MONTAGNATERAPIA: la medicina naturale per il corpo e per la mente

"La montagna deve essere un luogo che favorisce il benessere e la crescita personale delle persone, anche le più vulnerabili"

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MONTAGNATERAPIA: la medicina naturale per il corpo e per la mente

Oggi parlerò di montagna. Non mi dilungherò più di tanto nel ricordare i benefici che la montagna ci regala ogni volta che andiamo a trovarla. Li ripassiamo  brevemente insieme:  giovamento alla salute fisica e allo stile di vita. Non sarà mio compito ricordarvi che la montagna è un antidepressivo, abbassa l’ormone dello stress, aiuta a confrontarsi con i propri limiti, migliora autostima e fiducia in sé stessi. Ah, non vi voglio neanche ricordare che è un’arma molto potente nella lotta contro i pregiudizi.

Parlerò invece di inclusione. Perché è vero che la montagna richiede preparazione fisica, impegno, fatica. Come premio dà soddisfazione, aiuta a tenersi in forma, fa dimagrire, permette di godere di panorami mozzafiato ed è per lo più anche molto economica. Ma è interessante sapere che essa è riconosciuta come una medicina completamente naturale per tutti. Nel 2018, in Scozia, alcuni medici hanno prescritto “dosi di natura” ai loro assistiti, a conferma dell’evidenza scientifica di questa buona pratica.

Il Triveneto vanta da decenni esempi di collaborazione di volontari e di guide alpine con le più importanti associazioni a tutela delle persone diversamente abili. Questo, al fine di promuovere la montagnaterapia. Andiamo a vedere cos’è e chi sono queste associazioni.

# Il concetto di Montagnaterapia

Secondo una definizione comunemente condivisa, la montagnaterapia è un approccio a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socio-educativo, finalizzato alla prevenzione, alla cura ed alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche, psichiatriche, fisiche, emotive e cognitive. Ha l’obiettivo di migliorare la salute globale della persona affetta da questo tipo di patologie.

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# Gli ambiti di azione della montagnaterapia

Sono quattro, per cui, gli ambiti della Montagnaterapia: salute mentale, dipendenze, disabilità psico-fisica e malattia oncologica. Per tutti è possibile svolgere varie attività: escursioni, trekking, arrampicata, speleologia e sport invernali.

Il termine “Montagnaterapia” è stato coniato ufficialmente nel 1999. Dopo i primi convegni tematici e la specializzazione di alcune associazioni, si deve al Convegno del Passo Pordoi nel 2007 l’inizio di un processo di “messa in rete” e di condivisione di realtà già attive in diverse zone del territorio nazionale. Ciò anche grazie allo sviluppo di internet.

# Passione per la montagna e aspetto sociale

Parla di questo un Accompagnatore Trentino di Media Montagna, Luca Stefenelli. Fondatore assieme al collega Gabriele di “Montanamente”, portale dedicato interamente alla montagna, Luca racconta dal sito: “Sono una guida escursionistica e credo nella Montagnaterapia. Camminare in un bosco abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Fa bene a tutti e in particolare alle persone con disabilità. Ho lavorato con rifugiati e richiedenti asilo, poi ho scelto la montagna per contribuire quotidianamente al benessere dei gruppi che accompagno”.

Il piacere di camminare insieme | Montanamente
Credits: @montanamente.com

Luca, infatti, dopo aver conseguito la laurea in Scienze Politiche – specializzazione in Diritti Umani – e aver svolto alcune esperienze lavorative inerenti alla laurea, decide di intrecciare due mondi che lo appassionano per cui si è formato. Per cui affianca all’accompagnatore del territorio di media montagna, l’aspetto sociale, ambito disabilità.

Collabora con diversi associazioni/enti che si occupano di disabilità come AnffasAbC Irifor (a sostegno di persone con difficoltà visive ed auditive), AIPD (a sostegno di persone affette dalla sindrome di Down), Open Alps (montagna accessibile). “Infatti anche il turista con disabilità ha bisogno di accedere alla montagna, non solo il residente” sottolinea Luca. “La montagna deve essere un luogo che favorisce il benessere e la crescita personale delle persone, anche le più vulnerabili”, continua.

Tra gli itinerari che ci propone, spicca il famoso vecchio sentiero della Grande Guerra che dal rifugio Lagazuoi (Cortina d’Ampezzo, Belluno) raggiunge la vetta a quota 2778 metri. E’ un percorso sterrato con caratteristiche che lo rendono idoneo a persone con mobilità ridotta o con carrozzina.

Credits: dolomiti.org – Il Rifugio Lagazuoi

# Sportabili – Predazzo: “Se posso fare questo, posso fare tutto”

A Predazzo, nella bellissima Val di Fiemme, troviamo invece l’Associazione Sportabili.

Nata nel 1997, prende vita grazie a un gruppo di volontari. Le attività dell’associazione si rivolgono in particolare ai bambini, ma anche ad adulti e anziani, con disabilità fisiche (amputati, para e tetraplegici, poliomielitici, ecc.), sensoriali (non-vedenti, sub-vedenti, non udenti, ecc.) ed intellettive (persone Down, ecc.) con interesse per le attività sportive e ricreative.  La Filosofia dell’Associazione si può raccogliere nella frase:

“Se posso fare questo posso fare tutto”

che implica l’importanza della pratica sportiva come trampolino di lancio per l’inserimento della persona con disabilità nella società che la circonda.

Sportabili
Credits: @sportabili.org

# Brainpower

Brainpower è un’associazione sportiva dilettantistica non a scopo di lucro, nata invece nel 2003 ad Alleghe, nel bellunese.

Credits: @Brainpowers.org

Avvalendosi di un sistema di insegnamento studiato e consolidato negli anni, messo in pratica da professionisti specializzati in apposite strutture dedicate, Brainpower, in collaborazione con alcune scuole di sci, ha creato il primo Ski Center per disabili del Veneto. Opera nei comprensori sciistici Ski Civetta (BL), Cortina d’Ampezzo (BL), San Vito di Cadore (BL) e, per lo sci di fondo, Enego (VI).

# Esperienza diretta: parla Pietro Martire

Di montagnaterapia parlo direttamente con uno dei miei più grandi amici, Pietro Martire. Pietro, classe 1979, si è infortunato giocando a calcio nel 2004 e da quel momento la sua vita è cambiata. Sotto tanti aspetti, è cambiata in meglio, perché la reazione che ha avuto al “colpo basso” che ha ricevuto, ha fatto emergere la sua volontà nel cercare il meglio dalla vita, in ogni momento. Gli ho chiesto la sua esperienza con la montagna dopo l’infortunio.

Pietro prima dell’infortunio, con il fedele amico Carlo
Pietro in pista oggi, con l’amico Carlo

“Quando gli amici mi hanno chiesto di andare in montagna dopo il rientro dalla riabilitazione, non me la sentivo. Hanno insistito, e mi hanno garantito che avevano trovato qualcosa per me. Mi hanno portato a Predazzo, presso l’associazione Sportabili. Mi hanno legato a una canoa, e ho fatto rafting” Da quel momento, Pietro è tornato ad amare la montagna più quanto non la amasse prima.

“Dopo il rafting, ho potuto fare un giro con una carrozzina 4×4 per raggiungere Baita Segantini. L’inverno successivo ho cominciato a sciare con il mio amico Carlo Zabeo, sulle piste di Alleghe. Questo è successo grazie a BrainPower, che mi ha dotato di uno slittino DualSki“.

Credits: @martire79 (IG) – Pietro ieri, con lo snowboard
Credits: @martire79 (IG) – Pietro oggi, con il Dualski
Pietro raggiunge Baita Segantini, lo “sfondo di Windows 7”

Pietro adora andare in montagna: “ormai, con la consapevolezza di riuscire ad andare senza problemi in montagna, sono tornato a godermi certi luoghi, certi panorami, che sinceramente pensavo di aver perso”. Sottolinea che “ormai tante baite sono state rese accessibili. Negli ultimi anni ho come l’impressione che siano stati fatti  più lavori di adeguamento in alta montagna che in città”.

# Dolomiti e montagnaterapia

Le possibilità sono varie e le associazioni investono, per quanto permesso, in strumenti innovativi che aumentano di anno in anno la gamma di prodotti al servizio dei clienti. Da canto loro, le guide alpine, studiano e perfezionano gli itinerari per permettere sempre a più persone il loro percorso.

Oggi le Dolomiti contano ben 23 percorsi aperti a tutti, che vanno dalla forcella di Lavaredo alla Baita Segantini (lo sfondo di Windows 7), passando per il rifugio Padova e il lago di Carezza. L’obiettivo del progetto, sviluppato in collaborazione con gli enti e le associazioni del territorio e grazie al finanziamento erogato dal Ministero dei beni culturali, è infatti quello di garantire il diritto universale di godere di una bellezza anch’essa universale come le Dolomiti. Tutti i percorsi sono stati mappati e descritti e si trovano sul sito Visit Dolomites.

Credits: @dolomitidasogno – Baita Segantini

Credits: montanamente.com, lavocedeltrentino.it

Continua la lettura con: FUGGIRE in MONTAGNA? Il RIFUGIO più ANTICO delle DOLOMITI è in cerca di un gestore

LUCIO BARDELLE

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Lucio Bardelle
Nasco a Dolo (VE) nel 1979. Padre padovano, mamma vicentina, cresco nella terraferma veneziana. Studio Economia a Venezia, poi viaggio, per lavoro e per piacere. Vivo una decina d'anni tra Bologna, Lombardia e Roma, poi torno a Venezia. Sono appassionato di musica rock, suono la chitarra e il basso. Scrivo per una associazione locale a sostegno del cittadino (Oltre il muro), creata da Pietro, uno dei miei migliori amici, infortunatosi 15 anni fa durante una partita di calcio.