La nuova frontiera del turismo: l’ARABIA SAUDITA

Un regno che aveva aperto le porte ai turisti per la prima volta a settembre 2020, ora le riapre

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Credits: @enj0y_every_day Arabia Saudita

Tra le tante mete che la riapertura ufficiale del turismo da parte del governo ci può offrire per la prossima stagione (verifichiamo però sempre sul sito viaggiaresicuri.it che siano “aperti” anche i paesi dove vogliamo andare), dopo due anni in cui il 90% degli italiani non è uscito dall’Italia, c’è anche una relativa novità, un regno che aveva aperto le sue porte per la prima volta ai turisti nel settembre del 2020. Parliamo dell’Arabia Saudita, paese che con lo slogan “Vision 2030” ambisce ad acquisire la stessa quota di turismo che oggi sceglie Dubai, Abu Dhabi e il resto degli Emirati Arabi Uniti.

La nuova frontiera del turismo: l’ARABIA SAUDITA

# Il visto online

Passaporto
(da pixabay)

Prima di organizzare il viaggio in termini di voli e itinerari, è essenziale munirsi di visto turistico. Una procedura, grazie al sito in lingua inglese (visa.visitsaudi.com), decisamente semplice, nonostante qualche documento/foto da caricare e altrettanti inevitabili moduli da riempire (tempo stimato: venti minuti). A un certo punto, verso la fine della procedura, comparirà una schermata di loghi di assicurazioni con cui fare la copertura obbligatoria; se non avete voglia di informarvi su quale sia la migliore, scegliete quella che vi ispira di più (spoiler: il prezzo è lo stesso per tutte). Tempo cinque minuti e, anche se siete donne single, il visto turistico sarà già arrivato sulla vostra casella di posta.

# Il periodo

Credits: @gemini_boi
red sand desert

Tenuto conto delle temperature, forse l’estate non è esattamente il periodo migliore per visitare l’Arabia. Peccato, avevate fretta di partire, vero? Trattenete l’istinto basico del wanderlust e tenetevi dieci giorni di ferie da prendere fuori stagione, se vi è concesso questo privilegio incredibile del poter esplorare la Terra in condizioni di scarso affollamento (che forse un giorno torneranno gli assembramenti agostani), quando tutti i colleghi sono immancabilmente davanti al terminale. Il periodo che va da ottobre a marzo potrebbe essere quello ideale, magari evitando il Ramadan del 2023, per non avere disagi, anche se l’atmosfera che vi si respira, sin dai giorni che lo precedono, è sicuramente un’esperienza unica.

# La società saudita

Credits: internazionale.it
arabia saudita società

Forse sbagliamo noi occidentali a giudicare, a parametrare tutto ciò che vediamo solo attraverso i nostri occhi addormentati in decenni di progresso e stagnazione economica. Indubbiamente però, per una destinazione come questa, il sentito dire (pessimo e abbondante) indirizzerà sicuramente le nostre prime impressioni. Come scrivo nei miei libri di viaggi attraverso il mondo (Quante bandiere hai? e Bandiere per Tutti), la cosa peggiore dei vari stati, sono sempre gli stati stessi, i governi totalitari, l’uso ingiustificato del potere. I posti (e la gente) sono bellissimi, dappertutto. Anche la società saudita, dunque, bollata come retrograda unicamente in base a certi paletti imposti dallo stato-religione, è in realtà un ambiente in cui ci si può trovare bene sin da subito. Le donne guidano i SUV, vanno in giro da sole di giorno e persino di sera, qualcuna di loro non porta il velo…

# Riyadh, la capitale in costruzione

Credits: @ys.oma
Riyadh

La prima cosa che vi farà vedere il tassista agghindato tradizionalmente con la kefiah, saranno gli immensi isolati delimitati da cartellonistica a render, che annunciano i vari progetti in corso per i prossimi anni. La capitale dell’Arabia Saudita (e ancor prima del Najd), una città enorme di 8 milioni di abitanti in cui la gente si muove essenzialmente in auto attraverso le superstrade che tagliano i vari quartieri, è già puntellata di un certo numero di grattacieli interessanti: per esempio la famosa Kingdom Tower, oppure l’Al Faisaliah Center con la sua palla sulla sommità, e altri più recenti o ancora in costruzione lungo l’asse nord-sud di Olaya street, dove le future fermate della metropolitana giacciono in stato di semi-abbandono (vi lavora qualcuno solo sporadicamente). Vagate alla ricerca della patina araba nei dintorni a suk dell’antico palazzo di Masmak, oppure cercate refrigerio in un ristorante invitante e in un bar con shisha nei quartieri bene di As-Sulemaniyah o Al-Mohammadiyah, a seconda delle vostre preferenze.

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# Jeddah, la vecchia anima cosmopolita sul mar rosso

Credits: @destinationjed
Jeddah

Sicuramente avrete sentito parlare, nelle scorse settimane, del gran premio di Formula 1 organizzato proprio a Jeddah, tra i missili che colpivano i depositi di petrolio e le altre varie polemiche legate allo status degli organizzatori (che assieme ad altri stati bombardano lo Yemen, ma del resto se si dovessero scegliere le mete turistiche in base al comportamento dei governi, resterebbero solo Svizzera e Scandinavia). La città affacciata sul Mar Rosso, ex capitale dell’Hejaz, con un importante porto e un’affascinante Corniche di palme e lungomari pedonali, denota da subito i suoi secoli passati sotto il giogo comunque cosmopolita dell’Impero Ottomano: l’immagine generale è “più europea”, la gente persino più rilassata. Anche qui non mancano i progetti urbanistici, addirittura interi isolati sono cintati in attesa di essere completamente demoliti, in un effetto decisamente spettrale; ma il progetto più importante riguarda la rivitalizzazione del centro vecchio, con le sue case a 4-5 piani di corallo, dai tipici balconcini sporgenti di vari colori (azzurri, rossi, verdi, marroni), un complesso monumentale di prim’ordine, e non solo per l’egida dell’UNESCO.

# Il deserto

Credits: @enj0y_every_day
deserto Arabia Saudita

Non c’è bisogno di dirlo, l’attrazione numero uno dell’Arabia resta, al di là delle sue città più rappresentative, il grandissimo deserto che copre la maggior parte del suo territorio. Anche senza voler esplorare con una guida la parte più estrema (il famoso “empty quarter”, il quadrante sud-orientale del paese, dove non c’è nulla a parte le dune del Rub-al-Khali), un semplice bus che vi porti da Riyadh a Jeddah o viceversa, oltre a regalarvi lo squarcio altrimenti precluso sulla vita quotidiana dei sauditi, vi farà apprezzare quanto sia vario e sempre splendido il paesaggio: dai canyon di pietra dell’altopiano alle propaggini montuose che circondano la città santa della Mecca (vietata ai non musulmani), dalle pianure di pochi arbusti solcate dai dromedari neri e da quelli bianchi sino alle distese rosse di sabbia mosse dal vento. Se potete, noleggiatevi un’auto (la benzina costa 50 centesimi) e dedicatevi a esplorare tante altre mete accattivanti: le rovine imponenti della Petra d’Arabia a Hegra, i fondali incontaminati di Yanbu, le curve spettacolari della strada che sale a Taif, la funivia che passa una valle sorprendentemente verde ai 2000 metri di Abha, l’ex capitale dell’Asir nel sud. Dieci giorni senza alcol, in fin dei conti, non possono che farvi bene…

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LORENZO ZUCCHI

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Lorenzo Zucchi
Laureato in statistica, milanese d’adozione da 16 anni. Grande appassionato di viaggi, fotografia minimalista, architettura e urbanistica. Sognatore estremo, coltiva l’idea di una federazione mondiale di Città Stato. Obiettivo nascosto: svecchiare la società dai suoi tanti risvolti retrogradi. Citazione preferita: la vita reale è per chi non sa fare di meglio.