L’aritmia del pianeta

La Terra ha una frequenza propria che prende il nome di risonanza Schumann. Questa frequenza è stata rilevata in 7.83 hertz, definito anche il battito cardiaco del pianeta.

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La modernità è anche una frequenza. Una frequenza che impatta in modo rilevante e che interferisce con il campo elettromagnetico della terra e con il campo elettromagnetico dell’essere umano.
Questo argomento è poco analizzato perché chiunque abbia sollevato perplessità sul fatto che questa frequenza potesse essere nociva per gli esseri umani è stato emarginato dalla comunità scientifica.

La frequenza della modernità può essere definita come l’insieme delle alterazioni elettriche ed elettromagnetiche che la nostra infrastruttura tecnologica provoca all’interno dell’ecosistema, del pianeta e all’interno dell’essere umano.
L’essere umano ha una frequenza, i nostri atomi si ordinano sulla base di frequenze. L’essere umano ha un campo elettromagnetico collegato con quello del pianeta.

Il nostro pianeta è nell’era moderna circondato da una enorme rete di onde, segnali, frequenze artificiali che nessuno si chiede come interferisca con la frequenza della terra e la frequenza dell’essere umano.
La Terra ha una frequenza propria che prende il nome di risonanza Schumann, che è costituita da onde elettromagnetiche quasi permanenti che insistono nello spazio tra la superficie terrestre e la ionosfera. Questa frequenza è stata rilevata in 7.83 hertz, definito anche il battito cardiaco del pianeta.

I danni rilevati sull’organismo degli astronauti durante i voli spaziali hanno dimostrato che l’assenza di frequenza Schumann comporta uno sconvolgimento dei ritmi circadiani dell’individuo con compromissione della sua salute, fino a rendere necessaria l’installazione di un generatore di frequenza Schumann sulle navicelle spaziali.

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Il professor R. Wever del Max Planck Institute ha costruito un bunker sotterraneo che schermava i campi elettromagnetici. 447 volontari umani hanno vissuto per quattro settimane in questo ambiente chiuso e dopo i primi giorni hanno iniziato ad avere sconvolti i ritmi circadiani soffrendo di forti stress emotivi, insorgenze psicotiche, emicrania e altri problemi di salute. Dopo una breve esposizione alla frequenza Schumann di 7.83 hertz i problemi di salute sono spariti.

Negli ultimi anni si stanno verificando sempre di più degli spike, delle impennate della frequenza Schumann che in certi giorni raggiunge picchi di 140/160 hertz dalla sua quota normale di 7.83. 
Le cause restano ignote. Le ipotesi vanno da interferenze prodotte dall’attività solare, anche se è difficile perché sta risultando sempre uguale, all’infrastruttura elettrica e elettromagnetica di matrice antropica che circonda il pianeta. Anche in questo caso è ancora un mistero il motivo di questa impennata che si sta verificando negli ultimi tempi. Questa variazione così consistente induce molto allarme sulla nostra salute.

Già nel 1924, infatti, l’ingegnere russo George Lakhovsky scoprì che tutte le cellule viventi sono in grado di emettere onde elettriche e di mostrare risonanza. Quando Lakhovsky bombardò le cellule con quantità appropriate di correnti elettriche, connettendole a quella della biosfera, la forza della cellula era rafforzata. Quando usava frequenze esterne diverse la corrente elettrica indeboliva le cellule che perdevano vitalità.
Dedusse dalle sue sperimentazioni che tutti gli organismi viventi agiscono da emittenti e ricevitori di oscillazioni ad altissima frequenza, portandolo alla conclusione che le cellule malate potessero essere trattate con elettricità e risonanza per essere riportate in buona salute. Ciò dimostrerebbe d’altro lato il semplice fatto che non possiamo essere sani se scollegati dalla frequenza biologica naturale.

Lakhovsky scoprì anche che le cellule malate producono una frequenza diversa dalle cellule sane. Aumentando l’ampiezza delle oscillazioni delle cellule sane ha notato che si smorzavano le oscillazioni prodotte dalle cellule malate, causando la regressione della malattia.

Il biofisico Michael Persinger suggerisce che i nostri sistemi biologici sono sintonizzati sulla frequenza di fondo del nostro pianeta attraverso la risonanza di Schumann. Le prime cinque risonanze di Schumann si sovrappongono alle onde delle nostre frequenze cerebrali, raggruppate in base a lettere greche. Quella abbinata in modo diretto alla frequenza Schumann è la theta, un ritmo cerebrale associato a leggera sonnolenza che si verifica anche nella prima fase del sonno e nella meditazione profonda ed è associata a uno stato di profonda creatività, intuizione e benessere.

Questo spike, l’innalzamento straordinario della frequenza vibratoria, potrebbe essere un induttore di ansia nevrotizzante generalizzata.
Questo significa che la malattia cronica della modernità potrebbe essere collegata a questa forma di costante distonia di frequenze.

L’allarme suscitato dai picchi anomali della frequenza Schumann potrebbe aprire la strada a nuove frontiere della ricerca che potrebbero generare un nuovo rapporto nella visione tra biologia, fisica e medicina per ripristinare la connessione perduta dell’essere umano alla biosfera del creato. E con questo si potrebbe aprire la strada a una presa di responsabilità collettiva sull’impatto dell’attività umana sull’ecosistema del nostro pianeta, anche dove non è stato ancora investigata.
In modo da riportare il battito del pianeta al suo ritmo naturale. 

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