Forse non tutti sanno che Milano ha qualcosa che non si trova nelle altre città italiane. No non stiamo parlando del Duomo o del Cenacolo, ma di un frammento della Luna. Come ci è arrivato a Milano? Scopriamolo insieme ad altre tracce della luna a Milano.
A MILANO si trova la LUNA
# Il frammento arriva dall’ultima missione sulla Luna

Il frammento di Luna presente al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci è l’unico del suo genere in Italia. Appartiene alla roccia che venne battezzata “Goodwill Rock”, ovvero la roccia della speranza: Eugene Cernan e il collega Harrison Schmitt, nella missione Apollo 17 avevano raccolto un grande pezzo di roccia che ritenevano significativo, sperando che fosse possibile spezzettarlo e donarne una parte ad ogni nazione in segno di fratellanza.
# Il frammento appartiene alle rocce ignee effusive e fu donato da Nixon allo Stato Italiano in segno di amicizia fra le due nazioni
Il pezzo di Luna conservato nel museo fa parte della famiglia dei basalti, cioè delle rosse ignee effusive, comunemente chiamati frammenti di lava. Il frammento arriva dall’area nota come Taurus Littrow Valley, scelta appositamente per le sue caratteristiche geologiche che avrebbero aiutato gli scienziati a capire la storia della Luna e forse del nostro Sistema Solare. Fu donato nel 1973 dall’allora presidente Richard Nixon, allo Stato Italiano, il cui Presidente della Repubblica era Giovanni Leone, come segno di amicizia fra i due Stati.
Non è l’unica traccia di Luna a Milano. C’è anche una celebre scritta.
# A Lambrate c’è la Luna su un palazzo

All’angolo tra Via Ventura e Via Massimiano 25 c’è un edificio costruito nel 2011 ad uso terziario che riporta una grande insegna con la scritta “Luna”. La scritta è una parte della vecchia insegna del Luna Park delle Varesine recuperata dall’architetto di Mariano Pichler e da lui posizionato in questo nuovo angolo della città.
Curioso anche il palazzo dove è apposta la scritta: ha una struttura bizzarra, diviso in tre fasce, ognuna delle quali è progettata per un uso diverso. Ruatti Studio ha concepito un piano terra in cui si trovano spazi commerciali e gallerie d’arte, un primo piano che ospita un bar-ristorante e i piani superiori adibiti ad atelier e laboratori. In questo edificio il vecchio e il nuovo entrano in contatto pur rimanendo ben visibili, facendo da ponte fra strutture residenziali e strutture industriali del passato.
Il frammento e l’edificio rappresentano entrambi i passi importanti per la storia dell’uomo e il progresso scientifico verso il miglioramento. Ma questa non è l’unica installazione che ha portato la luna a Milano.
# La Luna in piscina

Nuotare sotto la Luna. A Milano si è potuto fare anche questo. Grazie a “Museum of the Moon”, il progetto artistico itinerante dell’artista britannico Luke Jerram, allestito dal 15 al 23 giugno 2019 alla Piscina Cozzi. L’imponente installazione misurava 7 metri di diametro ed era una sfera che riproduceva fedelmente la superficie lunare, grazie alle cartografie fornite dalla Nasa. Con una scala di circa 1:500,000, ogni centimetro della scultura sferica equivaleva a 5 chilometri della superficie lunare. Un’installazione che sarebbe stato bellissimo trasformare da temporanea in permanente. Ma a volte chiedere la luna è un po’ troppo. Anche per Milano.
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ANDRA STEFANIA GATU
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