Come vive un milanese a Roma? Non da turista, ma affittando un appartamento in periferia e provando a vivere la città più reale. In questo caso il milanese non è di nascita ma di adozione, con ventun anni di milanesità alle spalle, sufficienti a fargli cogliere anche di sfuggita le differenze e le similitudini tra le due grandi città d’Italia eterne rivali.
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Un Milanese a Roma: le 5 differenze e i 3 punti in comune tra le due città rivali
Le 5 differenze
#1 Le dimensioni

Facile sentirsi scorati, al verificare l’estensione della città eterna, che come ripetono qui è ‘undici volte Milano’ (per territorio), mentre è solo il doppio quanto a popolazione. La città finisce e ricomincia più volte, in mezzo ai colli e ai pini marittimi, con intere borgate di condominii popolari collegate da viali che scorrono in mezzo ai cartelloni pubblicitari. Noi invece dobbiamo ancora chiedere che venga annessa Pero, perché Sesto San Giovanni sarebbe troppo grande.
#2 La metropolitana

A sorpresa, con la linea C (la ‘verde’) sembra proprio di essere a casa, visto che l’arredo interno è identico a quello delle nostre M4 e M5, frequenza a parte, copertura telefonica a parte. Esotiche invece le linee A e B, sicuramente meglio la A, anche se negli orari di punta si deve scendere a patti con la coscienza e pensare di essere ai cancelli di un mega evento live che sta per iniziare. Consolazione: la tratta costa 1,50 euro (e si entra con carta ovunque).
#3 La gente che parla
Sicuramente la differenza culturale più evidente, rispetto alla tendenza milanese di introversione, erede dei due stereotipi di mentalità chiuse e aperte con cui per anni hanno infarcito cinema e televisione di boutade su Nord e Sud. I clienti non si limitano mai a ordinare, ma approfittano per brevi conversazioni, anche se non si conoscono. Se invece sono amici, allora la coda può durare anche qualche minuto, ma nessuno protesta.
#4 I ristoranti tipici

Impressionante l’offerta di ristoranti con cucina romana, dalla pinsa al taglio che è in ogni baracchino di periferia e del centro, sino alle osterie specializzate in pasta, devo dire molto buona e al dente, sicuramente meglio di quella dei ristoranti per turisti nel centro. Prezzi popolari al confronto della capitale della moda, che ormai propone troppi locali settati per il target più alto, perdendo un po’ in autenticità. E poi forse il riso giallo non è abbastanza iconico.
#5 Le emergenze monumentali antiche che spuntano ovunque

Non parliamo dei fori romani, ma di tutte quelle formazioni in mattoni che compaiono all’improvviso mentre si vaga senza meta per la città: acquedotti, mura, rovine varie, terme, templi, ville di campagna, colonne, necropoli. Nelle prime ore di soggiorno sorprendono per estensione e stato di conservazione, e in alcuni casi anche per imponenza. Poi ci si abitua alla condizione: quella di convivere con il territorio dove nei secoli passati sorgeva il più grande impero della storia.
I 3 punti in comune
# Lo sviluppo delle periferie

Visitarle tutte mi sarebbe stato impossibile, ma il trend che ho riscontrato è lo stesso che da anni fa progredire anche Milano, dal modello primordiale delle varie NYC, Londra o Berlino. Ogni area si riscopre e diventa un quartiere attrattivo, grazie anche al successo delle trasmissioni immobiliari in televisione. Ci sono i quartieri snob, quelli fricchettoni, quelli autentici, quelli studenteschi, quelli popolari. Uno sviluppo da città stato.
# L’overtourism

Inevitabile, tra settimana di Pasqua e giubileo, fare il conto delle presenze turistiche, che rendono una vasca il passeggio in qualsiasi strada del centro. Grandissima risorsa, ma anche presenza fissa che ormai rende meno vivibile la città per i residenti. Non siamo per il modello ‘ticket’ appena inaugurato da Venezia, ma auspicheremmo un tavolo bilaterale tra i due comuni per discutere del tema.
# I lavori pubblici delle amministrazioni

Giustappunto come ultimo punto in comune tra le due città non poteva mancare l’immobilismo delle due giunte politiche che al netto delle tasse di soggiorno non riescono veramente a svettare per quanto potrebbero. Se nella nostra città abbiamo da poco testimoniato la faticosa fine dei lavori alla M4, nella capitale attendono ancora il famoso prolungamento sino al centro della C. E intere tratte di tramvie periferiche giacciono abbandonate.
In fin dei conti, Roma è solo una Milano distopica, che esagera in tutto alcuni caratteri tipici dell’italianità presenti anche a Milano, nel bene e nel male. Vedremmo bene un riavvicinamento tra le due realtà, in fondo anche una capitale di impero deve essere prima di tutto capitale di sé stessa.
Continua la lettura con: Le 7 cose che un romano apprezza di Milano
LORENZO ZUCCHI
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Le due città sono già vicine, più di quanto gli stereotipi dicano. A me, che a Roma ci vado spesso per lavoro e relaziono con centinaia di romani, non risulta affatto questa rivalità di cui tanto si parla. In cosa? Perché ci dovrebbe essere rivalità? Sono due città così diverse, che farei persino fatica a trovare un argomento su cui vedere un rivalità. Le dimensioni del territorio comunale? 11 volte per chi non sa contare…sarebbero “solo” 7 volte circa, comunque tanto. Ma non avrebbe senso perché persino città come Ravenna vanterebbero un comune ben più esteso (più del triplo), mentre Parigi città è persino più piccolo. Solo che i comuni attorno a Parigi sono amministrati da un unico soggetto che ne fa veramente una città di 14 milioni di persone, Milano direi proprio di no, e Roma sta comodamente nel suo territorio (ce ne potrebbero stare altre due). Le metropolitane? Milano ha poco di che vantarsi a confronto di altre città europee perchè abbia senso farlo con Roma, la quale purtroppo non si può negare che debba progredire. In cosa quindi? E chi la esterna questa rivalità?