La doppia sconfitta degli inglesi

E la doppia lezione degli italiani

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Una delle caratteristiche riconosciute storicamente agli inglesi è di essere sportivi.
Sono sempre stati presi a esempio come stile nell’accettare la sconfitta. E dove finiva l’aplomb arrivava il sense of humor a sdrammatizzare gli eventi.
Il mondo è rimasto invece stupefatto per la mancanza totale di senso di sportività mostrato dagli inglesi in occasione della finale del campionato europeo ospitato a casa loro.

Prima della partita hanno festeggiato come se avessero già vinto, calpestando e strappando la bandiera italiana. Hanno fischiato l’inno e, dopo la sconfitta, i giocatori si sono sfilati la medaglia con disgusto in uno stadio già svuotato dai tifosi che non volevano applaudire i vincitori nella premiazione. E all’uscita molti italiani sono stati malmenati da buzzurri incapaci di accettare il risultato.
E non solo questo ha stupito il mondo.

Nella partita sembrava che le due nazionali si fossero scambiate le magliette. Gli inglesi dopo un gol al secondo minuto hanno trascorso tutta la partita arroccati in difesa, affidandosi alla primordiale tattica italica di catenaccio e contropiede. Mentre l’Italia non ha mai cessato di giocare in attacco e di pressare senza sosta l’avversario. Pure ai rigori, gli inglesi si sono sciolti nell’emotività mentre gli italiani hanno tirato con una calma glaciale.

Non sappiamo se quello che è accaduto prefigura una rivoluzione di mentalità per i due paesi. Quello che è certo è che è sbagliato ragionare per stereotipi. Anche perché quasi sempre più che lo specchio di abitudini reali sono invece il frutto di una azione di esaltazione o di denigrazione determinata da fattori nazionalistici o per cercare di affermare una supremazia culturale.

La grande lezione che dunque possiamo prendere da questi europei per noi molto fortunati è di evitare pregiudizi o giudizi stereotipati anche per giudicare noi stessi o per dividerci in fazioni che hanno come unico effetto quello di indebolirci come comunità e come popolo.

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