La politica di Frankenstein

Tutto nasce dall'eruzione di un vulcano in Indonesia

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Frankie

Frankenstein è stato uno dei primi romanzi di fantascienza, anche se sembra un’opera dell’orrore.

# Tutto nasce dall’eruzione di un vulcano in Indonesia 

Tambora, rappresentazione eruzione del 1815

Con la battaglia di Waterloo nel giugno del 1815 il clima sembra cambiato. Quel giugno era straordinariamente piovoso, un clima anomalo che ha probabilmente inciso sulle sorti della battaglia, creando molte difficoltà dal punto di vista militare, come i mezzi pesanti da trasportare sul fango.

Nell’aprile di quell’anno il vulcano Tambora in Indonesia aveva avuto una eruzione potentissima che aveva oscurato il cielo con le sue polveri e aveva causato un cambiamento climatico che non si è esaurito in quell’anno.

Con la fine dell’era napoleonica e la ripresa del turismo in Europa, l’anno seguente Mary Shelley con un gruppo di amici decise di andare a Ginevra alla fine di Maggio a trovare Lord Byron. L’estate non arrivò mai a causa dei cambiamenti provocati dall’eruzione del vulcano e per trascorrere il tempo nelle giornate piovose Byron propose che ognuno scrivesse una storia dell’orrore. Così nacque Frankenstein di Mary Shelley.

# La creatura spaventosa e il suo amor tradito

Credits: vesuviolive.it

La trama ruota intorno al dottor Frankenstein, uno scienziato che decide di assemblare pezzi di cadavere per portare in vita un corpo morto utilizzando il galvanismo che, allora, era alla base di molte teorie scientifiche o pseudoscientifiche come l’elettroshock.
Il risultato è una creatura spaventosa che inizialmente è portata a sentimenti di amore verso l’umanità.

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Ma il suo aspetto orribile innesca repulsione e disgusto nella gente e questo la induce per reazione a trasformare l’amore in odio. Da questo punto il romanzo scivola sempre più in ambientazioni horror con una catena di eventi tragici fino alla morte finale dello scienziato e della sua creatura.

# Una nuova società sempre più mostruosa

credit: milanoweekend.it

Il sottotitolo di Frankenstein era “il moderno Prometeo” che allude all’aspirazione degli scienziati di fare teoricamente qualsiasi cosa.

Un’ambizione che non ha mai lasciato l’uomo, in particolare in voga di questi tempi in cui non solo la scienza si sta imponendo come legge sociale ma anche la politica si sta trasformando in un nuovo Frankenstein che cerca di vincere la natura attraverso decreti o norme burocratiche.

Sta prendendo così vita una nuova società che si sta trasformando in un corpo collettivo sempre più mostruoso, costituito da un’accozzaglia di tentativi in cui la tecnologia digitale fa le veci del galvanismo.
Forse potrebbe accadere la stessa conseguenza del romanzo, dove tentativi fatti a fin di bene potrebbero tradursi in una società che pur animata dal desiderio di amore collettivo precipita nell’odio e nell’autodistruzione.

Il messaggio che si potrebbe ricavare dal romanzo di Mary Shelley in modo da renderlo utile per i nostri tempi potrebbe essere questo: scienza e politica devono avere dei limiti invalicabili, come le leggi della natura e i diritti fondamentali delle persone.
Perché non è compito né della scienza né della politica di portare in vita un cadavere.

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