🔴 Volano SCHIAFFI tra Sala e la Regione sulla gestione della sanità

E' solo l'ultimo atto di una serie infinita di scontri. Milano e la Lombardia litigano su tutto, hanno esigenze diverse, hanno due diverse visioni del mondo. Come una coppia scoppiata c'è una sola soluzione

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Credits: agi.it - Sala e Fontana

Sala insieme ai Sindaci di Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Mantova e Varese hanno rivolto alcune domande al Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana dopo l’appello già fatto da 81 comuni della Città Metropolitana in precedenza. Le domande hanno suscitato una reazione piccata del governatore a cui è seguito un ulteriore video messaggio di Sala a rincarare la dose.

Volano schiaffi tra Sala e la Regione sulla gestione della sanità

Il Sindaco di Milano ha capitanato la rivolta dei sindaci lombardi: le domande alla Regione (ancora senza risposta)

Ieri sono stati richiesti dei chiarimenti, dai sindaci delle principali città lombarde, sui compiti, le azioni e le strategie in carico alla Regione per risolvere in fretta l’emergenza sanitaria che ancora non ha allentato la sua morsa. Ecco le domande:

#1 Quando saranno disponibili i dispositivi di protezione – a partire dalle mascherine – il cui arrivo è stato promesso da tempo?

#2 Che cosa sta facendo la Regione per proteggere il personale sanitario e gli ospiti delle RSA, in molte delle quali sappiamo purtroppo di numerosi decessi? In una recente conferenza stampa il Presidente Fontana ha detto che la situazione “è sicuramente sotto controllo” e che “tanto i plurisintomatici che i monosintomatici verranno sottoposti a tamponamento”. È ciò che si sta realmente facendo?

#3 Perché la Regione Lombardia non segue le direttive del Ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità che prescrivono di sottoporre a tampone i sintomatici e, qualora questi siano positivi, i loro familiari e i contatti recenti?

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#4 Perché la Regione Lombardia non ha ancora autorizzato l’avvio della sperimentazione dei test sierologici che altre regioni, come il Veneto e l’Emilia-Romagna, hanno invece attivato? L’esito di tali test – in abbinamento a un’indagine continua attraverso tamponi su un campione statisticamente rappresentativo per età, sesso, luogo di residenza… – è ritenuto decisivo per certificare l’evoluzione dell’epidemia e l’immunità di chi abbia contratto il virus anche in forma asintomatica.

La reazione piccata di Attilio Fontana ““Dai sindaci di centrosinistra bieca speculazione”

La reazione del governatore lombardo non si è fatta attendere, ma non contiene le risposte richieste dai sindaci: “Non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare. Se poi la ‘lezioncina’ arriva da chi non ha competenze scientifiche dirette, la cosa diventa – per pura e bieca speculazione politica – ancora più inopportuna e per certi versi triste. Un modo di comportarsi irresponsabile e poco consono per chi ricopre un ruolo istituzionale. Un atteggiamento sconsiderato che giunge proprio nel giorno in cui ho ricevuto una telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di plauso per tutto quello che stiamo facendo e anche per condividere l’opportunità di mantenere solido il fronte istituzionale”.

“Già lunedì scorso durante la consueta riunione con i sindaci dei capoluoghi e, poi, non più tardi di ieri – aggiunge Fontana – nell’aula del parlamento regionale, abbiamo risposto alle medesime domande da parte delle opposizioni, che oggi i sindaci di centrosinistra puntualmente, come un orologio svizzero, ripropongono. E’ evidente, che c’è una strategia politica e che quindi l’obiettivo è tenere alta la polemica contro la Regione, impegnata invece 24 ore su 24 a contrastare concretamente il virus. Non mancheremo comunque – conclude il governatore – di recapitare ai sindaci in maniera specifica e puntuale tutta la documentazione che darà loro anche risposte scientifiche”.

Fonte: varesenews.it

La controreplica di Sala “Siamo noi sindaci i primi a sapere che oggi i cittadini non vogliono polemiche, ma soluzioni corrette per questa drammatica situazione”

Sala ha voluto ribadire la sua posizione con un post su Facebook, sottolineando come fosse evidente la vena non polemica delle domande sottoposte alla Regione, ma evidenziando al contrario un esigenza dei cittadini di risposte concrete a questa situazione critica: “Siamo noi sindaci i primi a sapere che oggi i cittadini non vogliono polemiche, ma soluzioni corrette per questa drammatica situazione. E, dato che noi più di altri riceviamo richieste e domande in linea diretta, così come abbiamo pubblicamente e con nettezza posto al governo il tema delle risorse ai Comuni per non tagliare i servizi, sono giorni che sollecitiamo Regione ad un chiarimento sulla linea da tenere. Chiarimento che non abbiamo.”

“Tre domande per il bene comune”: il Sindaco non molla la presa sulla Regione e pretende spiegazioni sull’operato

Questa mattina, 02 aprile, il giorno dopo lo “scontro” con Attilio Fontana il Sindaco torna ancora sull’argomento e lo fa attraverso la sua consueta diretta quotidiana sul suo profilo personale di facebook. In questo appuntamento rivolge 3 domande ancora più dirette, che fanno percepire un velato fastidio del primo cittadino a dover dipendere dalle decisioni della Regione per gestire l’emergenza coronavirus, e in sintesi chiede spiegazioni su questi marco temi:

#1 Mascherine introvabili: al momento a Milano le mascherine disponibili sono molto poche e non è chiaro se debba fornirle lo Stato, la Regione, la Regione attraverso la Stato ed è un’informazione fondamentale capire come farne approvvigionamento in previsione di una prossima graduale ripresa della vita quotidiana.

#2 Tamponi troppo pochi e bollettini con dati superficiali: esiste una differenza di approccio tra Lombardia e le Regioni Veneto ed Emilia Romagna che stanno eseguendo molti controlli. I tamponi sono necessari per conoscere la positività dei soggetti e per tutelare specialmente i degenti nelle RSA e ospdeali che hanno rapporti con medici e inservienti. Inoltre manca è anche un’identificazione delle tipologie di persone a cui sono stati effettuati, ad esempio i maschi sono più a rischio, e soprattutto in quali aree della Regione. Insomma i bollettini riportati ogni giorno, così superficiali, sono di dubbia utilità per capire la diffusione del contagio.

#3 Test sugli anticorpi mancanti: sia in Veneto che in Emilia Romagna vengono già fatti, mentre il Lombardia non si sa se e quando verranno fatti. Nella strategia di riapertura delle attività economiche e la vita lavorativa conoscere l’immunità delle persone al virus consente di ritornare alla normalità in sicurezza e con più velocità.

Una sola, definitiva, soluzione all’orizzonte

E’ questo solo l’ultimo atto di una serie infinita di scontri. Sui trasporti, sulle infrastrutture, sui fondi, sui navigli, sullo stadio e ora sull’emergenza coronavirus. Milano e la Lombardia litigano su tutto, hanno esigenze diverse, hanno due diverse visioni del mondo. Come una coppia scoppiata c’è una sola soluzione: separarsi.

L’autonomia rimane infatti l’unica via per uscire dal ginepraio normativo e parassitario che i numerosi livelli amministrativi impongono ai singoli e per garantire l’efficienza e rapidità d’azione vitale per una metropoli internazionale come Milano. La soluzione è alla portata di mano e si chiama “Milano Città Stato” o Città Regione come previsto dall’articolo 132 della nostra Carta Costituente, a Sala rimane solo una richiesta da fare, per assolvere con un colpo solo a tutte le richieste fatte sinora alla Lombardia: pretendere l’autonomia di Milano.

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.