Verso lo stop il progetto simbolo della mobilità genovese in Val Bisagno? La linea sopraelevata automatizzata, annunciata come alternativa sostenibile e veloce per collegare la periferia con il centro, rischia di saltare. Rivediamo il progetto e i motivi per cui non potrebbe mai vedere la luce.
# È la fine del sogno della «metro volante di Genova»?

L’ultima versione del progetto Skymetro, denominata P4, prevede un tracciato sopraelevato di 6,5 km con sette stazioni, articolato in due lotti. Il primo, da Sant’Agata a Ponte Carrega, costa 413,8 milioni di euro. Il secondo, da Ponte Carrega a Molassana, ne richiede altri 171,3. Il totale è salito così a 585 milioni di euro, il 50% in più rispetto ai 398 milioni di fondi PNRR disponibili. Tra le modifiche: la demolizione dell’istituto Firpo-Buonarroti per far posto alla stazione Stadio Marassi, l’uso di treni più corti con frequenze maggiori e l’esclusione dell’impianto fotovoltaico, ora ipotizzato come opera separata in partenariato pubblico-privato. La fine dei lavori era prevista non prima del 2030 per il primo lotto, mentre per Molassana si arrivava al 2033.
Una infrastruttura pensata per interscambiare con l’unica linea metropolitana esistente in città. Ora però sull’intero progetto è piovuta acqua gelata.
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# Approvato ma mai partito: i nodi del progetto

Il progetto è stato approvato all’unanimità dal Consiglio superiore dei lavori pubblici nel giugno 2024, ma con oltre 60 prescrizioni vincolanti. Tra queste, il divieto di intervenire sul tombamento del Bisagno a Marassi e di aggiungere carichi strutturali sul ponte ferroviario. Il Comune ha aperto la conferenza dei servizi a marzo 2025, chiedendo i pareri entro il 13 maggio. Tuttavia, nessuna delle versioni progettuali ha concluso l’iter autorizzativo. Mancano le risorse per demolire la scuola Firpo e costruirne una nuova a piazza Giusti. Di fatto, non ci sono i presupposti per rendere l’opera cantierabile nei tempi imposti. La precedente giunta aveva chiesto una proroga già a maggio 2024, poi ripetuta dall’attuale amministrazione, insediata dopo le elezioni del 25-26 maggio 2025. Il Ministero ha escluso ogni deroga.
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# Niente proroga, né alternative: c’è il rischio concreto della perdita dei fondi assegnati

Durante l’incontro al MIT del 5 luglio 2025, il Comune ha ricevuto risposta negativa su tutta la linea: nessuna proroga e nessuna apertura a progetti alternativi. I 398 milioni sono vincolati solo alla realizzazione dello Skymetro e devono essere impegnati entro il 31 dicembre. In caso contrario, le risorse saranno ritirate e riassegnate ad altri interventi in Italia. Il Comune dovrebbe restituire anche circa 19 milioni già spesi in progettazioni. Qualsiasi modifica progettuale o cambio di destinazione dei fondi comporterebbe la perdita immediata del finanziamento. La posizione ministeriale, fondata sul decreto del 20 dicembre 2023, è definitiva. L’unica possibilità è proseguire con l’attuale progetto, rispettando le scadenze. Ma i margini operativi sono praticamente nulli.
# Decisione politica rinviata, ma il tempo è finito

Il confronto politico si è riacceso. L’opposizione accusa la giunta Salis di volere il fallimento dello Skymetro per motivi ideologici, pur sapendo dell’impossibilità di recuperare i fondi. L’ex sindaco Bucci sostiene che l’opera è ancora tecnicamente fattibile, se supportata dal governo regionale. Il centrodestra chiede l’avvio immediato del cantiere. La maggioranza, al contrario, ribadisce la necessità di un trasporto meno impattante e senza demolizioni. Intanto il comitato “Opposizione Skymetro” propone una tranvia, non accettata dal MIT. La sindaca Salis ha annunciato l’apertura di un tavolo per salvare i fondi, ma il cronoprogramma ufficiale non ammette più scarti. Senza un’accelerazione immediata, il progetto sarà archiviato. E con esso, anche i finanziamenti.
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FABIO MARCOMIN