ALBERGO DIURNO Venezia: che ne sarà di questo luogo fiabesco?

Un luogo fuori dal tempo che risplende a intermittenza solo in giornate speciali

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albergo diurno
Credits: fondoambiente.it

L’Albergo Diurno Venezia deve il suo nome alla sua posizione, appunto nella zona tra Piazzale Venezia e piazza Oberdan, ancorché il suo nome ufficiale fosse Albergo Diurno Metropolitano.

Il paradiso dei viaggiatori

Si tratta di una struttura sotterranea che, aperta negli anni ’20, fungeva da centro servizi per i viaggiatori. Nello specifico, l’Albergo è stato inaugurato nel 1926 e fra i suoi progettisti ha avuto anche Piero Portaluppi, allievo del Politecnico (che all’epoca si chiamava ancora Regio Istituto Tecnico Superiore), figura che ebbe poi a contribuire anche al piano regolatore di Milano.

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Ispirato ad analoghe strutture britanniche (ma reso unico dalla sua dislocazione sotterranea e dal suo patrimonio artistico risalente al secolo scorso, come fosse una Nargothrond tolkieniana postmoderna),  l’Albergo Diurno Venezia restava aperto tutti i giorni dalle 7 alle 23 e poteva vantare al suo interno, oltre ad un colonnato e a diversi ambienti in stile Art déco e Liberty, strutture ricettive per i viaggiatori,  dedite alla cura della persona, unitamente a servizi quali agenzie di viaggio, i cambiavalute, come pure lavanderie e dattilografie.

Fedele al genius loci cittadino, questo piccolo capolavoro offriva quindi, accanto ai servizi per prendersi cura dei viaggiatori e ritemprarli, la possibilità che questi si mantenessero produttivi anche in viaggio o durante un periodo di riposo. Non mancavano neppure dei ritempranti servizi termali.

La riapertura intermittente in attesa di una sua definitiva affermazione

Dagli anni ’90 del secolo scorso, si è cercato di destinare l’Albergo Diurno anche ad usi culturali o comunque di associarlo ad iniziative di interesse cittadino, senza successo.
Ciò è dovuto anche alle mancate sinergie tra i decisori rilevanti. Non è escluso comunque un rilancio, visto che, dal 2005, l’Albergo (che ha cessato la sua attività l’anno dopo) è sottoposto a vincolo monumentale e, a partire dal 2014, grazie al FAI, che lo ha incluso nelle sue Giornate di Primavera, sta vivendo una rinascita, pur non essendo interamente agibile al momento: viene infatti aperto solo in speciali giornate dedicate.
Dal 2015, è il FAI stesso ad avere in gestione la struttura, come disposto dal Comune di Milano.

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

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Antonio Enrico Buonocore
Traduttore di lingua inglese ed esperto di fondi europei, crede fermamente che la cultura salverà il mondo. Una parola alla volta, se necessario.