Niente più TASSE in anticipo? Il GOVERNO al lavoro per ABOLIRE l’ACCONTO FISCALE

L’ipotesi sul tavolo e quando dovrebbe entrare in vigore la misura

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Bru-nO-pixabay - Tasse

Uno degli incubi per aziende e professionisti con partita iva potrebbe essere cancellato. L’ipotesi sul tavolo e quando dovrebbe entrare in vigore la misura.

Niente più tasse versate in anticipo? Il GOVERNO al lavoro per ABOLIRE l’ACCONTO FISCALE

# Il famigerato anticipo delle imposte 

Bru-nO-pixabay – Tasse

Il momento del versamento dell’acconto di fine anno, dopo quello dovuto al 30 di giugno, è uno dei peggiori per qualunque azienda o professionista con partita iva, dato che si anticipano le imposte che si dovrebbero pagare con la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a prescindere dall’effettiva produzione di reddito. Nel primo anno di attività si rivela una vera mazzata, mentre dal secondo con il meccanismo saldo/acconti si vanno detrarre gli acconti già pagati l’anno precedente e quindi l’esborso ci sarà sempre, meno oneroso ma costante. E soprattutto il vero problema: come si può anticipare qualcosa che ancora non si è ancora guadagnare? E che non si sa neppure se sarà riscosso?

# La proposta della Lega per abolire il maxi acconto fiscale a chi fattura meno di 500 mila euro

Credits raffaele_de_falco IG – Alberto Gusmeroli

L’ipotesi è quella di introdurre la norma della Lega proposta il 5 agosto 2020 con primo firmatario Alberto Gusmeroli, Presidente della commissione attività produttive e artefice della misura, direttamente nel decreto collegato fiscale alla manovra. Nello specifico si prevede di eliminare il maxi acconto del 30 novembre e trasformare il pagamento in mensile, rateizzandolo dunque da gennaio a giugno del 2024. Le parole di Gusmeroli: “Sarà un fatto storico, per la prima volta in 50 anni le imposte non si pagheranno più in anticipo ma ad anno concluso e reddito guadagnato.”

La misura dovrebbe riguardare le attività con un tetto di fatturato sino a 500 mila euro, anche se inizialmente solo i soggetti Isa (per i quali sono approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale). In numeri significa circa 3 milioni di aziende e migliaia di contribuenti, ma il governo è al lavoro per potere allargare la platea dei beneficiari anche ai dipendenti che hanno altri redditi e ai pensionati.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.