LIMONE SUL GARDA è il produttore di limoni più a NORD del MONDO

Poco più di 1000 abitanti, Limone sul Garda è la meta perfetta per un weekend alla scoperta della gastronomia con uno sfondo da favola

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credits: IG @omelhordaitalia.dicas

Nonostante il nome da Libro Cuore, scelto nel 1905 per sostituire l’iconico Limone San Giovanni (già immaginavamo i gemellaggi con Sesto, alle porte di Milano), la piccola località di poco più di 1000 abitanti sulla gardesana bresciana vale sicuramente una visita approfondita. Oseremmo dire che sia perfetta per un weekend dedicato alla scoperta del luogo di coltivazione di agrumi più a nord del mondo (46° latitudine nord).

LIMONE SUL GARDA è il produttore di limoni più a NORD del MONDO

# Dal Mar Ligure al Lago di Garda

credits: IG @instagarda

I limoni furono portati sulle rive del Lago di Garda nel XIII secolo, provenienti dalla Riviera Ligure, per opera dei frati del convento di San Francesco di Gargnano. Cominciò così l’attività di commercio dei limoni verso la Germania e la Russia, dove erano fortemente richiesti per la loro grande ricchezza di vitamina C, molto utile per combattere lo scorbuto, malattia assai diffusa in Europa all’epoca. Anche l’acido citrico, che veniva usato come conservante per il cibo e disinfettante, era fortemente richiesto.

In poco tempo, il limone diventò una star, portando pescatori, allevatori e agricoltori della zona a dedicarsi all’attività commerciale più remunerativa. Nell’Ottocento la produzione dei limoni conobbe una crisi, ma fu poi rilanciata nel 1929 dalla costruzione della strada Gardesana Occidentale, che collegò Limone sia con Gargnano a sud che con Riva del Garda, in Trentino, a nord. Il destino di questa località era segnato, e ancor oggi, a ribadire il concetto, tutti i nomi delle vie sono accompagnati da una piastrella in ceramica colorata che raffigura la celebrità locale.

# Le Limonaie

credits: IG @nationaldestinations

Fermarsi lungo la strada per Limone nella località dei frati pionieri (Gargnano) può valere la scoperta di un piccolo porticciolo fiorito, oltre che di una prima importante limonaia, quella de la Malora. Posta sul declivio di un poggio affacciato al lago, in perfetto stato di conservazione grazie alla cura delle piante autoctone, alcune delle quali centenarie, la limonaia da cinque secoli continua a produrre limoni. Possiamo vederla come l’archetipo delle tante che fiorirono sul Garda, con la sua struttura a più ripiani collegati da scale di pietra, chiuse da una massiccia muraglia.

La sosta successiva possiamo farla nel comune di Tignale, per visitare l’Ecomuseo delle Limonaie del Garda Pra dela Fam, istituito nel 2011 con la missione di documentare, conservare e valorizzare la memoria storica del territorio nelle sue manifestazioni di cultura materiale e immateriale. Una volta arrivati a Limone la limonaia da non perdere sarà quella del Castel, storico luogo di coltivazione costruito in pietra, semi chiuso su tre lati per assicurare che le piante di agrumi fossero esposte a sud est, in direzione del sole. Qui oltre ai limoni si coltivano cedri, pompelmi, mandarini, mandaranci, chinotti, clementine e kumquat.

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# La proteina della lunga vita

credits: IG @super.italy

Limone è famosa anche per la medicina. Nel 1975 il farmacologo milanese Cesare Sirtori scoprì infatti che gli abitanti di Limone possedevano nel sangue una forma mutata di apolipoproteina chiamata Apo A-1 Milano. Tale proteina genera una variante benefica di colesterolo ad alta densità (HDL, o colesterolo buono), che diminuisce il rischio di arteriosclerosi e altri disturbi cardiovascolari. I residenti di Limone, secondo i valori di ‘colesterolo cattivo’ nel sangue, avrebbero dovuto essere morti da tempo. Questo portò Sirtori a indagare ulteriormente, fino alla scoperta miracolosa.

La presenza della proteina a Limone sul Garda era dovuta all’isolamento che il paese aveva vissuto per lungo tempo, prima che venisse costruita la costiera del Garda, quando il paese era accessibile solo tramite una stretta strada di montagna. Questa proteina ha conferito agli abitanti del villaggio un’estrema longevità: una dozzina di residenti delle coorti di osservazione di Sirtori superò i 100 anni di vita (su circa un migliaio di abitanti). L’origine della mutazione fu ricondotta a un uomo che visse a Limone addirittura nel 1780, Giovanni Pomaroli: il primo a resistere agli effetti negativi dei trigliceridi elevati e del “colesterolo cattivo”. Quando si dice, non tutti gli isolamenti vengono per nuocere…

# La Ciclopista del Garda

credits: IG @diegopanteghini

Al giorno d’oggi ignorare i ciclisti non è più possibile, tanto che in tanti hanno già battezzato il 2022 come l’anno della bici. E a Limone c’è la ciclopista del Garda, che ha come progetto finale il collegamento della capitale dei limoni col confine della provincia di Trento, verso Riva del Garda, dove si trova un monumento dedicato ai lavoratori deceduti nella realizzazione della famosa statale SS45: una balconata monumentale a strapiombo sul lago. Percorribile da tutti i tipi di biciclette, la pista può essere scoperta anche con il fascino mellifluo della notte, grazie all’impianto di illuminazione a led. Parte a circa 3 km dal paese e avanza per circa 2,5 km con le sue passerelle sospese dalle viste spettacolari, lungo le rocce e sopra le acque del lago.

La ciclovia è attualmente raggiungibile a piedi o in bicicletta soltanto da Limone, mentre da Riva del Garda è necessario percorrere la strada, attraversando varie gallerie che non sono per nulla sicure per pedoni e ciclisti. Entro il 2026 (per sicurezza aggiungiamo sempre un paio d’anni a queste stime) saranno finiti i lavori di costruzione di un’intera pista ciclabile attorno al Lago di Garda, con una lunghezza di ben 140 km. Il progetto ambizioso Garda by Bike riutilizzerà piste ciclabili già esistenti congiungendole con nuove tratte. In questo modo un sogno per ogni ciclista diventerà (presto) realtà: il giro completo del lago su una pista ininterrotta.

# Il Borgo gioiello

credits: IG @travelling24hours_

Se siamo venuti qua per il weekend, come vi avevo consigliato all’inizio, cerchiamo bene tra le varie opportunità di soggiorno: alcune sistemazioni potrebbero essere dei semplici garages riadattati all’uso. Privilegiamo le vecchie case in pietra della tradizione, sulle stradine che risalgono verso le montagne circostanti, oppure su quelle che scendono verso le iconiche rocce giganti della passeggiata lungolago, tra i cipressi e le palme di un imbarcadero che ci potrà far raggiungere Malcesine, sulla sponda veronese del Garda.

Andiamo a visitare la parrocchiale, ci sembrerà di ricordare il passato del paese, quando Limone non faceva ancora parte dell’Italia, ma era annessa all’impero austriaco. Il punto più caratteristico del borgo, però, che già aveva stregato nientemeno che Goethe, è il piccolo porticciolo, dove potremo ammirare il via vai delle imbarcazioni tra le case color pastello e le rigogliose bouganville. Ora però andiamo a perderci nelle (poche) stradine del paese, tra piazzette, fontane, saliscendi con scorci sul lago, caffè, boutique e i tanti negozi che vendono i vari prodotti a componente limone, magari risalendo sino alla piccola chiesetta di San Rocco, se riusciremo a resistere al richiamo degli accoglienti tavoli invasi dai cocktail arancioni più famosi al mondo.

# Un paradiso dell’enogastronomia

credits: IG @travelling24hours_

I ristoranti con vista panoramica sulle luci romantiche a bordo acqua non mancano: scegliamone uno che ci ispiri, senza badare troppo alle recensioni negative di chi magari arriva da altre zone: l’area del Garda presenta una cucina molto variegata, ma racchiude comunque solo parte delle tradizioni culinarie della Lombardia, del Veneto e del Trentino. Gli ingredienti principali non possono che essere quelli offerti dal chilometro zero: cominciamo con il pesce di fiume, per esempio il coregone lavarello, un pesce facilmente reperibile nel Garda, che viene prima intinto nell’olio d’oliva prodotto localmente, aromatizzato e poi cotto ai ferri. Oppure potremo sbizzarrire il nostro gusto alla ricerca di altre peculiarità d’acqua come la tinca, le sardine, il luccio, la trota salmonata.

La montagna è vicina e si sente, dato che non mancano esempi di comfort food da sagra paesana, come la polenta ‘cunsa’ e lo spiedo bresciano. Per accompagnare il tutto avremo solo l’imbarazzo della scelta: la tradizione vinicola del Garda risale addirittura agli antichi romani. Il vino simbolo del Garda è il Bardolino, un rosso che si presenta leggero e ideale per qualsiasi pasto, mentre il rosato più famoso è il Chiaretto, di cui compreremo almeno una bottiglia da portare a casa. Vogliamo provare un bianco? Il Bianco di Custoza e il Lugana sazieranno la nostra voglia di formaggi del Garda. Preferiamo una bollicina locale? Niente paura, c’è anche quella, naturalmente di qualità. Ora resta solo da scegliere sul calendario il weekend e prenotare!

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LORENZO ZUCCHI

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Lorenzo Zucchi
Laureato in statistica, milanese d’adozione da 16 anni. Grande appassionato di viaggi, fotografia minimalista, architettura e urbanistica. Sognatore estremo, coltiva l’idea di una federazione mondiale di Città Stato. Obiettivo nascosto: svecchiare la società dai suoi tanti risvolti retrogradi. Citazione preferita: la vita reale è per chi non sa fare di meglio.

2 COMMENTI

  1. Meraviglioso questo articolo! Dà onore e merito al luogo e a chi l’ha scritto.
    Io mi occupo della comunicazione del Consorzio turistico del Garda lombardo, della bella fascia lacustre che va da Sirmione a Limone appunto e volentieri resto a vostra disposizione per spunti e/o collaborazioni che vi possano essere utili.
    Grazie ancora!

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