Evoluzione dei COCKTAIL MILANESI: Dal 1980 ad OGGI

L'evoluzione dei cocktail milanesi e la nascita degli happy hour. Dal cocktail infiammato a quello affumicato. Ma cosa succederà in futuro?

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Credits: gourmetservices.it

Il primo week end in cui si può stare fuori fino alle 23. Si torna così a parlare di drink e night life, a metà fra un tentativo nostalgico di celebrare notti ormai lontane e la malinconica convinzione che, almeno nell’opinione di alcuni, non torneremo mai alla vita di prima. Noi però non abbiamo mai smesso di credere che la nostra città si riprenderà del tutto. Nonostante ci sia (e ci sarà nell’immediato futuro) un bel prezzo da continuare a pagare, proviamo a scrivere di svaghi e vita notturna, da sempre la linfa vitale di questa città acciaccata. E allora, andiamo a vedere come sono cambiati i cocktail milanesi dagli anni ‘80 sino ai giorni nostri.

Evoluzione dei COCKTAIL MILANESI: Dal 1980 ad OGGI

# Il pilastro della Milano da Bere: il Negroni Sbagliato

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Le origini ormai preistoriche del bere moderno appartengono all’arcinoto Bar Basso e al bicchierone di Negroni Sbagliato, celeberrimo drink creato dal compianto Mirko Stocchetto a fine anni ’60. Successivamente è arrivata la Milano da bere e, con essa, quattro ghiacciati moschettieri delle notti meneghine, esistenti da tempo ma esplosi definitivamente nel decennio pre-Tangentopoli, anche grazie a memorabili campagne pubblicitarie: il Campari, lo Zucca, il Fernet-Branca e il Ramazzotti.

# Il Barman infiamma cocktail

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Per quanto riguarda i cocktail, tutto o quasi ruotava attorno al Daiquiri e al B-52, diventato ormai leggenda per essere letteralmente “infiammato” con un accendino dal barman, un attimo prima d’esser consumato al bancone. Tendenze e consuetudini dei primi flair bartender, ovvero gli acrobatici del bancone che con fuoco, fluidi o bicchieri accatastati divennero dei veri e propri giocolieri della vita notturna.

# Anni ’90: i nuovi happy hour

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L’epoca degli Yuppies e dei paninari si concluse a testa alta, con petto in fuori e schiena dritta, e mentre Milano entrava nell’ultimo decennio del XX secolo il fattore doppia V gettò sui tavoli dei cocktail bar un’invenzione destinata a entrare nella storia moderna. Parliamo dell’aperitivo alla milanese, nato dalla fervida mente del signor Vinicio Valdo, che trasformò per sempre taverne e tavole fredde in locali da happy hour, rivoluzionando il rapporto food/drink con un geniale miscuglio a metà fra i menu dei ristoranti e i banconi dei bar.

# Il boom dei drink esotici

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Sono questi gli anni dove iniziano a farsi strada i cocktail esotici per il popolo della notte, non eccelsi per preparazione ma indubbiamente validi dal punto di vista commerciale. Su tutti, Cuba Libre e Gin Lemon per i maschietti, Caipiroska alla fragola e Pina Colada per le signorine, mentre il Mojito ha trovato conferma  di ciò che è sempre stato, ovvero il cocktail unisex per antonomasia. Gli aficionados di drink più nobili, invece, hanno battezzato il ritorno del caro vecchio Gin Tonic, che ha iniziato a soppiantare l’onnipresente vodka di inizio anni’90, mentre qualcun altro iniziava a staccarsi un po’ dal Cuba Libre optando per scelte altrettanto semplici ma efficaci, come il Jack & Cola e soprattutto il Long Island, il principe grezzo di tutti i cocktail.

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# Terzo millennio: affumicatura e cocktail spaziali

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Con l’arrivo del terzo millennio l’aperitivo è definitivamente esploso e sulla scena sono comparsi altri grandi protagonisti come il Mai Tai, il Moscow Mule e il meno noto London Mule (fatto col gin). Dal 2010 in avanti la maggior parte dei bartender sono concordi nel non aver registrato grosse evoluzioni in tema di novità su miscelati della decade precedente. Questo, per quanto riguarda il prodotto finale. Ciò che è cambiato e non è sotto l’occhio di tutti, infatti, è l’affinamento di specialità prima solo appannaggio di bar di nicchia. Ad esempio l’affumicatura, ottenuta con insufflazione di fumo all’interno di apposito contenitore, poi tappato, shakerato e quindi vuotato del contenuto per un cocktail speciale, e le innovazioni del ghiaccio secco e delle onde ultrasoniche dei mixologist, atte ad accelerare l’estrazione in alcool di alcune bevande, confezionando così drink spaziali con tecniche di preparazione sopraffine.

# La nuova decade: Milano tornerà all’avanguardia

Credits: coqtailmilano.com

Dal 2021 si apre un’altra decade che parte con delle inevitabili ganasce, non solo per la vita notturna. Ma siamo certi che, una volta che il nemico sarà alle spalle, Milano ritornerà all’avanguardia del bartending e di nuovi drink da gustare per un aperitivo o dopo cena.

E voi, avete un cocktail che avete sempre preferito rispetto agli altri? Diteci la vostra!

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CARLO CHIODO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.  

 


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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).