La sfida di Seul contro la solitudine dei suoi cittadini: che cosa si potrebbe fare anche a Milano?

Sempre più cittadini si trovano in una condizione di solitudine e isolamento nelle grandi città. Cosa sta facendo Seul e cosa potrebbe fare Milano

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Credits Andrea Cherchi - Persona sola a Milano

Un fenomeno che colpisce anche Milano e che si è acuito negli ultimi decenni. Ecco come ha deciso di intervenire la capitale sudcoreana e in che modo potrebbe prendere spunto Palazzo Marino.

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La sfida di Seul contro la solitudine dei suoi cittadini: che cosa si potrebbe fare anche a Milano?

# Un investimento di 327 milioni di dollari nei prossimi cinque anni

Credits Jamesgraphy-pixabay – Seul

La solitudine, con tutte le conseguenze del caso quali depressione, suicidio o morte senza nessuno ad accompagnare verso l’ultimo viaggio, è una delle condizioni in cui si trovano a vivere decine di migliaia di cittadini sudcoreani. Le persone decedute da sole in casa sono salite dalle 2.412 del 2017 alle 3.661 del 2023, gli “hikikomori”, giovani che scelgono di vivere da reclusi, erano 244.000 nel 2022. Per questo motivo la capitale Seul ha deciso investire 327 milioni di dollari nei prossimi cinque anni a supporto di anziani e giovani con l’obiettivo di “creare una città in cui nessuno sia solo”.

# Queste le iniziative previste

seul
Seul

Il piano si articola in diversi interventi e prevede:

  • una rete di psicologi disponibile 7 giorni su 7, 24 ore su 24, con una piattaforma online per fornire consulenze e un servizio di visite personali distribuite sul territorio;
  • un “sistema” per identificare i residenti isolati che hanno bisogno di aiuto;
  • creazione di spazi verdi e attività sociali come il giardinaggio, sport e i club del libro per riconnettere le persone isolate;
  • piani alimentari nutrizionali per persone di mezza età e anziani, coinvolti in questo caso soprattutto gli uomini.

Una sfida enorme che tutte le grandi città del mondo sono chiamati a raccogliere, Milano compresa.

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# Cosa si potrebbe fare anche a Milano?

Credits Andrea Cherchi – Persona sola

A Milano circa il 57% della famiglie è single e la depressione, in molti casi conseguenza della solitudine, registra un tasso annuo di crescita del 6%. A questo si aggiunge l’invecchiamento della popolazione: oltre l’8,4% è over 80​​ e sola, condizione che può portare altri problemi di salute quali ansia, malattie cardiovascolari e demenza senile. Cosa potrebbe fare il Comune di Milano per arginare il problema della solitudine? Ecco alcune iniziative che si potrebbe implementare:

  • sportelli di ascolto e supporto comunitario in ogni quartiere dove i cittadini possano ricevere supporto psicologico e consigli su come connettersi con attività sociali locali, mettendo a rete l’impegno di realtà come MilanoAltruista, un’associazione che facilita, attraverso i suoi volontari, visite e aiuti a domicilio;
  • un programma di iniziative di volontariato che abbini persone sole con cittadini disponibili a offrire compagnia per passeggiate, eventi o attività culturali;
  • orti e spazi comunitari nei quartieri trasformando spazi inutilizzati in orti e giardini condivisi, dove i residenti possano socializzare, partecipare a workshop e contribuire a un progetto collettivo;
  • centri di quartiere per eventi e incontri tematici che offrano attività culturali come cineforum e laboratori creativi, promuovendo incontri su interessi condivisi, partendo magari dal programma “Custodi Sociali” attivo da alcuni anni in città;
  • voucher culturali e sportivi per corsi sportivi, spettacoli e attività culturali, con priorità per persone in situazioni di isolamento, favorendo momenti di svago e nuove connessioni.
  • attività di partecipazione attiva a decisioni di interesse comune: si potrebbe ripristinare qualcosa di simile all’antico Senato, luoghi in cui i rappresentanti più anziani possano mettere a disposizione la loro esperienza per decisioni di interesse comune
  • creazione di Fondazione della Terza Età: si potrebbe dare la possibilità alle persone anziane di destinare una parte dei loro risparmi in quote di una Fondazione che selezioni e finanzi progetti no profit. In questo modo gli anziani potrebbero partecipare alla selezione e sentirsi più gratificati per il contributo alla società. 

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.