E se a Est sorgesse una nuova Milano?
# E se invece di nuovi palazzi costruissimo un’intera città?
A Milano manca lo spazio. Ormai le cubature si sono utilizzate tutte. All’orizzonte non si vedono più opportunità per costruire qualcosa di nuovo. E se all’orizzonte invece di nuovi palazzi si vedesse un’intera città? Come il Brasile che da zero ha costruito la sua nuova capitale. Lo spazio c’è.
# Un nuovo modello urbano: “Milano Est”
Questa nuova Milano potrebbe estendersi da Segrate a Mediglia e Paullo. Non rappresenterebbe solo un’espansione fisica di Milano, ma una vera e propria “Milano parallela“, riprogettata per rispondere alle esigenze della “città madre” alla luce delle esigenze del mondo contemporaneo. Sarebbe una città “sperimentale”, costruita ex novo, come nel caso di Brasilia, con una pianificazione orientata alla funzionalità e alla vivibilità.
L’obiettivo principale sarebbe alleggerire il carico che ora Milano sopporta da sola, creando qui i nuovi spazi abitativi e le infrastrutture, anche per ridurre il caro-affitti, oggi tra i più elevati d’Italia. La necessità di abitare la nuova città potrebbe diventare un’opportunità per il Comune di Milano di adottare politiche di sgravi fiscali e agevolazioni, incentivando i milanesi e, soprattutto, gli “stranieri” a trasferirsi qui, contribuendo a riequilibrare i prezzi immobiliari. Ma non solo questo. La prima trasformazione sarebbe la creazione di un nuovo centro. Un centro grandioso e superverde.
# L’idroscalo diventerebbe un Central Park, la “cerniera” tra le due Milano
Il nuovo centro di Milano sarebbe un parco, quello dell’Idroscalo. Un parco come centro sarebbe anche il simbolo di una nuova visione, quella di una città avanguardia nel green. Una città che se qualcosa non lo ha, come il verde, se lo crea da zero. Come ha fatto con il mare, con l’Idroscalo, o con la montagna, con il Monte Stella. L’Idroscalo fungerebbe da “parco centrale”, esattamente come il Central Park di New York, e costituirebbe la “cerniera” tra la parte occidentale, Milano, e quella orientale, Milano Est.
Il lago artificiale, già circondato da strutture sportive e aree ricreative, potrebbe essere arricchito con percorsi naturalistici, giardini tematici, spazi per eventi e un sistema di navigazione per piccole barche elettriche. L’Idroscalo avrebbe così la possibilità di diventare il principale centro di aggregazione della nuova “città doppia”, offrendo un’oasi naturale a due passi dalla zona di vita o lavoro. Ma la vera rivoluzione sarebbe per la mobilità.
# Milano Est: l’hub di mobilità con l’intero hinterland
Progettando una città da zero, la mobilità sarebbe concepita come priorità fondamentale. Milano Est potrebbe essere collegata a Milano tramite un’estensione della Linea Blu (M4), con fermate già previste a Segrate e Idroscalo. Una volta completata la città, la M4 potrebbe attraversarla completamente, con una rete di biforcazioni numerate progressivamente a partire da M4.1. Inoltre, sarebbe necessario un collegamento metro diretto tra il centro di Milano Est e la fermata Duomo, senza ulteriori fermate.
Così trasformata, la M4 diventerebbe una linea portante della mobilità milanese, offrendo una connessione diretta e costante tra il cuore di Milano e il resto dei suoi quartieri. Non solo: Milano Est ospiterebbe un grande hub tra alta velocità e connessioni urbane, già in programma a Segrate. E poi da qui partirebbe una circle line di collegamento con l’intero hinterland di cui Milano Est diventerebbe il fulcro nevralgico.
# Avanguardia della mobilità urbana e interurbana
Inoltre, Milano Est, costruita dal 2025, sarebbe il luogo ideale per testare soluzioni innovative di mobilità per Milano. Per esempio, potrebbe ospitare le prime piste ciclabili sopraelevate, i silos di parcheggio interrati e persino un tunnel sotterraneo, come la “Strada interrata Silos Linate – Silos Milano Est”. Inoltre, un centro città accessibile solo a biciclette, monopattini e scooter elettrici potrebbe essere una proposta interessante. Un’altra innovazione sarebbe l’introduzione di mezzi pubblici “on-demand”, ossia veicoli elettrici e autonomi che si muovono secondo le esigenze degli utenti, praticabili inizialmente quando la città non sarà ancora densamente popolata, per poi essere riservati alle zone off-limits per le auto.
A proposito di innovazione, Milano Est potrebbe essere anche il luogo ideale per testare la possibilità di installare mini-reattori nucleari, rispondendo così alla crescente domanda energetica in modo sostenibile. Potrebbe ospitare una serie di piccoli reattori nucleari a bassa emissione e a basso impatto ambientale, garantendo energia a basso costo e sostenibile per i nuovi quartieri, e in futuro anche per Milano.
# Il polo amministrativo e il vice-sindaco di Milano Est
La creazione di Milano Est rappresenterebbe un’opportunità anche per testare un nuovo modello di governance. Una figura interessante per garantire una gestione efficace della città potrebbe essere il vice-sindaco tecnico: un funzionario nominato dal sindaco di Milano, incaricato di occuparsi esclusivamente della città e del suo rapporto con Milano.
Per alleggerire il carico della macchina amministrativa milanese, si potrebbe immaginare, una volta operativo il collegamento diretto centro-centro, la creazione di un “Campus Amministrativo” decentralizzato. Questo campus semplificherebbe l’accesso ai servizi pubblici da parte dei cittadini, con uffici organizzati per tematiche (come lavoro, sanità, cultura) e spazi multifunzionali per eventi e incontri. Potrebbe ospitare anche coworking e incubatori d’impresa, incentivando lo sviluppo di attività locali e creando un ecosistema stimolante per l’imprenditorialità dell’area.
Inoltre, per facilitare l’accesso ai servizi pubblici, questi potrebbero essere resi disponibili tramite app e sportelli digitali diffusi nei quartieri, riducendo la necessità di spostamenti.
# Milano Est: la soluzione definitiva al caro-affitti milanese?
Milano Est potrebbe rappresentare una risposta all’emergenza abitativa e al caro-affitti di Milano. Incentivi fiscali e sgravi sugli affitti, oltre a bonus di insediamento per giovani, famiglie e studenti, potrebbero attrarre nuove categorie di residenti. Questa strategia non solo bilancerebbe la pressione abitativa sul centro, ma potrebbe anche favorire la rapida crescita della nuova città.
Per evitare che Milano Est diventi una zona puramente residenziale e “spenta”, si potrebbero introdurre incentivi anche per i locali commerciali, favorendo l’apertura di negozi, ristoranti e spazi culturali che animino l’area. Le piazze centrali, con spazi all’aperto per eventi, mercati rionali e attività culturali, potrebbero essere luoghi d’incontro che favoriscano la socializzazione e il senso di comunità.
La progettazione degli spazi residenziali potrebbe includere giardini comuni e orti urbani condivisi, promuovendo la coltivazione locale e un senso di appartenenza tra i residenti. L’illuminazione pubblica, studiata per garantire sicurezza e vivacità serale, potrebbe integrare installazioni artistiche e soluzioni a basso impatto ambientale, creando un’atmosfera accogliente e distintiva.
Continua la lettura con: La Milano del futuro sarà «decentrata»: area C per turisti e periferie al centro? I quartieri su cui scommettere
MATTEO RESPINTI
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E’ molto più semplice: basterebbe fare come a Roma: proclamare tutta la città metropolitana sermplicemente come Milano e basta. Non ci sarebbe più una provincia, ma questo è il meno Si sarà in grado diu fare un salto di questo genere? Del resto tutte le grandi città europee hanno una superficie molto più grande di quella di Milano città
Bene, è rimasta un po’ di campagna est, avanti con il cemento anche là che è quello che serve alla zona con l’aria più inquinata d’Europa
Cemento&nucleare.
Proporre ad un territorio completamente dimenticato dalla Città di Milano e non solo (si vedano, ad esempio, le decennalli inascoltate richieste di avere il prolungamento della M3 per ridurre il traffico sulla Paullese e il connesso inquinamento) di diventare anche luogo di sperimentazione per i servizi / le necessità milanesi ritengo sia inaccettabile per i cittadini. Dimenticati fino a oggi e terreno di sperimentazione per domani? Minireattori nucleari? Spostare i migranti? Creare nuovi centri per la movida? Mi sembra un buon modo per ripulire il salotto Milano a scapito di altri che dovrebbero sorbirsi, in aggiunta, anche una megacementificazione nel bel mezzo del parco agricolo. Per quanto mi riguarda, no grazie! Idea pessima. Segrate, Paullo e Mediglia (ma aggiungo anche Pantigliate, Peschiera Borromeo, San Donato e mi perdonino gli altri paesi del circondario se non li nomino tutti) hanno bisogno di ben altro! Domanda senza polemica, davvero, al Dott. Respinti: quella linea blu sulla cartina è stata tracciata dopo aver visitato (parecchie volte, mi auguro) e studiato quelle zone o semplicemente “mappa alla mano” perché “lì c’è spazio”?
Sono rodanese e abito in un paese che accoglie insieme a Settala e a Pantigliate i fontanili delle Sorgenti della Muzzetta protette dal Parco Sud che risponde da un anno alla Regione Lombardia e non più alla Città Metropolitana. Rodano è un baricentro verde in un’area ancora agricola, ma circondata dalla pressione sempre più potente della Logistica che in Martesana sta dilagando in presenza di direttive deboli delle istituzioni comunali e regionali. Il sogno di una seconda realtà abitativa che va dall’Idroscalo fino a Mediglia non è male! Se l’iniziativa verrà lasciata in mano al solo soggetto privato vorrà dire distruggere le comunità dei paesi esistenti e l’ambiente storico naturalistico del territorio con conseguenze imprevedibili sul consumo del suolo a discapito di una agricoltura esistente capace di gestire la rete idrica trascurata da amministratori e da tecnici istituzionali che non conoscono il territorio come lo conosce l’agricoltore….Occorre che il sogno venga divulgato e condiviso soprattutto dai ragazzi che godranno o piaceranno a secondo di come il sogno prenderà corpo.
Secondo me Milano si dovrà sviluppare anche verso Ovest non solamente a Est. Ma anche a Nord speriamo con la metrotranvia interperiferica.
Sintetica osservazione , concordo. Già ci sono tangenziali , aeroporto, aree inquinate . Vogliamo lasciare il verde residuo del parco sud sud est ?Lasciare e magari ampliare il Parco di Idroscalo? Noo? Anche il micronucleare, 🙁 che ideona! Milano è piccola , mai stato a Londra Sig.Filodofo Respinti ( nomen -omen) ?
Allora basterebbe collegare bene città e cittadine limitrofe belle già esistenti BG , CR , LC, Monza ,PV , PC, Lodi , Pandino ecc non voglio dimenticare nessuno , anzi! e di case, monumenti , ville, castelli ce ne sono in località più affascinanti di un allargamento cementifero di Milano. Mezzi efficienti e verde.E sicurezza se nò non tornerà ad essere.
Per quanto sia affascinante come idea quella di costruire una città urbanisticamente perfetta per decongestionare Milano, la soluzione potrebbe essere notevolmente più semplice, prendendo spunto dai modelli di crescita delle grandi metropoli europee, senza fare l’errore di cementare tutto.
Potenziare il trasporto pubblico verso centri già esistenti, a nord verso Como, Lecco e Bergamo, oltre a collegarli meglio a Milano andrebbero collegati bene tra loro, se il sistema ferroviario divenisse più efficiente questi centri potrebbero essere una validissima alternativa, sono centri già esistenti, con servizi e viabilità già esistente, basterebbe migliorarli.
Stesso discorso verso Lodi, Varese e Pavia.
Tutte usate città sono più o meno alla stessa distanza da Milano, si potrebbe costituire una cintura di interconnessione per rendere più sostenibile vivere e lavorare in questa cintura senza l’esigenza di doversi muovere verso Milano, o abbassandola di molto.
Troppo cemento, bisogna salvaguardare i parchi e piantare alberi vicino ai condomini, poi tutto si può fare,io personalmente vorrei andarmene da Pioltello
A Milano non riusciamo a fare uno stadio nuovo e pensiamo addirittura di poter fare una città. Imbarazzante
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