Escimi, scendilo, CIUMBIA! E se portassimo a Milano l’Accademia della Crusca?

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Fonte: www.optimagazine.com (c)
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L’utilizzo di alcuni dei verbi intransitivi (scendere, salire, entrare, uscire in primis) in forma transitiva è tornato agli onori delle cronache nei giorni scorsi grazie al lenzuolo sventolato da alcuni cittadini di fronte alla Sea-Watch e al successivo post del vicepremier Matteo Salvini che ha scatenato – solo sui suoi due profili Instagram e Facebook – quasi 100mila like, 12mila commenti e altre migliaia di condivisioni.

“L’Accademia della Crusca sarà d’accordo?!?” scrive Salvini. La domanda è retorica, visto che la risposta è già contenuta in un puntuale articolo della redazione dell’Accademia pubblicato nel febbraio di tre anni fa – in riposta a decine di richieste giunte da tutta Italia in quel di Firenze – che siamo andati a riprendere, rileggere e su cui abbiamo chiesto un aggiornamento al 2019.

Ma cosa dice esattamente l’Accademia e cosa ne pensano i milanesi? Procediamo con ordine.

Innanzitutto, “La forma al centro della questione è uscire: degli esempi forniti dai nostri utenti il 65% è con uscire, il 20% con scendere, circa il 13% con salire e meno del 2% con entrare”, scrive la redattrice Matilde Paoli della redazione consulenza linguistica della Crusca.

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LA SENTENZA DELL’ACCADEMIA

In sintesi (ma vi consigliamo di leggere per intero l’articolo originale), uscire ed entrare sono bocciati nelle forme come “esco il cane”: non è possibile farne un utilizzo transitivo, poiché ammettono tassativamente l’utilizzo del verbo essere. L’utilizzo in forma transitiva di scendere, salire e altri verbi, forse perché prevedono tanto l’ausiliare essere che avere (“sono salito da te” o “ho salito le scale”), è in qualche modo ammesso in forma regionale, ma non equiparato all’italiano.

MILANO DOCET

Da quando sono tornato a vivere a Palermo dopo tanti anni trascorsi per lavoro a Milano, mi dà un enorme fastidio sentire dire da tutti espressioni come ‘esci la carne dal frigo, esci il cane, scendi la bambina da casa, scendi il cane, sali la frutta, sali il pesce, etc. Mi hanno detto che queste espressioni sono prese dal dialetto siciliano e tradotte in italiano dove però non esistono!”.

Questa considerazione è stata fatta da un cittadino all’Accademia della Crusca, rinnegando una parte delle sue radici dopo essere vissuto a Milano. Ma c’è di più.

Tante altre sono le domande di chiarimento arrivate da tutta Italia. Rispetto a quanto riscontrato dalla Crusca “oltre il 60% […] proviene dal nord della penisola, in maggioranza dalla Lombardia e in particolare da Milano e provincia, poi dal Piemonte e dal Veneto, una soltanto dall’Emilia Romagna. Quasi il 27% delle domande proviene da sud, soprattutto dalla Sicilia e in maggioranza da Palermo. Il centro ha pochissime richieste: una da Firenze, una da Roma, una dalla provincia di Frosinone e una da quella di Chieti”.

Citando gli ultimi dati statisticamente validi raccolti attraverso l’Atlante della Lingua QUOTidiana i ricercatori avevano domandato: “Nella tua città o nel tuo paese frasi come scendimi le chiavi o esci il cane [come] sono?

RISPOSTA A: “INACCETTABILI E NON USATE”

RISPOSTA B: “ACCETTABILI E USATE”

Nella tabella A, la concentrazione di no a Milano è da record. Ma ognuno tiri le proprie conclusioni sulle due tabelle qui sopra.

Interpellata ieri, l’Accademia della Crusca ci ha gentilmente e puntualmente risposto: “passata l’ondata si è avuto un brusco calo di domande sull’argomento. Adesso si ha una nuova ripresa, per ovvie ragioni (legate a una male interpretata risposta della Crusca rimbalzata in rete nei giorni scorsi stessa sulla frase ‘siedi il bambino’, n.d.r.), ma le domande provengono spesso senza l’indicazione del luogo (che non è obbligatorio indicare)”.

Quelle geolocalizzate si dividono equamente tra nord, centro e sud.

Aggiungiamo solo un’ultima riflessione: l’italiano ha le sue regole, sacre. Ma anche ogni dialetto è importantissimo, va tutelato e rispettato. E se a chi scrive l’uso di “uscire il cane” risulta quantomeno cacofonico, cosa vogliamo dire allora su “avanzare il prosciutto” di area lombarda o di “ho rimasto il pane” in Romagna? Evviva l’Italia.

Fermo restando che “Scendeteli” ha miracolosamente permesso ai migranti di sbarcare dalla Sea-Watch. Ma non ditelo a Matteo Salvini…

FLAVIO INCARBONE

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Flavio Incarbone
Giornalisti si nasce o si diventa? Scrivo professionalmente da oltre 20 anni e la risposta mi interessa relativamente: l'importante è cercare di essere da stimolo in progress. Amo anche la psicologia, in particolare quella che è rimasta per millenni sotto le ali della grande filosofia, quella dell'inconscio freudiano e non ultimo del filone umanistico-esistenziale. Sono preoccupato da un'umanità che sembra essere al capolinea (e con essa la natura), ma sono felice perché i tempi sono obbligatoriamente maturi per riscoprirci davvero.