Milanesi che si tassano per rendere il loro palazzo un’opera d’arte

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A Milano sono sempre di più i casi di arte pubblica commissionata dai privati. Dopo i positivi esperimenti di via Zuretti e sulla Martesana, dopo l’inaugurazione del ‘palazzo che respira’ in via Console Flaminio (Lambrate), ecco un caso esemplare di amore civico e di incredibile armonia condominiale.

Com’era prima:

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Com’è adesso:

13269304_1619026638411343_8408000867211880483_nSiamo in via Barrili, sul Naviglio Pavese. Qui, gli inquilini dello stabile che fa angolo con via Isimbardi avevano un problema di rifacimento della facciata condominiale. E così, in una assemblea più unica che rara hanno deciso di non affidarsi alla solita ditta di imbianchini, ma di autotassarsi e diventare mecenati di un’opera d’arte contemporanea che abbellisse il loro edificio e identificasse in modo nuovo il loro quartiere.

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13118953_1604898746490799_6072555610779755962_nNascono così i circa 100 i metri lineari di superficie dipinta affacciati di nuova realizzazione, per un totale di circa 800 mq. “L’idea del progetto è partita dagli inquilini che dovendo ripristinare la facciata hanno scelto di farlo con un intervento di arte contemporanea” mi racconta Stefania Sarri, da un anno anima di Question Mark – Galleria di Arte Diffusa insieme a Daniele Decia e tra i capifila del progetto, che prosegue: “All’interno dello stabile vivono e hanno una home gallery Bianca e Christian: sono loro ad aver vissuto e condiviso con noi anche l’esperienza dell’intervento di Elian in via Ascanio Sforza [primo esperimento di arte privata-pubblica sempre coordinato da Question Mark Galleria, N.d.r.] e sono stati loro a proporre l’intervento agli altri condomini“.

Ne voglio sapere di più.

A volerlo sono stati gli artisti, i condomini, i proprietari del building?

Abbiamo sottoposto diversi artisti al giudizio del condominio e la scelta è caduta democraticamente su 1010. Bisogna tener conto anche del fatto che lo stabile è molto lungo e pieno di finestre e non tutti gli artisti sarebbero stati in grado di creare un connubbio con l’architettura di impatto come è avvenuto con questo autore.

Quanto tempo avete impiegato?

Nonostante il tempo (ha piovuto parecchio) siamo riusciti a chiudere e a consegnare il lavoro in una decina di giorni.

Obiettivi e mission?

I due interventi fatti finora sono abbastanza omogenei e credo che bene riassumano quella che si può definire la nostra mission. Non sono palazzi semplici, hanno un’architettura complessa se pur razionale, per via della quantità di finestre che devono essere inglobate nelle opere e proprio questa la definisco la nostra “sfida”, il fondere arte contemporanea e architettura.

Come avete fatto a convincere i condomini ad autotassarsi?

E’ stato piuttosto semplice. Nel momento in cui un’assemblea di condominio decide di rifare la facciata ha in mano dei preventivi di ditte che farebbero l’intervento di imbiancatura, quindi se si deve scegliere tra la facciata grigia o l’intervento artistico rimanendo all’incirca sulle stesse cifre la scelta da parte loro è piuttosto semplice.

Tempi di ‘inaugurazione’?

La mostra “Serendipity” realizzata in collaborazione con 10 A.M. Art e Alice Cosmai è stata inaugurata 4 giugno.

Milano sarà veramente la città della grande mostra diffusa?

Milano è ancora parecchio indietro rispetto ad altre città italiane, ma si deve lavorare per cercare di essere all’avanguardia anche in questo segmento dell’arte contemporanea.

Sarebbe magnifico se questo esempio di grande dignità venisse imitato anche da tanti altri cittadini.

Si ringrazia per la collaborazione www.questionmarkmilano.it

 

PAOLA PERFETTI

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Paola Perfetti
Giornalista, content editor, pr, social media manager. Dopo aver avviato alcune start up editoriali ho preso l'arte – in cui sono laureata – e non l'ho messa da parte: nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea.com. Perché sono innamorata cotta di Milano.

1 COMMENTO

  1. Il mio è un commento completamente positivo . penso che questi stabili , in questo modo oltre che a ricevere una nuova vita , contribuiscono anche a rendere più vivibile il contesto sociale in cui sono collocati ed a far conoscere ai più una altra e diversa forma di arte che ha un suo più che dignitoso diritto di cittadinanza !! Mi auguro che questa iniziativa prenda sempre di più piede , cancellando così il grigiore e la mon ocromaticità di molte città !!

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