Lanzo d’Intelvi, una delle gemme della Valle Intelvi, è un luogo molto amato dai milanesi: vanta un patrimonio di ville in stile Liberty, costruite nella prima metà del Novecento, in buona parte come residenze estive dell’alta borghesia meneghina. Questo paese straordinario ospita la Sighignola, il “Balcone d’Italia”, da cui si gode una vista spettacolare sul Lago di Lugano e sulle Alpi. I suoi monti si affacciano su Lugano e il suo territorio è da anni teatro di un dibattito sul destino della vecchia funicolare Lanzo–Santa Margherita: si riaprirà? Rimarrà dismessa?
# Lanzo d’Intelvi: funicolare, ville e frontalieri

Lanzo d’Intelvi è un posto unico al mondo. Innanzitutto per la sua storia borderline. Luogo di confine, nel Novecento era terra di contrabbandieri che facevano fortuna passando da un lato all’altra della frontiera, spesso inseguiti dalla Guardia di Finanza. Non è un caso che uno dei musei più tipici della Valle d’Intelvi sia proprio il Museo del Contrabbando a Erbonne. Durante la Seconda Guerra Mondiale molti di loro si convertirono a una nuova attività: aiutare gli ebrei a mettersi al sicuro dai nazisti in terra elvetica. E terra di confine è rimasta anche oggi, popolata in buona parte da frontalieri che ogni mattina scendono sull’angusta strada della Val Mara per guadagnarsi il pane in Svizzera.
Si dice in paese che qui siano tutti «figli di contrabbandieri o di costruttori». Sì, perché basta fare un giro in paese per comprendere l’altra grande tradizione locale. Il paese presenta una collezione straordinaria di ville in stile Liberty, come Villa Turconi, Villa Poletti, Villa Reinach, Villa Petacci e molte altre, magnifici esempi di architettura dell’inizio del Novecento spesso edificate su commissione di ricchi milanesi, che qui amavano trascorrere le vacanze la prima metà del Novecento.
Il territorio regala scorci meravigliosi: la funicolare, attiva dal 1907 al 1977, collegava Lanzo alla sponda svizzera tramite Santa Margherita di Valsolda, proseguendo poi con un traghetto fino a Lugano. Inoltre, la Sighignola costituisce un punto panoramico d’eccezione: il cosiddetto “Balcone d’Italia”. Queste bellezze e unicità possono aiutare a far comprendere il senso di una decisione unica presa dalla giunta del Comune.
# La decisione della giunta: «No alla fibra»

IG
Dal primo gennaio 2017 Lanzo è entrato a far parte del Comune di Alta Valle Intelvi, che comprende anche i paesi di Scaria, Pellio e Ramponio Verna. Tutti uniti sotto la stessa guida amministrativa. Una guida amministrativa che ha appena aggiunto un nuovo, controverso, capitolo alla sua storia: la giunta comunale ha deciso che “qui la fibra non passerà”.
Con una delibera firmata dall’amministrazione guidata dal sindaco Marcello Grandi, il Comune ha deciso di “rinunciare all’intervento” di installazione della fibra ottica prevista dal piano BUL di Open Fiber Spa. Niente lavori, scavi o infrastrutture sul territorio: questa la decisione della giunta.
Nella comunicazione ufficiale si elencano le motivazioni: i lavori avrebbero comportato scavi e opere civili diffusi, con manomissione della sede stradale, la posa di pozzetti e armadi di grandi dimensioni, anche in aree storiche e pregiate, e in contesti con pavimentazioni in cubetti di pietra e selciati storici, su strade percorse da un traffico esiguo e carreggiata ridotta: tutto questo avrebbe deturpato il territorio e generato rilevanti disagi alla cittadinanza.
Il sindaco ricorda che già in altre frazioni come Ramponio e Verna erano stati eseguiti lavori analoghi, “ma non siamo stati assolutamente soddisfatti” . Inoltre, i lavori erano previsti nella seconda metà di luglio, quando la popolazione di Lanzo arriva a triplicare per la stagione turistica, e avrebbero interessato la zona centrale del paese, dove si trovano scuole, municipio, bar e negozi, caratterizzata da acciottolati in pietra di Luserna: un contesto tanto più sensibile.
La giunta ha sottolineato che la scelta è stata “ben ponderata”, imitando l’altro caso analogo di Limone Piemonte, e con la consapevolezza che, a breve, potrebbe essere disponibile una copertura equivalente a quella garantita dalla fibra, da altri operatori privati. In sostanza, la decisione della Giunta è di salvaguardare l’integrità del territorio ai fini del turismo, piuttosto che agevolare chi lavora a distanza e che necessita di connessione veloce.
# Tra i critici resta una speranza: il ricorso al TAR

La decisione ha scatenato un acceso dibattito sul territorio, sia nei canali ufficiali che sui social, dove circolano nei gruppi numerose prese di posizioni molto critiche sulla decisione. C’è chi definisce come “medievale” la decisione della Giunta, c’è chi sottolinea le ripercussioni che potrebbe avere su chi lavora a distanza, e di conseguenza sull’attrattività del territorio, e chi invita a traferirsi negli altri comuni della Valle Intelvi “più aperti alla tecnologia e al progresso”. Anche se c’è chi segnala come la parola fine potrebbe ancora non essere stata scritta: “Inutile dire che io speravo invece di avere prima o poi la fibra… uno, leggendo, dice ‘rinuncia’: ma Open Fiber potrebbe fare ricorso al TAR”, scrive un utente. Solo il tempo ci dirà, quindi, se Alta Valle Intelvi resterà un’isola (felice?) al riparo di una tecnologia sempre più invasiva oppure se, come la riapertura della funicolare, anche questa si trasformerà in una storia infinita.
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ANDREA ZOPPOLATO