggio e alla loro trasformazione, possono produrre carburante per percorrere ben 300 chilometri di strada.

L’altro grande vantaggio è che tutto avviene a chilometro zero. Infatti il gas biometano viene prodotto utilizzando gli escrementi degli abitanti della stessa zona dove circola il bus.

E non solo autobus. Il gas biometano prodotto con la trasformazione degli escrementi ha già superato la quota di 17 milioni di tonnellate nell’impianto di Bristol, e 8.300 abitazioni della città hanno questo tipo di rifornimento energetico.

Il costo, in termini di spese per la produzione, è più o meno equivalente a quello della benzina o del diesel. Ma i vantaggi in termini ambientali sono enormi: stiamo parlando di un carburante che infatti produce il 90 per cento di emissioni in meno rispetto ai tradizionali idrocarburi.

Aprì la fase cristiana del Regno dei Longobardi

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I Longobardi calarono in Italia dalla penisola scandinava, una regione corrispondente all’attuale Scandia, nel sud della Svezia.

Nel 604 con Agilulfo, la capitale del regno longobardo fu spostata da Pavia a Milano, con Monza come residenza estiva. Agilulfo si proclamò “re di tutta Italia”, non più soltanto rex Langobardorum. Con Agilulfo si aprì l’era di Teodolinda che portò alla cristianizzazione dei longobardi e alla pacificazione con i Bizantini.

La linea filocattolica innescò una spaccatura tra i longobardi che divenne una era e propria guerra civile che si concluse con la deposizione del figlio di Agilulfo, il giovane Adaloaldo, nel 625 e la salita al trono di Arioaldo, a capo della fazione ariana dei longobardi. Il nuovo re dei Longobardi riportò la capitale a Pavia.

Salone del cioccolato: il posto più dolce del weekend

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Non sono mai stata particolarmente fan delle gourmandises al cioccolato.

Al dolce preferisco il salato e sulla bilancia tra una pizza e un tortino al cioccolato ho sempre preferito una pizza.

Da qualche tempo però ho sdoganato il mio alcolismo dichiarato e, almeno un paio di volte a settimana, capita che mi sieda sul divano a meditare, sorso di whisky torbato in una mano e pezzetto di cioccolato di Modica nell’altra.
È quello il momento che aspetto per tutto il giorno, quando finalmente la giornata volge al termine e posso concedermi un giramento di testa qualunque, accompagnato da una leggera ebrezza per la gradazione alcolica e le calorie ingerite.

Di solito non lo mastico, il mio pezzetto di cioccolato, ma lascio che si sciolga piano, mentre faccio alcuni sciacqui col whisky.

Perché mi pare di aver letto da qualche parte che il whisky non si deve deglutire cafonamente, ma bisogna lasciarlo riposare in bocca.

Insomma, con questa pappa in bocca mi riposo, mi rilasso, come direbbe mia nonna, “mi arrecreo”.

E non posso esimermi dal fiondarmi in questi giorni al MiCo dove l’ala pasticciera di MasterChef ci aspetta tutti.

Con un salone dedicato al cioccolato.

Da Cracco a Knam, da Oldani a Besuschio – se non siete mai andati nella sua pasticceria ad Abbiategrasso fatelo immediatamente – i maestri della cucina dolciaria e non ci aspettano per tentarci pervicacemente.

Per tutto il weekend, cari golosi, non cercate scuse che tengano.

Tanto sono certa di incontrarvi, uno ad uno, in fila per il vostro assaggio.

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Per tre anni Milano fu governata da TORINO

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4 novembre 1733. Le truppe franco-piemontesi invadono Milano. Carlo Emanuele III di Savoia entra a Milano l’11 dicembre e dal 15 al 25 dicembre ha luogo l’assedio al Castello che era comandato da Annibale Visconti. L’assedio si conclude con la sua evacuazione il 2 gennaio.

Il 25 gennaio del 1734 Carlo Emanuele III nomina una giunta provvisoria presieduta dal piemontese de Petit per governare Milano. Carlo Emanuele III si autoproclama “re di Lombardia”.

Il 3 ottobre del 1735 la Francia firma l’armistizio con l’Austria. Il 16 agosto del 1736 viene siglato il trattato di pace che assegna Novara e Tortona al Piemonte, dando il via allo sgombero delle truppe piemontesi.

9 settembre 1736. Gli austriaci rientrano a Milano. Il 15 dicembre arriva a Milano il nuovo governatore Otto Ferdinand conte di Abensberg und Traun che resta in carica fino al 18 marzo 1742. Lo Stato nato dall’unione dei ducati di Milano e di Mantova prenderà il nome di “Lombardia austriaca”.

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Inspired: faremo di Milano la capitale europea delle scuole internazionali

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Various international flags blowing in wind, low angle view

C’è un gruppo inglese, con sede a Londra, proprietario di 23 scuole internazionali che adottano il programma formativo IB (International Baccalaureate www.ibo.org), che ha deciso di fare di Milano la punta di diamante della sua collezione.

Il gruppo si chiama INSPIRED e di bello non ha solo il nome, evocativo di persone che hanno una visione, ma anche il progetto. L’idea è quella di trasformare l’International School of Europe di Milano, la ISM, nell’unica scuola internazionale d’Italia e d’Europa con un sistema IB dai 3 anni ai 18 anni e di farlo puntando all’ottenimento dei massimi risultati in termini accademici.

Il percorso è già iniziato questa estate quando il gruppo internazionale delle scuole Inspired ha investito in 2 scuole italiane, solo poche settimane dopo averne acquisita un’altra in Belgio. L’acquisto dell’International School of Europe Group e della St. Louis School ha infatti portato il gruppo ad essere proprietario di 23 scuole in 4 continenti.

Fondata nel 1958 dalla Famiglia Formiga, la International School of Europe (ISE), è presente a Milano, Modena, Monza e Siena per un totale di circa 1800 studenti dai 3 ai 18 anni.

Inspired ha comprato le scuole dal fondo di private equity HIG Capital, che vi aveva investito nel 2014. Raffaele Legnani, a capo del Fondo di private equity disse che l’acquisto della scuola aveva apportato un “incredibile risultato per HIG e per i suoi investitori”.

Inspired ha poi investito anche nella Scuola St Louis di Milano, che ha più di 1000 studenti. La fondatrice della scuola, Luciana Vescovi, ha dichiarato che l’acquisto ha offerto alla Scuola St. Louis “molteplici opportunità di crescita” oltre che un ampliamento della struttura.

Inspired, ad agosto 2016 ha anche acquistato la St John’s school in Belgio portando il gruppo ad avere oltre 15000 studenti nel mondo. Il gruppo possiede scuole di primo livello in Europa, Australia, Africa e Sud America ed è sostenuto da una holding, Educas.

Per Stephen Spurr, Group Education Director, del gruppo Inspired, “ricevere un’educazione internazionale significa avere maggiori opportunità per studiare e lavorare in un contesto globalizzato, dove non esistono frontiere, se non quelle delle possibilità.”

Studiare all’International School per un giovane significa crescere bilingue in un ambiente cosmopolita e avere la chiave per aprire più porte al futuro utilizzando i programmi formativi dell’IB, riconosciuti in tutto il mondo. Nelle International School la lingua d’insegnamento è l’inglese e naturalmente per gli studenti che non lo parlano viene garantito un supporto speciale chiamato programma EAL, English as Additional Language.

L’International School of Milan, si è trasferita nel 2014 a Baranzate in un nuovo campus, il più grande nel suo genere a Milano, situato a nord-ovest del centro cittadino, dove è ospitata la scuola Materna, Elementare, Media e Superiore di International School of Milan, oltre al Liceo Linguistico Internazionale e all’ Oxford Group.

La struttura, dall’architettura moderna, innovativa, è realizzata secondo un progetto all’avanguardia con materiali completamente eco-sostenibili, ha un auditorium, una piscina, una palestra, due biblioteche, servizio bar, sala mensa, spazi esterni per le attività sportive e aree verdi dedicate ai giochi dei più piccoli.

Stephen Spurr, in più di un incontro con i genitori della International School od Europe, ha dichiarato che da subito si lavorerà “non solo per soddisfare i bisogni e le necessità di studenti e genitori, ma per ottenere i più alti risultati IB, verificati con un sistema di rating mondiale, e più di tutto assicurando una preparazione in grado di aprire le porte degli studenti alle Top Universities d’Italia, d’Europa e del mondo.

Le Dictateur Opening – Coco N. 5

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Questa sera Le Dictateur riapre le porte dopo un anno di assenza e scopre la sua nuova sede espositiva.

Luogo deputato a continuare la tradizione avanguardistica è il palazzo Liberty FuturDome, meta di riferimento e di incontro per gli artisti che aderirono al Futurismo.

Le Dictateur e Belvedere Vodka daranno vita ad un evento unico.

In anteprima assoluta ci sarà la proiezione di COCO N.5 “RISE OF THE VOID.”

Girato nel Parco Archeologico di Paestum, COCO è il progetto, ormai al quinto episodio, di un disco che unisce musica e videoarte.

Con la creazione complessiva di 8 video e altrettante colonne sonore originali, COCO è una visione in continuo divenire.

Il progetto è stato ideato dall’artista e designer Federico Pepe e da Jacopo Benassi.

A ideare il pezzo per il quinto video sarà uno dei più grandi compositori al mondo: Teho Teardo.

Noto al grande pubblico per le colonne sonore di film come “Il Divo” e “L’amico di famiglia” di Paolo Sorrentino, “Denti” di Gabriele Salvatores, La Ragazza del Lago fino a Il Gioiellino di Andrea Molaioli.

Compresi anche i lavori di Vicari, Cupellini, Chiesa e Incerti, Teho Teardo continua ad incantare con le sue composizioni.

Un’occasione imperdibile per il pubblico per vedere il video in anteprima.

Che verrà sarà reso visibile solo in occasione di festival internazionali e non verrà trasmesso su alcun canale.

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Cass McCombs live al BIKO

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Ce l’avete presente quella canzone che sentite in sottofondo nei bar che vogliono darsi un tono e vi ripromettete ogni volta di cercare su Shazam?

Ecco, è di sicuro di Cass McCombs.

(Se non ci credi prova a cercare “Morning Star o “Opposite Hours”).

Il bello e dannato tornato alla ribalta con Mangy Love, sa come si fa a far breccia nei cuori delle pulzelle.

Sarà quel ciuffo ribelle, sarà la sua voce calda e la chitarra pizzicata, sarà chissà.

Cass McCombs è di sicuro uno dei sogni proibiti di molte signorine piccolo-borghesi che hanno superato una certa, ma ancora non sono arrivate all’-enta.

E che parlano come la Littizzetto.

Detto questo, Cass McCombs è un musicista meraviglioso.

Incarna perfettamente quell’ideale americano di tramonti infuocati, Route 66 e affini, casette sparse, macchine ingombranti dai colori smaglianti e viaggi senza senso.

Di quelli che un tempo erano i cowboy a fare quando andavano verso il tramonto, perchè faceva figo.

Stasera però accontentati di immaginarli questi itinerari, perché Cass McCombs lo trovi al Biko.

Live, pronto a trascinarti in quel Bildungsroman chiamato immaginazione.

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