Qualità della Vita: la CADUTA di MILANO

Dal secondo all'ottavo posto in appena un anno

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Ph. Andrea Cherchi

Con l’arrivo della pandemia, Milano è salita sulle montagne russe. Nel 2020 era scivolata fuori dalla top 10. Nel 2021 era risalita con prepotenza al secondo posto. Ma in quello che doveva essere l’anno del definitivo rilancio il colpo di scena: Milano scivola all’ottavo posto, perdendo ben sei posizioni. Vediamo le motivazioni e quali sono gli altri verdetti del consueto rapporto de Il Sole 24 Ore. 

Qualità della Vita: la CADUTA di MILANO

# Nel 2020 Milano era scivolata fuori dalla top ten, nel 2021 era risalita fino al secondo posto

Credits Andrea Cherchi – Tramonto a Milano

Nell’edizione 2020 sulla Qualità della vita nelle province italiane realizzata da “Il Sole 24 ore” Milano era scivolata fuori dalla top, alla posizione numero 12, penalizzata soprattutto dall’impatto dell’emergenza sanitaria, misurato ad esempio dal crollo del Pil pro capite in seguito al lockdown e dai dati sanitari. Nella classifica del 2021 è risalita fino al secondo posto grazie alla riconquista del primato nell’indice di «Ricchezza e consumi», «Affari e lavoro» e per la conferma in quelli relativi ai prezzi delle case, la retribuzione media annua, l’incidenza di imprese che fanno e-commerce e la diffusione dei servizi bancari online. L’anno passato Milano si posizionava davanti a Trento, superata solo da Trieste premiata soprattutto agli ottimi risultati negli indici tematici di «Cultura e tempo libero», «Affari e lavoro» e «Ambiente e servizi». Sembrava che Milano insidiasse il primo posto. Invece la sorpresa.  

# Il boom di Bologna

Credits: @rosarifoggia
Bologna campanile

Nel 2021 la top ten proseguiva con Aosta e altre cinque province del Nord-Est, in totale sono sette, con Bolzano, Pordenone, Verona, Udine e Treviso dal quinto al decimo posto. L’ultima casella libera è occupata da Bologna alla sesta posizione che aveva ceduto il primato conquistato nel 2020. Un primato riacciuffato dopo solo un anno di purgatoria: il capoluogo emiliano infatti balza dal decimo al primo posto incoronandosi di nuovo come capitale della qualità della vita in Italia. 

Mentre il 2021 era stato l’anno del Veneto, il 2022 segna il recupero dell’Emilia Romagna. Accanto a Bologna, seguita sul podio da Bolzano e Firenze, la classifica vede Parma al nono posto e Reggio Emilia al 13esimo. Si conferma il successo delle province del Trentino Alto Adige, con Bolzano al secondo posto e Trento al quinto. Si rilancia la Roscana, insieme a Firenze che approda sul podio, entrano in classifica anche Siena, che arriva al quarto posto guadagnando 11 posizioni, e Pisa al decimo posto con una crescita di 12 posizioni. Tra le città metropolitane tira una brutta aria. Milano scende dal podio, Roma scivola al 31esimo posto, perdendo ben 18 posizioni, Torino al 40esimo perdendo 12 posizioni. In fondo alla classifica c’è Napoli al 98esimo posto dopo aver perso 8 posizioni, e Palermo all’88esimo posto, in risalita di 7 posizioni dal 2021.

# I motivi della caduta di Milano

Credits Andrea Cherchi – Uomo a Milano
Una delle sorprese è il brusco calo di Milano, anche se rimane di gran lunga la migliore tra le città più grandi, quasi tutte in calo. Milano risulta essere prima per “affari e lavoro”, quarta per “ricchezza e consumi”, quinta per “cultura e tempo libero”. Le note dolenti sono il 103esimo posto per “giustizia e sicurezza” e “ambiente e servizi” dove Milano crolla al 39esimo posto, con un tonfo di ben 37 posizioni. Il dato peggiore è quello riguardante il “totale dei crimini denunciati”: Milano si ritrova infatti alla 107esima posizione.
 

# I parametri presi in considerazione dalla classifica

La classifica de “Il Sole 24 ore” viene redatta attraverso l’utilizzo di 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. Il focus della classifica di quest’anno è sulla ripresa post pandemia, su 20 indicatori è stata infatti anche considerata la variazione rispetto all’anno precedente, su quali sono i divari territoriali, di genere e generazionali tramite l’utilizzo degli indici della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani e l’indice della Qualità della vita delle donne che misura la geografia dei divari di genere, inserito per la prima volta in questa edizione.

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