Quando si chiamava MEDIOLANUM: questa è la COSTRUZIONE più ANTICA di MILANO

Uno scorcio dell'Impero Romano nel cuore del capoluogo lombardo 

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A Milano vi sono palazzi appartenenti a epoche storiche differenti, che
conseguentemente hanno portato sul territorio riflessi di un mix di vari generi architettonici che oggi è uno dei punti di forza più rappresentativi dell’immagine della città.

Pochi sanno però che, scorrendo indietro di due millenni, possiamo trovare addirittura delle rovine intatte dell’antica Medionalum. Si tratta della più grande testimonianza archeologica della Roma antica nel centro di Milano.

Quando si chiamava MEDIOLANUM: questa è la COSTRUZIONE più ANTICA di MILANO

# Il Palazzo Imperiale di Milano Capitale

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Milano è stata capitale dell’Impero romano d’occidente: dal 286 al 402 d.C. In questo periodo, l’imperatore Massimiano abbellì la città con vari monumenti, e una parte considerevole della città (quella occidentale, una vera e propria città nella città) fu riservata al palazzo imperiale e al suo quartiere, che era anche la sua residenza nonché quella della sua corte e che comprendeva locali di rappresentanza e amministrativi, un centro termale privato, presidi militari fissi, luoghi di culto dedicati e aree residenziali. Probabilmente, anche lo stesso toponimo della moderna Piazza Vetra è legato al palazzo imperiale, dato che si ritiene provenga da Castra Vetera, con un richiamo al presidio di soldati nei pressi di Porta Ticinese Romana a guardia del palazzo imperiale.

Nel 313 d.C l’Imperatore Costantino promulgò l’Editto di Milano, e Milano avrebbe perso il ruolo di capitale a vantaggio di Ravenna, considerata più difendibile. Nonostante questo, il palazzo imperiale romano di Milano continuò ad essere accreditato come un importante luogo di potere.

#  L’antico centro di Mediolanum

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Per costruire il palazzo imperiale romano di Milano venne scelta una zona di Mediolanum che era contraddistinta dalla presenza di abitazioni di lusso. A fianco del palazzo fu edificato il Circo Romano di Milano, riproponendo lo schema palazzo imperiale-circo tanto frequente nelle città imperiali.

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Più precisamente il circo e il palazzo di Milano si trovavano in un quartiere a ovest, tra Porta Vercellina e Porta Ticinese. Era compreso tra le moderne corso Magenta, via Santa Maria alla Porta e via Santa Maria Fulcorina.

La moderna via Torino, con la costruzione del palazzo imperiale, diventò il nuovo decumano massimo, dato che collegava il palazzo, centro politico e amministrativo della città, con il Palazzo Arcivescovile (che si trovava dove ora è situata Piazza Duomo) che rappresentava invece il centro religioso della città.

La posizione e l’estensione del complesso architettonico del palazzo imperiale sono state
ricostruite sulla base di indagini archeologiche e di indizi topografici. Ma come era il palazzo imperiale originale?

#  Il Palazzo Imperiale: i resti in via Brisa e come era fatto in origine

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Originariamente era costituito da più cortili porticati adeguatamente collegati che davano accesso sia ad ambienti pubblici che privati. L’ingresso del palazzo, situato lungo la moderna via Santa Maria alla Porta, era costituito da un grande vestibolo che dava l’accesso a una sala absidata. Le sezioni del palazzo destinate a funzioni di rappresentanza erano contraddistinte da locali più grandi e dotati di absidi, spesso con pavimenti rialzati, vista la possibile presenza dell’imperatore in vesti ufficiali. Una parte del palazzo era destinato alla famiglia imperiale, e le pareti erano ricoperte da affreschi, tra i quali spiccavano quelli che celebravano le vittorie militari dell’Impero.

I resti presenti in via Brisa coprono un’estensione totale è di 2160 metri quadri, ed è possibile riconoscere delle strutture di fondazione, oggi all’aperto, di un impianto termale che sembra riferirsi al nucleo più a nord del perimetro. Un settore destinato alla rappresentanza dove l’imperatore riceveva dignitari, principi o re stranieri venuti a fargli visita.

Continua a leggere con: La RIVOLUZIONE EPOCALE dell’EDITTO di MILANO

CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).