IDROVIA Padova-Venezia: l’opera mai realizzata vedrà la luce con il Recovery Plan?

Il Recovery Fund per l'economia veneta

0

Un’opera ferma da decenni potrebbe ripartire a razzo, grazie al Recovery Fund.

IDROVIA Padova-Venezia: l’opera mai realizzata vedrà la luce con il Recovery Plan?

“Non se ne è mai fatto nulla. Soldi buttati al vento”

Da piccolo accompagnavo spesso mio papà nel suo lavoro. Guidava il suo furgoncino, un Fiat 238 verde pisello, alimentato a GPL, lungo tutte le strade del Veneto, e quando non andavo a scuola ero sempre con lui. Sono passati 30 anni, ma ancora ricordo che quando si transitava sui cavalcavia dell’Idrovia, gli chiedevo sempre: “papà, perché c’è questo cavalcavia, se sotto non ci sono né fiumi, né strade, ma solo campi?” E la risposta era sempre: “Perché sarebbe dovuta nascere l’idrovia che collega Venezia a Padova, ma non se ne è mai fatto nulla. Soldi buttati al vento”.

L’Idrovia Padova-Venezia

L’opera: 26 chilometri di canale navigabile

L’opera consiste nella costruzione di un canale navigabile lungo circa 26 chilometri che collega la zona industriale di Padova alla Laguna Veneziana. E’ nella mente dei veneti fin dagli anni ’60, ma ad oggi ne è stato realizzato il 10%. Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) cita testualmente che “Il completamento dell’opera è subordinato alle decisioni politiche nazionali e locali“, cosa che normalmente in Italia si traduce in “se siamo fortunati la vedremo completata”. L’idrovia Padova -Venezia, ferma dagli anni Settanta, è costata all’epoca 47 miliardi delle vecchie lire (circa 24 milioni di euro) per la costruzione (parziale) e 6 milioni di euro per la manutenzione (straordinaria). Per completarla dai progetti presentati e avallati anche dalla Regione, ora servirebbero altri 500 di milioni di euro.

Fondi del Recovery per realizzarla

Ma qualcosa, proprio quest’anno, sembra volersi smuovere. Il momento potrebbe essere quello giusto per realizzarne il completamento. L’occasione è ghiotta: sindaci e comitati dell’area fra Venezia e Padova alzano addirittura la posta in gioco: si realizzi un’opera che porti ad un canale navigabile di classe V in modo da dare una svolta ambientale al trasporto. Questo potrebbe essere realizzato grazie ai fondi del recovery fund.

A farsi portavoce della richiesta è il sindaco di Vigonovo (VE) Andrea Danieletto, assieme al Comitato Opzione Zero (http://www.opzionezero.org/).

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

“Si tratta – spiega Mattia Donadel per Opzione Zero– di fare un salto di paradigma e pensare che è arrivato il momento di cambiare completamente la mobilità delle merci in Veneto e in tutta l’area orientale della Pianura Padana e trasportarle da ruota sull’acqua collegando il Porto di Venezia a città come Vicenza o Mantova. In quest’ottica l’Idrovia non deve più servire solo a trasportare le piene del Brenta o del Bacchiglione in sicurezza verso la foce, ma deve servire anche a realizzare delle strade d’acqua. Con battelli anche a energia elettrica si ridurrebbero drasticamente le emissioni di Co2. I soldi ci sono e i progetti anche. Si spendano per una rivoluzione ambientale”.

Buone novità arrivano anche dal Parlamento. Roberto Caon, parlamentare, da anni segue la vicenda. ”Il governo -spiega Caon- ha dato parere favorevole al mio ordine del giorno, nell’ambito della discussione della manovra economica che prevede l’impiego dei fondi Next Generation Europe per il completamento dell’idrovia Padova-Venezia”. “L’idrovia -sostiene Caon- lascerà in eredità a figli e nipoti un territorio più sicuro, con un’infrastruttura destinata a durare nel tempo e in grado di salvaguardare un’ampia parte del Veneto da alluvioni e inondazioni”.

Idrovia Padova-Venezia, ora si punta sul canale navigabile

Fonti: https://www.agenziapo.it/idrovia/idrovia-padova-venezia

Continua la lettura con: Il FAVOLOSO progetto della METROPOLITANA SUBACQUEA di Venezia

Lucio Bardelle

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.  


Articolo precedenteAssurdità e stranezze dei MEZZI PUBBLICI di Milano
Articolo successivoIl Consiglio d’Europa: “il VACCINO NON può essere OBBLIGATORIO”
Lucio Bardelle
Nasco a Dolo (VE) nel 1979. Padre padovano, mamma vicentina, cresco nella terraferma veneziana. Studio Economia a Venezia, poi viaggio, per lavoro e per piacere. Vivo una decina d'anni tra Bologna, Lombardia e Roma, poi torno a Venezia. Sono appassionato di musica rock, suono la chitarra e il basso. Scrivo per una associazione locale a sostegno del cittadino (Oltre il muro), creata da Pietro, uno dei miei migliori amici, infortunatosi 15 anni fa durante una partita di calcio.