La casetta verde «intrappolata» nel grattacielo della Regione

L'effetto matrioska dei palazzi in Italia. Dalla celebre Porziuncola in Umbria alla casa verde nel palazzo della Regione. Quali sono i motivi per il quale sono stati inglobati da strutture più grandi?

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Credits: ilcinemadelcarbone.it

Dalla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli alla Casetta Verde di Milano: l’effetto matrioska dei palazzi d’Italia. Chi per motivi storici e chi per mancati accordi. Di cosa stiamo parlando?

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La casetta verde «intrappolata» nel grattacielo della Regione

# Lo storico precedente: la Porziuncola, la “Chiesa nella Chiesa”

Credits: avvenire.it

La piccola chiesa di Porziuncola è situata all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi. Conosciuta in tutto il mondo per essere stata la chiesa in cui San Francesco comprese la sua vocazione, accolse Santa Chiara e i primi frati francescani e dove ricevette il Perdono di Assisi. La particolarità di questa chiesa, tralasciando i motivi storici e religiosi, è il fatto che si trovi all’interno di un’altra chiesa, più precisamente di una Basilica che fu costruita successivamente. Infatti se la chiesa di Porziuncola risale al 1200, la Basilica di Santa Maria degli Angeli è stata costruita negli anni che vanno dal 1569 al 1679. 

Questo precedente storico celebre in tutto il mondo è il riferimento più alto per passare a questa bizzarra storia della Milano dei nostri giorni. 

# La Casetta Verde di via Bellani: anche Milano ha la sua Porziuncola

Credits: regione.lombardia.it

Non si tratta di una chiesa in una chiesa, bensì di una casa rimasta intrappolata in un grattacielo. Stiamo parlando della Casetta Verde di via Bellani, inglobata nel grattacielo della Regione Lombardia. Sono 14 i condomini residenti all’interno di questa costruzione che tutt’a un tratto si ritrovò stretta su tre lati dalle braccia dell’incombente Palazzo Lombardia. In realtà si fece di tutto per fare mandare via i condomini, lasciando spazio così al grattacielo: inizialmente venne proposta una valutazione di 1.000 euro al metro quadro, giudicata molto al di sotto dei valori di mercato, poi una permuta con appartamenti di pari superficie, in zone però considerate non congrue. Le famiglie rifiutarono ogni offerta, affezionati alla loro abitazione.

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# Conflitti e risoluzioni tra cittadini e regione. La casa verde non molla

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«Ormai siamo abituati a essere circondati da queste propaggini del grattacielo. Non vedo più il tramonto, la Grigna o il Resegone ma i vetri di fronte riflettono il sole, le nuvole, la nostra casa. C’è uno spiraglio su Porta Nuova. I danni al cortile ancora non ce li hanno sistemati. Solo adesso abbiamo trovato l’accordo» è ciò che afferma Milena Porcari, una dei condomini del palazzo verde. Dal periodo della costruzione del grattacielo alle conseguenze successive come il calcare nelle tubature o i danni al cortile. Sono numerosi i problemi causati dall’enorme costruzione attorno alla casetta verde, ad esempio le curve vetrate fanno convergere i raggi solari sulla palazzina come in uno specchio parabolico, ma ciononostante i residenti non mollano.

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MARCO ABATE

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Marco Abate
Laureando in Scienze dell’Organizzazione presso l’Università Bicocca di Milano. Nato a Monza e da sempre amante della tecnologia e degli animali. Affascinato dai social network e dalla creazione di contenuti multimediali.

1 COMMENTO

  1. Sono stato abitante e la mia famiglia è tuttora proprietaria di uno degli appartamenti di questa casa verde dagli anni 80.
    Questo articolo mente su vari punti e ne omette altri importanti.
    Il più rilevante è: nessuna reale proposta di acquisto o di permuta fu fatta, fu ventilata un’offerta di poco più di mille euro al metro quadrato, irrilevante e molto al di sotto del prezzo di mercato, senza nessun contributo per un eventuale trasloco, spese notarili, eccetera. Nessuna proposta reale di permuta fu fatta. Io personalmente avrei serenamente valutato l’ipotesi, perché no dopotutto?
    Inoltre la vaga e proposta fu fatta a cantiere avviato da oltre un anno.
    Il diritto di passo di cui parlano mi pare un’altra invenzione. All’immobile si accede unicamente dal numero civico 3 di via Bellani, che da direttamente sulla strada, quindi di cosa stiamo parlando? Che diritto di passo?
    L’articolo omette il fatto che il cantiere -e lo dico per esperienza diretta, avendo abitato li dal settembre 2006, due mesi prima dell’inizio lavori- lavorasse 24 ore su 24, 7 giorni su sette, inclusi quasi tutti i giorni festivi (ricordo che lavorarono anche il 1 maggio). Alle 4 di notte in qualsiasi stagione c’erano attività: gru, martelli pneumatici, schiacciasassi, mezzi e persone. Avevano sovrascritto qualsiasi norma su orari, inquinamento acustico anche notturno, distanza minima fra gli edifici. Ciliegina sulla torta l’edificio ha delle curve vetrate che fanno convergere i raggi solari come in uno specchio parabolico e per anni in alcuni orari del tardo pomeriggio in certe stagioni surriscaldavano la parete di alcune delle case in via A.Paoli a temperature estreme, sciogliendo (giuro, l’ho visto con i miei occhi) le tapparelle di plastica, pare a volte innescando anche un incendio.
    L’idea che mi sono fatto io (anche vedendo i plastici di progetto) è che non avessero detto in fase di concorso che quella casa non era stata presa in considerazione e considerata reale ed esistente.

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