Javier MILEI, libertario, ultraliberista, anti-Woke, vince le ELEZIONI PRESIDENZIALI in ARGENTINA: queste le sue IDEE più FORTI

Comunque andrà, si tratta della novità più incredibile a livello politico negli ultimi anni. Ora ci si chiede se porterà avanti le sue idee rivoluzionarie, come quella di smantellare l'apparato statale, da lui definito "un furto legalizzato"

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Risultato a sorpresa. Il candidato libertario, ultraliberista, antiwoke, ha ottenuto la maggioranza dei voti al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Argentina. Comunque andrà, si tratta della novità più incredibile a livello politico negli ultimi anni. Ora ci si chiede se porterà avanti le sue idee rivoluzionarie, come quella di smantellare l’apparato statale, da lui definito “un furto legalizzato”. 

Javier MILEI, libertario, ultraliberista, anti-Woke, vince le ELEZIONI PRESIDENZIALI in ARGENTINA: queste le sue IDEE più FORTI

Javier Milei, economista libertario e ultraliberista di 53 anni, senza esperienza di governo, ha ottenuto quasi il 56% dei voti alle presidenziali in Argentina. Ha sconfitto Sergio Massa, il ministro dell’Economia di centrosinistra che ha lottato per risolvere la peggiore crisi economica del paese negli ultimi due decenni.

Una scelta drastica degli elettori argentini che chiedono un cambiamento radicale a un governo che ha fatto crollare il peso, ha portato l’inflazione alle stelle e più del 40% della popolazione nella povertà. Con Milei l’Argentina sceglie di fare un salto nell’ignoto. Anche perché si tratta di un uomo che ha fatto campagna elettorale con le idee più estreme nel mondo libertario e liberale a livello mondiale. Ma cosa ha promesso Milei?

# Le promesse di Milei

In sintesi, il nuovo Presidente d’Argentina intende mandare in frantumi l’intero sistema. Partendo da un semplice assunto: la libertà individuale è sacra e va spinta fino al massimo delle possibilità difendendola dal settore pubblico. 

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Tra le sue ricette c’è quella di risolvere i perenni problemi economici dell’Argentina effettuando drastici tagli al bilancio, si è impegnato a dollarizzare l’economia, a chiudere la banca centrale e a limitare il numero dei ministeri da 18 a otto riducendo lo Stato al livello minimo indispensabile.

La novità di Milei rischia di creare contraccolpi non solo all’interno dell’Argentina ma anche nelle relazioni internazionali, soprattutto in un continente dominato da leader di sinistra. Milei ha dichiarato di non poter consentire che il suo Paese possa fare affari con le nazioni che come la Cina non garantiscono i principi di libertà fondamentali ai propri cittadini. Tra i suoi bersagli anche Papa Francesco definito un “malvagio” uomo di sinistra. Milei si è scagliato contro la propaganda di sistema definendo il cambiamento climatico una “menzogna socialista” e ha detto che avrebbe indetto un referendum per annullare la legge di tre anni che legalizza l’aborto.

Da un lato è osteggiato dal cosiddetto mainstream internazionale, dall’altro riscuote consenso tra alcuni battitori liberi come Elon Musk che con la vittoria di Milei ha predetto che “la prosperità è in vantaggio per l’Argentina”.

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ANDREA ZOPPOLATO

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.