Strategia post elezioni. LEGA: Olimpiadi e grandi opere. PD: da Milano all’Italia. +EUROPA: Rinascita dalla sconfitta

Abbiamo intervistato esponenti di spicco di tre forze politiche: quali saranno le loro prossime mosse?

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Qual è la reazione delle principali forze di Milano al voto delle europee? Lo abbiamo chiesto ad esponenti di spicco in città di PD, LEGA e +EUROPA. Prima di vedere le loro risposte, qualche dato di sintesi.

Le due spaccature: città vs provincia e nord vs sud

A livello nazionale i tre principali concorrenti hanno raccolto i tre quarti dei voti: il 34,3% la Lega, il 22,7% il PD, il 17% i 5 stelle. Il voto nelle grandi città è stato molto diverso da quello del Paese nel suo complesso. In particolare, il PD ha vinto in tutte le città del nord e del centro:
a Roma lo hanno votato il 30,6% contro il 25,7% della lega
a Milano il 36% contro il 27,4% della Lega
a Torino il 33,5% contro il 26,9% della Lega
a Bologna il 40,3% contro il 21,8% della Lega
a Firenze il 43,7% contro il 20,2% della Lega.

I 5 stelle hanno vinto al sud/isole:
a Napoli sono stati votati dal 39,8%, contro il 23,3% del PD
a Bari hanno ricevuto il 27,6% contro il 20,4% del PD
a Palermo hanno ricevuto il 31,5% contro il 20% del PD.

Forza Italia ha preso l’8,8% a livello nazionale, con il 13,8% a Palermo, il 10,4% a Bari, il 10% a Milano e percentuali inferiori in tutte le altre grandi città.

Secondo un interessante commento raccolto da APE – Associazione per il Progresso Economico – i  larghi consensi raccolti dalla Lega un po’ dappertutto ricordano l’onnipresenza democristiana degli anni d’oro della DC, con la sola significativa eccezione dei 5 stelle, che la superano al centro sud. Il prossimo futuro non ci riserva niente di buono, per APE. Per opposte ragioni, le due forze al governo avrebbero interesse a non tornare alle urne a breve termine, per cui la recita delle pubbliche liti quotidiane potrebbe durare ancora a lungo. Ma paradossalmente invece si parla di caduta del governo e nuove elezioni a breve.

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Vediamo i commenti di alcuni personaggi di diverso colore politico a Milano.

Morelli (Lega): “Grandi opere e Olimpiadi per fare scoppiare la bolla di sapone del PD a Milano”

Alessandro Morelli, Camera dei Deputati, nelle liste della Lega nella circoscrizione Lombardia 1.

Il risultato della Lega a livello locale è un segnale importante, non lo si può negare. Persino dal Pd ammettono che l’unico vincitore, ovunque indiscusso, è Salvini, che al governo sta passando dalle parole ai fatti. Il nostro compito ora è quello di far scoppiare la bolla di sapone del Pd, che in 7 anni di governo non ha lasciato nulla alla città, ma è stato campione del taglio di nastri delle opere lasciate da Albertini e Moratti, come CityLife, Garibaldi, le linee M4 ed M5. La nostra proposta per la città è quella di rilanciare una stagione di grandi opere, perché ci si riempie la bocca con la Milano europea ma la metropolitana ha un incidente con feriti alla settimana mentre Madrid o Londra sono lunghe il doppio o persino il triplo rispetto alla nostra. Dopo aver portato a Milano 900 milioni di euro per il prolungamento della linea M5, la Lega lavora al governo per ottenere le Olimpiadi invernali del 2026, con l’obiettivo di una nuova vetrina mondiale per la città dopo Expo 2015.

Usuelli (+Europa): “Dalla sconfitta l’opportunità per cambiare”

Michele Usuelli, Consigliere Regionale Lombardia +Europa

Più Europa è arrivata molto lontano dall’obbiettivo; questa sconfitta è una opportunità per una riflessione all’interno della nostra classe dirigente locale e nazionale, a partire da nodi non risolti dopo il nostro congresso fondativo di gennaio 2019.
La sintesi politica tra il mondo laico radicale e la componente cattolica liberale mantiene irrisolto il dilemma del metodo di fare politica, innanzitutto. +Europa è un movimento politico ancora sufficientemente giovane per migliorare le sue abitudini, ripartendo dal rispetto dello statuto.
Restiamo un punto di riferimento per Milano città con il 5,33% dei voti, che alla camera nello scorso anno furono 7,65%. Il consenso in zona 1 resta alto 8,73%, ma anch’esso in calo.
In Lombardia abbiamo superato 150,000 voti, rispetto ai 182,000 alla camera lo scorso anno, ma in aumento significativo a paragone dell’esito alle elezioni regionali 2018, (108,000 voti).
E’ necessario ripartire dalla iniziativa politica e considerare le elezioni una opportunità per mostrare ciò che sì è fatto e non ciò che si è detto.

Potecchi (PD): “Il successo di Milano può proiettarsi su scala nazionale”

Alessia Potecchi. Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza del Pd Metropolitano di Milano.

Il voto europeo delinea un risultato interessante. Queste elezioni sono state innanzitutto un vero e proprio referendum tra Lega e 5 Stelle che lo hanno perso in maniera clamorosa. I 5 Stelle da quando sono al Governo, ed è passato solo un anno, non hanno vinto una elezione sia territoriale, regionale e ora europea. Il Governo ne esce molto indebolito così come il contratto di governo.

Il PD è importante che abbia cominciato a riconquistare le posizioni che aveva perduto, è ora il secondo partito ma ha anche la possibilità di crescere ulteriormente, ha ancora dei margini di recupero se farà un discorso più allargato rispetto alle alleanze. Penso per esempio alla lista Bonino – dove dentro ci sono anche dei socialisti – alla lista dei Verdi e ad altri. Ma penso anche agli elettori del PD che si sono rifugiati nell’astensionismo e con cui va ripristinato un dialogo. Uno spazio che ci può permettere di arrivare ad una percentuale di peso del 27% – 28%. Il Pd vince nelle grandi città, vincono al primo turno i candidati di Firenze, Bergamo, Bari e anche a Milano ottiene un ottimo risultato con il 36% confermando il trend positivo che c’era già stato nelle politiche del 4 marzo. Un partito che a Milano vince in tutti municipi distanziando la Lega di diversi punti, un partito che prende voti non solo nella ZTL ma anche nelle periferie, vince in numerose zone non centrali dove vi è più sensibilità verso il tema della sicurezza e dell’immigrazione recuperando di fatto una parte dell’elettorato che non aveva più avuto fiducia e che ci aveva abbandonato.

Un risultato che premia ancora una volta la città di Milano, città internazionale, città europea che sa accogliere, che sa aprirsi, che non ha paura, che punta all’economia e agli investimenti, che è sensibile ai temi sociali che è stata la città che ha saputo superare brillantemente la prova di Expo. Merito del sindaco Beppe Sala ma anche di Giuliano Pisapia suo predecessore e candidato in queste elezioni europee ed eletto con tantissime preferenze nella circoscrizione Nord Ovest. Anche l’assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino è stato premiato con un grande risultato battendo in città anche Berlusconi per numero di preferenze. La Lega è distanziata di diversi punti , ha comunque ottenuto un risultato importante e questo ci spinge ad impegnarci ancora di più perché le comunali 2021 non sono distanti ed è un appuntamento su cui fin da ora dobbiamo concentrarci perché la contesa e la partita è tutta da giocare e vogliamo essere pronti.

La riflessione che facciamo sul risultato di Milano ma anche dell’area metropolitana dove il PD vince in diversi importanti comuni, è una riflessione certamente positiva che ci dà molta forza per guardare avanti ancora con più determinazione, è un risultato che vogliamo potenziare soprattutto nelle zone dell’hinterland di Milano su cui ci concentreremo maggiormente e che reputiamo un’ottima base da cui guardare anche ai prossimi appuntamenti. Da Milano parte nuovamente uno slancio che può proiettarsi anche sul nazionale dove il Partito Democratico ha ottenuto un risultato che ci fa ripartire fiduciosi come unica alternativa a questo governo e che cercheremo di allargare ulteriormente. Il piano nazionale, infatti, ci consegna una prospettiva di governo o di destra, la Lega sempre più vicina a FDI che ha ottenuto un buon 6.5% o un governo di centro sinistra dove il perno è il PD che deve allargare il suo campo di rifermento più ancora di quello che è stato fatto. E’ ormai escluso da questi dati un bipolarismo da giocarsi tutto nel campo dei populisti tra Lega e 5 Stelle.

Molte preoccupazioni desta la situazione internazionale, in questa campagna elettorale non si è sentita da parte dei partiti di governo una proposta sull’Europa, i problemi emersi nel corso della campagna sono stati se approvare o meno il Decreto bis sulla sicurezza o quello sulla famiglia, sul fronte europeo non è stata formulata alcuna idea, alcun progetto e programma. Il PD ha fatto numerose proposte sui temi fiscali per completare il processo di integrazione fiscale su cui c’è ancora molto da lavorare. Faccio un esempio, in questi giorni si è molto parlato della fusione tra FCA e Renault che andrà a costruire una delle più grandi aziende automobilistiche mondiali ma che avrà la propria sede in Olanda perché ci sono agevolazioni fiscali convenienti e questo non va bene, la tassazione deve essere omogenea così come i diritti dei lavoratori. Occorre superare ed eliminare il dumping sociale tra i paesi membri, eliminare e contrastare i paradisi fiscali e societari che ancora esistono e resistono in Europa, occorre una nuova forma di tassazione europea sulle multinazionali che operano nel web. Ancora occorre potenziare il ruolo del Parlamento europeo limitando il più possibile il ricorso al voto unanime dei 27 paesi così come occorre impegnarsi per costruire una vera unione bancaria con un mercato unico dei capitali che permetterebbe all’Italia di avere più risorse in campo economico e industriale. Da parte del Governo non ho sentito alcuna proposta mi chiedo cosa faranno in Europa? In particolare la Lega che dice prima l’Italia come potrà operare forte del suo risultato in un contesto europeo? L’Italia conterà di meno perché il sovranismo ti può far vincere le elezioni ma poi è difficile che i sovranisti si mettano d’accordo tra loro in quanto ognuno pensa al proprio Paese e a nient’altro. Per esempio sull’immigrazione i sovranisti sono tutti d’accordo a chiudere, ma ognuno per conto suo. L’Italia si trova dunque in grande difficoltà dinanzi a un futuro in cui presumibilmente non avrà la condizione favorevole che abbiamo avuto con tre nostri connazionali ai vertici delle istituzioni europee, mi riferisco alla Mogherini, a Tajani e a Draghi.

Qui da noi la situazione economica è davvero preoccupante, rischiamo a breve la lettera sanzionatoria per il deficit da parte dell’UE, la crescita è ad un misero 0,3%, aumenta la disoccupazione, le tasse per i pensionati, le accise sulla benzina, schizza lo spread dopo le dichiarazioni di Salvini, crolla il PIL e il welfare è in crisi. Penso che il governo dovrà trarne le conseguenze e andare presto ad elezioni, non so proprio come potrà continuare ma soprattutto come farà in autunno ad approvare il DEF.

PAOLO BRAMBILLA

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Paolo Brambilla
Laurea in Economia e Commercio alla Bocconi, giornalista pubblicista, direttore responsabile di ActionNews. È consigliere della Sala Stampa Nazionale di Milano. "Con il cognome che porto -dichiara- non devo dimostrare di essere milanese al 100% da generazioni". Appassionato di storia cittadina, per lavoro però si occupa di economia e finanza. Pubblica articoli su Affari Italiani e www.trendiest.eu