Il RECUPERO della chiesa di Sant’Anna in Castagnedo: un pezzo di storia milanese

La chiesa di Sant'Anna in Castagnedo perde pezzi vistosamente e necessiterebbe di un urgente lavoro di restauro

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Credits: artribune.com Sant'Anna in Castagnedo

A Milano c’è una piccola chiesetta che sta rischiando di crollare portandosi con sé tutta la sua storia quasi millenaria. In via Toffetti, nel quadrante sud est della città non lontano dagli scintillii della Fondazione Prada, c’è la chiesa di Sant’Anna in Castagnedo che, come tante strutture sparse fra Milano e l’Italia intera, perde pezzi vistosamente e necessiterebbe di un urgente lavoro di restauro. Conoscevate la sua storia? Andiamo a scoprirla assieme.

Il RECUPERO della chiesa di Sant’Anna in Castagnedo: un pezzo di storia milanese

# Una storia che inizia nel 1190

sant’anna in castagnedo

Nell’anno del signore 1190 (come si era soliti riferirsi allo scorrere del tempo nel basso MedioEvo) fra le cascine e le grange di Castagnedo operavano le monache benedettine del monastero di Santa Margherita, che qui avevano una sede secondaria rispetto a quella in centro a Milano. Poi, nel XIII secolo arrivarono le monache dell’ordine degli Umiliati i quali, non troppo lontano, a Monlué, avevano la loro abbazia che ancor oggi è visitabile.

# La lapide miracolosa

Le monache erano dedite alla lavorazione della lana e a quell’epoca l’oratorio cambiò nome da Santa Maria a Sant’Anna. Molto minimale all’esterno, la chiesetta conservava all’interno degli affreschi importanti e alcuni dipinti ed effigi legate anche a vicende miracolose, come la lapide di San Carlo che, si racconta, nel 1601 fece improvvisamente tornare a camminare una persona con paralisi agli arti inferiori.

# Piloni e ladri di opere d’arte

Arrivando ad anni più recenti, nel secondo Dopoguerra nacque il quartiere Grigioni che fagocitò il terreno agricolo delle vecchie cascine, e il progetto di una sede dell’INPS venne studiato proprio per questa zona. Durante i lavori di costruzione un pilone cadde sopra la chiesa che si salvò per il rotto della cuffia ma si ritrovò semisfondata. E come se non bastasse, nel frattempo i preziosi affreschi vennero spogliati e trafugati da qualche ignoto ladro ricettatore di opere d’arte.

# Potrebbero arrivare fondi privati per il restauro

Credits: artribune.com
Sant’Anna in Castagnedo

Fa specie soprattutto pensare che Milano sia ovunque un fiorire di cantieri e nuove ristrutturazioni, di grandi progetti immobiliari, di poli innovativi, di palazzetti dello sport e di recupero di centri storici significativi. Ma la chiesetta di Sant’Anna, sinora, è stata completamente abbandonata. Almeno sino ad oggi. É infatti da tempo avviata la riqualificazione dell’ex scalo merci di Rogoredo ad opera del gruppo Redo che ha già costruito palazzi con il sistema delle connessioni abitative.  Poi, con la pandemia arrivata ormai più di due anni fa, è stato tutto momentaneamente messo in stand-by.

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# Un’idea di progetto per il recupero della chiesa

Credits: artribune.com
Sant’Anna in Castagnedo

Occorre un piano per un ripristino e un piano per la gestione. Insomma sarebbe necessario trovare un contenuto per questo spazio che, se una volta era solo religioso, oggi potrebbe diventare un piccolo centro espositivo: si potrebbe pensare di ricordare gli antichi affreschi che campeggiavano nell’oratorio per trasformare la restaurata Sant’Anna in centro internazionale per l’affresco contemporaneo. Ad esempio, ogni sei mesi un artista selezionato da un’apposita commissione potrebbe misurarsi sulle pareti e sul soffitto dell’edificio realizzando un’opera ad affresco, una pratica ormai troppo poco considerata dall’arte contemporanea. Magari un paio di volte l’anno una bella inaugurazione per celebrare i nuovi dipinti, ed ecco ritrovata l’identità di un edificio in rovina che oggi è praticamente parte integrante del centro urbano di Milano, ma che secoli or sono, prima dell’urbanizzazione avvenuta nel XX secolo si trovava in aperta campagna e rappresentava un luogo di culto e di ritrovo per pellegrini.

Infatti anche Castagnedo oggi non esiste più, ma trovava origine nel suo toponimo dalla desinenza in -edo comune a molte zone di Milano ancora esistenti, unitamente alla parte iniziale riferita a un albero in particolare (Rogoredo e Taliedo, ad esempio, derivano da roveri e tigli, mentre Nosedo trova origine del suo nome dalle noci).

 

Continua la lettura con: Il santuario di SANTA MARIA dei MIRACOLI: la chiesa milanese dalla bellezza NASCOSTA

CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).