Perché “lo STORTO” si CHIAMA COSÌ?

Scopriamo il motivo di questo soprannome

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I milanesi sono soliti dare un vezzeggiativo o un soprannome alle icone, alle statue e ai grattacieli della città. Nemmeno il secondo grattacielo di Citylife si è potuto sottrarre a questo destino. Scopriamo il motivo per cui la scelta è ricaduta sul soprannome “lo Storto”.

Perché “lo STORTO” si CHIAMA COSÌ?

# Il grattacielo di Zaha Hadid, per tutti lo “Storto”

Credits Andrea Cherchi – Lo Storto

Il secondo grattacielo realizzato a Citylife, ad opera della compianta archistar irachena Arata Isozaki, svetta da qualche anno nello skyline cittadino. Insieme al Dritto casa di Allianz e al Curvo che ospita Pwc, ultimo in ordine di tempo ad essere inaugurato, fa da cornice alla piazza Tre Torri. “Lo Storto”, forse il più amato dai milanesi, è il soprannome con cui è conosciuto da tutti. Vediamo perché.

# Perché ha questo soprannome

Credits pietmassuger – Lo Storto

Alto 177 metri per 44 piani il grattacielo sede di Generali si innalza sul cielo di Milano facendo una torsione che trascina con se le due linee portanti, visibili anche a grande distanza. Proprio questo sviluppo verticale con un dinamico movimento di torsione, che viene attenuata sempre più con l’aumentare dell’altezza e che porta il nome della sua creatrice, è il motivo del soprannome “lo Storto”.

Credits whatpollysees IG – Lo Storto

Arata Isozaki ha progettato la torre nel quartiere dell’ex fiera in questo modo per valorizzare la percezione e la vista che offre rispetto agli assi urbani. In base al lato dell’edificio che si osserva si può notare un grado di torsione più attenuato o più accentuato.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.