La Milano dei CENTENARI: in meno di 20 anni sono triplicati

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I centenari o ultracentenari residenti nel comune erano 249 nel 1999 e nel 2017 hanno raggiunto quota 667 (dati Anagrafe). Ma non è finita: secondo le proiezioni nel 2030 potrebbero quintuplicare, arrivando a superare quota 3.000!

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Dei 667 centenari milanesi, 474 hanno superato i cento anni e la probabilità di sopravvivenza a 100 oggi sono due su tre. La vita non è solo più lunga ma anche migliore. Il traguardo dei 100 non corrisponde più all’abbandono e alla fine dell’attività: oggi si parla di invecchiamento attivo. La crescita esponenziale dunque non è solo quantitativa ma anche qualitativa e ciò significa un miglioramento della qualità della vita. Un segno positivo che riflette una città che si evolve continuamente in linea con gli standard delle altre grandi metropoli del mondo.

I numeri parlano al femminile perché la quota rosa è in netto vantaggio: 580 donne e solo 87 uomini. In altre parole l’83% di donne e il 13% di maschi. In più fra quelli che superano i 105 non ci sono uomini (Istat 2019).

La generazione delle due guerre

Questi fuoriclasse sono i figli della Grande Guerra venuti al mondo negli anni in cui in Italia la natalità crollava. Sono sopravvissuti a due Guerre Mondiali e sono i testimoni di una storia di Milano lunga un secolo. La generazione della Guerra si è mostrata in ogni caso resistente o meglio ancora resiliente, cioè capace di fare fronte in maniera positiva a eventi traumatici.

Il minor numero di centenari maschi è legato verosimilmente alla leva e ai numerosi caduti della Seconda Guerra Mondiale ma ci sono anche altre spiegazioni. Da una valutazione condotta dall’Università di Milano nel 2006 emerge inoltre che molte di delle donne centenarie hanno vissuto sole per numerosi anni, in quanto nubili o vedove, mentre i maschi sembrano beneficiare di un maggiore supporto familiare, in quanto sposati una o due volte o accuditi dai figli. Essere donna e sola sembrerebbe quindi rappresentare una condizione favorevole per la longevità.

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I segreti della lunga vita

Secondo gli esperti la componente genetica pesa per circa il 30%, ma tutto il resto è legato allo stile di vita cioè: alimentazione, l’accessibilità alle cure mediche e l’ambiente. L’alimentazione e le condizioni di salute sono legate a fattori economici, sociali e culturali. In altre parole incide sulla lunghezza della vita la qualità del sistema sanitario, l’istruzione, il fatto che siamo ricchi o poveri. Sull’ambiente influiscono diversi fattori fra cui l’inquinamento del territorio, gli incidenti stradali, la criminalità ma anche l’invecchiamento attivo come strumento utile per risolvere alcune delle sfide legate all’invecchiamento della popolazione.

Proprio di invecchiamento attivo ha parlato Stefano Errico della Direzione Politiche Sociali del Comune di Milano e Coordinatore dei Centri Socio Ricreativi Culturali (CSRC). I 29 centri contano 15 mila soci e sono distribuiti in tutti i 9 municipi. Le attività offerte dai centri sono ricchissime e vanno dal ballo alle lingue straniere, dalla scrittura creativa alla alfabetizzazione digitale. In occasione dei 50 dallo sbarco sulla Luna è stato organizzato un ciclo di lezioni tenuto dell’astrofisico Fabio Peri del planetario civico e per novembre la direzione ha promosso un convegno sull’invecchiamento attivo che coinvolgerà città italiane e europee. L’Assessorato quindi non solo promuove cultura per i cittadini ma è anche soggetto produttore cultura in questa materia. Sempre secondo Stefano Errico le più attive sono le donne e questo è uno dei fattori che spiega la dominate femminile fra i centenari milanesi: le donne dunque sono sole ma non soffrono certamente di solitudine.

L’invecchiamento attivo: un marchio di fabbrica della mentalità milanese

Milano insomma è sulla buona strada. Certo bisognerebbe coinvolgere più attivamente gli uomini nelle attività dei Centri Socio Ricreativi Culturali, che sono però già una ottima risposta per l’invecchiamento attivo. Molti altri aspetti sono già dei punti di forza della Città: La criminalità è bassa e la qualità del sistema sanitario milanese è indiscutibile ed è una delle ragioni del turismo sanitario dalle altre regioni.

Con un piano di mobilità integrata innovativo come hanno tutte le grandi metropoli del mondo gli incidenti stradali e l’inquinamento diminuirebbero significativamente. Milano ha anche bisogno di un piano mirato contro l’inquinamento che sfrutti tutte le tecnologie più innovative che oggi sono disponibili.

Per realizzare questi grandi progetti Milano ha bisogno di maggiori risorse, di più autonomia e di grandi idee che valorizzino, rafforzino e sviluppino le sue potenzialità.

 

SOFIA MARIA BERNADETTE MARI

 

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Sofia Maria Bernadette Mari
Ho studiato Scienze Politiche qui a Milano e Lingua Cinese a Pechino, dove ho vissuto fra il 1995 e il 1999. I miei interessi ruotano intorno alle scienze sociali, le lingue, le scritture, i segni, la pittura. Il prossimo febbraio mi laureo all'Accademia di Brera. Oggi la mia curiosità è stimolata dalla progettazione sociale. È una disciplina cha sta rapidamente prendendo piede, una combinazione fra sociologia, architettura e immaginazione. Ma per me è una fusion di visioni collettive, arte e sogno. Milano è la mia città. Apparentemente grigia e indifferente, negli ultimi anni è diventata sempre più vivibile e amabile: mostra i suoi colori senza chiasso. Come me ha diverse anime: ha ispirato i miei interessi e ha sempre reso facile coltivarli. Con Milano Città Stato, Milano mi ha conquistato un'altra volta.