🛑 Uno studio rivela: “Le attività all’aperto NON contribuiscono all’aumento dei CONTAGI”

Alcuni ricercatori sembrano concordare che limitare le uscite all'aperto non sia utile, in quanto non alimentano il diffondersi della pandemia

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Credits: runnersworld.it

Le severe restrizioni a cui siamo ormai abituati non hanno fatto sconti a nessuno. Nei momenti più difficili della pandemia, la nostra libertà personale è stata limitata completamente. Eppure, stando ad alcuni studi, le uscite all’aperto per prendere una boccata d’aria non favoriscono in alcun modo l’aumento della curva dei contagi.

# Passeggiate e sport non andrebbero demonizzati

Credits: robinsonpetshop.it

In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, a volte, una distrazione può essere un toccasana per il proprio umore. Tutti dovrebbero avere la possibilità di lasciare le quattro mura della propria casa per una passeggiata o una corsa in tranquillità. In Italia, però, le limitazioni sugli spostamenti fanno in modo che le persone abbiano il timore di andare fuori. In genere, viene consigliato di uscire solo nei pressi della propria abitazione e per il minor tempo possibile. Si tratta di una richiesta difficile da sostenere, in particolare dopo mesi e mesi di chiusure. Uno studio irlandese, però, afferma che le misure in merito non sono utili per combattere il virus. I dati, riportati dall’Health Protection Surveillance Center, riportano che in Irlanda sono stati registrati 232.164 casi fino al 24 marzo di quest’anno. Di questi, solo 262 sono avvenuti per un contatto avvenuto all’aria aperta, pari allo 0,1% dei casi totali. Lo studio ha considerato tutte le possibili attività che possono essere svolte all’aperto, compresi i cantieri edili, facendo comunque emergere un numero molto basso. Inoltre, anche altre ricerche in giro per il mondo sembrano confermare questa realtà.

# Nuove speranze per tornare a vederci in luoghi aperti

Credits: comune.tavagnacco.ud.it

In supporto ai ricercatori irlandesi, altre istituzioni importanti si uniscono alla stessa idea. Ad esempio, l’Università della California ha analizzato studi globali sulla trasmissione del virus e riporta che, in un luogo chiuso, la probabilità di contagiarsi è 19 volte superiore rispetto ad un luogo all’aperto. Al coro si unisce anche l’Università di Canterbury, attraverso la voce del Professor Mike Weed, con uno studio su 27.000 casi e un confronto con 6.000 dati diversi. Weed è arrivato a concludere che il dato dei contagi avvenuto all’esterno è “così piccolo da risultare insignificante“. La sua linea è di consentire, con la dovuta osservanza delle regole, anche eventi o manifestazioni all’aperto. Altri illustri accademici, come il professor Hegarty dell’University College di Dublino o il professor Lavelle del Trinity College, confermano che le attività esterne siano sicure. Infatti, se viene rispettata la distanza consigliata e si indossa sempre la mascherina, la brezza diluisce e spazza via la maggior parte del virus. Dai dati che sono emersi, il governo irlandese ha già dato il suo benestare per tutte le attività all’esterno dal 26 aprile. Quando l’Italia e gli altri paesi si adegueranno sulla stessa linea?

Fonte: Il Messaggero

Continua la lettura con: Perchè l’ITALIA per decidere sul VIRUS non usa i due PARAMETRI utilizzati in tutto il mondo?

MATTEO GUARDABASSI

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Matteo Guardabassi
26 anni, studente in Teoria e Tecnologia della Comunicazione all’Università di Milano-Bicocca, ma attualmente collocato nella mia regione natale, le Marche. Sono uno spirito curioso insaziabile, mi piacciono le opere di fantasia e spesso mi faccio ispirare anche dalla realtà.