🔴 La STORIA della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI non sta in PIEDI: ecco cosa abbiamo scoperto

10 ore di treno al giorno per poter lavorare? "La realtà è un'altra"

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E’ diventata una grande star denunciando la sua storia rilanciata da tutti i principali giornali. Giuseppina Giuliano, bidella napoletana che per lavorare in una scuola di Milano ha dichiarato di prendere ogni giorno il treno da Napoli perché non si può permettere il costo di un affitto a Milano. Il successo sembra pagare: “mi hanno cominciato a contattare tv che mi vogliono invitare in trasmissione per raccontare la mia storia, e anche da gente comune che mi ha voluto esprimere solidarietà. Sono arrivate già chiamate di milanesi che vogliono offrirmi casa a un prezzo calmierato”, dichiara. Ma c’è qualcosa che non torna nella sua storia. Ma procediamo con ordine. 

La STORIA della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI non sta in PIEDI: ecco cosa abbiamo scoperto

# La sua storia: 10 ore di treno al giorno per poter lavorare

Giuseppina Giuliano

Tutto è nata dalla sua storia pubblicata su Il Giorno, subito rilanciata da tutte le più quotate testate nazionali. Il 18 gennaio il quotidiano milanese pubblica un articolo in cui racconta la vicenda di Giuseppina Giuliano, bidella napoletana che ogni giorno parte dal capoluogo campano per arrivare a Milano Centrale.

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Dal lunedì al venerdì sveglia alle 4, partenza alle 5:30 “con un Italo o un Frecciarossa” con arrivo a Milano per le 10. Turno di lavoro al liceo artistico Boccioni dalle 10:30 alle 17:30, per poi rientrare a casa con un treno delle 18:30 che arriva in stazione a Napoli alle 23:30. Perchè lo fa? Per quello che risulta un problema noto a chi vive a Milano, il caro vita: “Per quanto possa essere discutibile la mia scelta”, spiega Giuseppina Giuliano a Il Giorno, “io in questo momento la ritengo la più adeguata alla mia situazione. Perché non si tratta solo del costo dell’affitto che a Milano sarebbe alle stelle ma anche la vita, la spesa che sono tutti costi che io a Napoli non ho e invece vivendo qui sì. E sommando le varie spese che dovrei sostenere se vivessi a Milano ho calcolato che non solo non mi basterebbe il mio stipendio ma dovrei anche aggiungerci qualcosa. E il gioco non vale la candela”.

# “Sono al settimo cielo per la felicità”

Sembra che l’improvvisa ribalta possa aprire alla bidella superpendolare prospettive molto rosee. La sua storia ha colpito molti, come rivela lei stessa:  “Appena uscita la notizia sulla mia vita da pendolare, mi hanno cominciato a contattare tv che mi vogliono invitare in trasmissione per raccontare la mia storia”. Ma non solo. In perfetto stile della Milano dal cuore in mano, ha ricevuto il supporto “anche da gente comune che mi ha voluto esprimere solidarietà. Sono arrivate già chiamate di milanesi che vogliono offrirmi casa a un prezzo calmierato. Io sono incredula, non mi sembra vero, è come vivere in un sogno perché non mi sarei mai aspettata tutta questa solidarietà”. Tutto bello, tutto perfetto? Pare di sì.  “Sono veramente commossa e devo ammettere che sono anche un po’ sotto choc perché non mi è mai successo in vita mia di avere tutta questa visibilità. Io sono una ragazza semplice, alla mano, non ho mai chiesto niente a nessuno e questo clamore nei miei confronti mi lascia veramente senza parole. Sono al settimo cielo per la felicità”, conclude l’operatrice scolastica. Sembra la storia perfetta per un finale a lieto fine. Anche se qualcosa non torna. 

# I conti non tornano

I giornali cavalcano la notizia. I social però sembrano procedere in direzione opposta, come siamo abituati da qualche anno. L’operatrice scolastica sostiene che con uno stipendio di poco più di 1.200 euro mensili non si può permettere un affitto a Milano. Però molti si chiedono, è uno stipendio sostenibile con l’andata ritorno con Italo o Frecciarossa, come ha dichiarato, cinque giorni alla settimana da Napoli a Milano?

Con Italo non sembra possibile. Non prevede abbonamenti ma solo carnet di viaggi che per 20 giorni al mese sulla tratta Milano Napoli superano i 1.500 euro. Proviamo con Trenitalia. Anche in questo caso il carnet è fuori portata per l’operatrice scolastica: la migliore offerta prevede 20 viaggi a poco più di 1.600 euro. Però esiste la possibilità dell’abbonamento. La migliore offerta per il mensile è di 847 euro. Ma riguarda solo la fascia oraria più scarica, tra le 9 e le 17, quindi non quella della signora. E comunque si tratta di una cifra anche in questo caso non compatibile con il suo stipendio, senza considerare le oltre 10 ore di treno quotidiane da sostenere. 

Allora qual è la verità? Forse la verità emerge dalle sue stesse parole e da una testimonianza pubblica che getta ombre su questa storia. 

# “Il viaggio lo ha fatto due volte, poi si è messa in malattia” 

Davide Andriolo rivela che la realtà è un’altra. Scrive in un twitt pubblico di aver scoperto che la signora il viaggio Napoli Milano per lavorare l’avrebbe fatto solo “due volte”, cosa coerente con la dichiarazione della Giuliano di prendere “Italo o il Frecciarossa”, scelta alternativa che proverebbe l’assenza di abbonamenti o di carnet. Ma non finisce qui. Lo stesso Andriolo rivela che dopo queste due volte la Giuliano si sarebbe “messa in congedo straordinario, retribuito. Nonostante le avessero offerto una sistemazione non distante dalla scuola”. Altra rivelazione che troverebbe corrispondenza con le parole della stessa Giuliano che nell’intervista a Il Giorno ha anche ammesso che “il mio lavoro non mi pesa assolutamente e neanche gli spostamenti in treno, anche se a causa di tutti questi viaggi mi sono ammalata perché sin da piccola soffro di problemi ai polmoni”. Quanto scritto da Andriolo, il viaggio ripetuto solo due volte e la messa in malattia, trova conferma da una fonte interna al Boccioni, la scuola dove la donna presta lavoro. 

# Come finirà?

Storia vera o in buona parte inventata? Comunque sia, è indubbio che si tratta di un tipo di vita insostenibile. La cosa migliore sarebbe che la donna potesse trovare una sistemazione. Anche perché lei stessa dice di apprezzare Milano:

“Certo, spero che questa situazione non sia eterna perché ora sono ancora giovane e la fatica la sopporto, ma andando avanti con gli anni non credo. Comunque, sono fiduciosa e sono certa che il destino ha in serbo per me una bella casetta a Milano a un prezzo per me abbordabile. Così come sono riuscita a realizzare il mio sogno di trovare un lavoro che mi piace in questa città, sono certa che realizzerò presto anche questo mio desiderio”.

Forse sarà la proverbiale generosità dei milanesi a mettere a tacere ogni ombra e a concedere un lieto fine a questa storia.

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