Sta sorgendo il GRATTACIELO IN LEGNO più ALTO del mondo

350 metri per il grattacielo, moltiplicati per i 350 anni di storia del costruttore: nasce un capolavoro di vetro, acciaio e legno

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credits: @sohlen_design IG

350 metri per il grattacielo, moltiplicati per i 350 anni di storia del costruttore: nasce W350, capolavoro di vetro, acciaio e legno. Ecco dove sarà e come sarà.

Sta sorgendo il GRATTACIELO IN LEGNO più ALTO del mondo

# Tutti i numeri di W350

credits: startupitalia.eu

Si chiamerà W350 l’edificio che – quando verrà inaugurato nel 2041 – sarà il grattacielo più alto del mondo realizzato con il legno. Nel progetto di W350 sono compresi 70 piani complessivi fuori terra, destinati ad abitazioni, uffici, spazi commerciali, giardini pensili e cascate d’acqua. W350 sarà la vetta più alta di un complesso edilizio di altri 70 edifici, interamente edificato su oltre 6.500 mq e che svilupperà una superficie complessiva calpestabile che supera i 455k mq.

Numeri da capogiro o meno, il progetto è affidato allo studio di architetti Nikken Sekkei, mentre la realizzazione è a cura dell’impresa Sumitoro Forestry, che farà di tutto per rispettare la data di consegna, in quanto proprio nel 2041 compirà i 350 anni di attività. Si tratta di una tecnica innovativa, che coinvolge al rialzo anche i costi. Si stima che realizzare la torre costerà all’incirca 600 Miliardi di Yen (pari a quasi 4,5 MLD di Euro), praticamente il doppio del costo per realizzare l’identico palazzo con materiali e metodi tradizionali. Va però considerato che la manutenzione futura dovrebbe costare di meno e tutto il grattacielo avrà un minore impatto ambientale, rispetto alla medesima superficie tirata su con calcestruzzo armato.

# Rimboschimento verticale

credits: beyondthemagazine.it

Come riporta il sito LifeGate W350 avrà i suoi 70 piani arricchiti da piante e verde selezionato. La scelta, oltre che esteticamente gradevole, premia ancora l’intuizione di Stefano Boeri, ovvero utilizzare la superficie verticale per il rimboschimento urbano. Al verde pensile e affacciato dai balconi di W350 è delegato infatti il compito di filtrare la luce solare e farne sintesi clorofilliana, per aiutare l’ambiente urbano a rigenerare parte dell’ossigeno “perduto” con la superficie costruita, prevedibilmente sottratto alla natura.

La scelta del legno è un’opportunità estetica ma non solo. Il legno in Giappone è da sempre un’industria molto fiorente, andata leggermente in crisi per poco sfruttamento della materia prima – ora abbondante – proprio per le scelte radicali legate alla sostenibilità a tutti i costi. L’intero nuovo complesso di Tokyo, dunque, è pensato anche per dare “ossigeno” al comparto legno nipponico. Da non dimenticare poi che il Giappone è zona altamente sismica. Ebbene il legno ha le qualità perfette per essere sfruttato in chiave anti-sismica. Il progetto della torre W350, infatti, sfrutta una sapiente arte di mix tra acciaio, legno e vetro per garantire la stabilità dell’edificio, rispettando i rigidi parametri che l’edilizia giapponese ha saputo sviluppare nei secoli di convivenza con le scosse telluriche.

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# Meno cemento, più estetica

credits: LifeGate

L’impiego del legno significa al contempo meno uso di cemento. Anche in questo caso, oltre alla ricerca della bellezza estetica (che non guasta mai), significa utilizzare meno dispendio energetico e di acqua, se pensiamo a come viene prodotto il calcestruzzo. Al legno del complesso, infine, è deputata la funzione di assorbimento di una parte del particolato e delle emissioni urbane, che diventeranno di fatto composti organici. Si stima che il legno totale impiegato per W350 si aggiri intorno ai 185 mila metri cubi.

La manutenzione delle parti esterne in legno, avverrà anche attraverso la loro sostituzione parziale e progressiva, fattore che alimenterà l’industria del legname anche nei decenni successivi alla costruzione, auto generando domanda di questa materia prima anche a coloro che nel frattempo si saranno dedicati alla necessaria riforestazione.

# Le scelte del Giappone e del mondo

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C’è tutta una scelta politica di lungo corso dietro a queste caratteristiche. In Giappone, infatti, grazie allo sviluppo delle tecniche sono stati distribuiti dei veri e propri incentivi, che hanno istituito l’uso sistematico del legname per la realizzazione degli edifici pubblici di almeno 3 piani; grazie a questi incentivi tutto il comparto edilizio utilizza sempre più il legno per la costruzione di palazzi nuovi, anche ad uso residenziale e commerciale.

Nel mondo ci sono già esempi di torri realizzate e/o rifinite con questo materiale. C’è la Mjøsa Tower di Brumunddal in Norvegia, 85 metri e 18 piani, che per ora conserva il titolo di edificio più alto del mondo in legno. 34 piani saranno pronti nel 2023 a Stoccolma, per un palazzo costruito con l’anima in cemento armato e interni in legno, acquisendo un nuovo primato. I record sono destinati ad inseguirsi poi con l’inaugurazione a Chicago di una doppia torre residenziale, di cui una alta 228 metri. Più piccolino ma degno di menzione, infine, uno studentato della British Columbia University di Vancouver, alta 53 metri e realizzata in soli 70 giorni grazie all’utilizzo di elementi prefabbricati.

# Milano potrebbe prendere spunto

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Questo concetto di foresta urbana, sembra destinato a rinnovare il significato dell’edilizia: stop al focus incentrato solo sul risparmio e sui materiali più conosciuti, anche se, come abbiamo visto, l’impiego del legno arriva a costare fino al doppio dello standard conosciuto oggi. Emerge l’introduzione di un elemento caldo, confortevole e gradevole, per vivere al meglio la casa, l’ufficio o lo shopping. Sarà una svolta per innalzare la qualità della vita? Se così fosse, possiamo dare una chance a Milano, introducendo queste materie prime anche da noi?

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LAURA LIONTI

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Laura Lionti
Tecnico del suono milanese, nata da milanesi importati dalla Sicilia. Il mio quartier generale è sempre stato il Gallaratese con i suoi giardini e il verde, difeso a volte a spada tratta. Sogno che Milano si candidi a luogo ideale per creare un laboratorio a cielo aperto che ricerchi e trovi la soluzione per le Smart Cities, Città e comunità sostenibili: obiettivo 11 degli SDGs

1 COMMENTO

  1. Articolo molto interessante(come quasi tutti quelli della signora Liontiche che mi piacerebbe conoscere di persona, visto che anch’io abito al Gallaratese, anzi a Bonola).
    Qualora la signora volesse mettersi in contatto con me può usare la presente Email.
    Grazie

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