MILANO CITTÀ STATO, LA CHIAVE PER FARE RIPARTIRE L’ITALIA

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milano citta stato europa
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Milano è la città più aperta al nuovo in Italia. Se si considera solo il secolo passato, Milano è stata la città a dare vita ai movimenti che, nel bene o nel male, hanno avuto più impatto nella storia d’Italia.
È la città che ha dato origine al futurismo, al fascismo, è stata simbolo del miracolo economico e la massima espressione del craxismo degli anni ottanta, è la città che con l’inchiesta “mani pulite” ha segnato il tramonto della prima repubblica, almeno al vertice, e ha aperto la strada a vent’anni di berlusconismo.

A Milano ciò che è nuovo spesso è giudicato superiore, semplicemente perché è più nuovo. Ma l’apertura al nuovo di Milano, non basta: Milano è l’unica città in Italia dove il sistema di amministrazione pubblica può essere messo in discussione.
Milano è la città che ha più diffidenza per la burocrazia della pubblica amministrazione ed è la città dove i cittadini spesso si sono organizzati per sopperire alle carenze del pubblico.
A queste ragioni storiche se ne aggiunge una che potrebbe essere determinante: il momento straordinario che vive oggi Milano.

Milano è una città che si è radicalmente trasformata negli ultimi anni.
Expo è stata un momento simbolico, di presa di coscienza dei cittadini nella propria capacità di organizzarsi e di mostrarsi al mondo in modo unito, invece che diviso come si agiva in passato.
In pochi anni Milano è diventata una città collaborativa e trasversale.
È tramontata la città divisa in gruppi omogenei, stratificata in gerarchie, al suo posto ha preso vita una società dove tutti frequentano persone molto diverse da loro e dove ognuno può venire in contatto con personalità che in passato sembravano irraggiungibili.
È la città che inneggia alla partecipazione, che pretende di concorrere alle scelte più importanti per la comunità, invece che delegare in bianco all’amministrazione comunale.

È la città che ha visto nascere organizzazioni spontanee per intervenire dove la pubblica amministrazione non riesce ad intervenire: ci sono associazioni che aiutano chi è in difficoltà, associazioni che si prendono cura del bene comune, associazioni che sostengono progetti innovativi per la città.
Ci si occupa del bene comune per presa di coscienza che chi lo dovrebbe fare, il settore pubblico, non è in grado di farlo.
Milano, dopo aver vissuto per decenni concentrandosi quasi completamente sul successo personale e sul potere individuale, sta scoprendo la bellezza dell’occuparsi del bene comune insieme agli altri. Lo si fa non per ambizione personale ma per semplice e naturale desiderio di vivere in un luogo migliore. Non basta più come orizzonte quello di casa propria: oggi l’orizzonte dei milanesi è l’intera città.
Così come si vuole vivere in una casa più bella, si vuole vivere anche in una più bella città.

A Milano si vive un momento di portata storica che potrebbe segnare non solo la destituzione dell’impianto della prima repubblica ma perfino qualcosa di più ambizioso, qualcosa che potrebbe segnare un cambiamento epocale anche per il resto del mondo.
Milano può essere la prima città a segnare il tramonto delle ideologie e delle categorie politiche ottocentesche che, nonostante la caduta del muro di Berlino, restano ancora un elemento di divisione nelle società contemporanee. Si tratta di categorie figlie di un mondo che non c’è più, un mondo che nell’ottocento aveva problemi e caratteristiche radicalmente diversi rispetto a quelli delle nostre società.
Milano potrebbe essere la prima città che dimostra che affrontare i problemi e le esigenze della società di oggi con categorie ideologiche di una società che non esiste più, è qualcosa che non ha senso. E che invece di risolvere problemi, li rende ancora più grandi.
Milano è la città che potrebbe affrontare diversi tabù che dividono le comunità, che generano odio e aggressività inutili e che, soprattutto, bloccano le nostre società dal progredire, che è la vocazione a cui ogni comunità viene chiamata dalla storia.

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Milano città stato è tutto questo. Prima di capire il come, si vuole chiarire il perché.
Il perché di Milano città stato è una situazione storica di profonda emergenza, dello stato italiano, e di grave arretratezza di pensiero politico, di tutto il mondo occidentale.
Nel momento in cui il sogno dell’Europa sembra svanire, sogno col quale sono cresciute le generazioni che oggi gestiscono economia, industria, amministrazione, università, serve un nuovo sogno, serve un nuovo progetto che possa essere di coesione non di divisione.
Questo progetto può inizialmente avere luogo solo su uno spazio limitato in cui i confini devono essere definiti e dove si possa sperimentare un’autonomia molto accentuata rispetto a ciò che sta fuori da tali confini. E il posto migliore per farlo è Milano.

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.