Le 7 espressioni ROMANE usate in tutta ITALIA con il loro SIGNIFICATO

Daje, pischello, Ndo cojo cojo: le 7 espressioni romane più conosciute in tutt'Italia e il loro significato

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Boldi si finge romano in Tifosi (1999). Credits: @romanzogiallorosso (INSTG)

Il dialetto romano è uno dei più famosi e più amati, dalle stagioni dei Cesaroni agli spettacoli di Enrico Brignano, ci sentiamo tutti un po’ romani quando sentiamo il loro modo di parlare.

Ci sono parole incomprensibili per praticamente tutte le persone al di fuori dei romani doc ma ce ne sono altre che ormai sono entrate nella nostra vita.

Vediamo le 7 espressioni romane più conosciute in tutt’Italia e il loro significato.

Le 7 espressioni ROMANE usate in tutta ITALIA con il loro SIGNIFICATO

#1 Daje

Al giorno d’oggi viene utilizzato per dire “dai su, forza!”. 

Proviene dal verbo dare ma ha così tanti significati da essere degna dei verbi in latino con la loro declinazione. A volte per esempio si lega a prefissi e suffissi per assumere altri significati come nel caso di ed-daje o aridaje.

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Quando la nostra amica deve di nuovo fermarsi per andare in bagno mentre siamo in gita, quale espressione usare se non “Ari-daje”?

In tutte le sue connotazione ha soprattutto una sfumatura esortativa.

Può anche essere usato per tagliare corto un discorso dicendo “daje daje“,in modo da far capire all’altra persona che vogliamo concludere velocemente.

#2 T’accolli

Cosa vuol dire “essere un accollo”? Quando a Roma una persona viene definita così, si sta descrivendo la sua parte più fastidiosa e assillante: un uomo o una donna “che s’accollano” si attaccano all’altra persona, sono insistenti e non la mollano più.

Ormai questa parola è entrata nello slang giovanile italiano ma qual era il suo significato originale?

La parola accollo vuol dire in origine “carico che grava sul collo delle bestie o sul davanti di un veicolo a due ruote”; questo significato può però variare a seconda dell’ambito in cui stiamo parlando. In architettura per esempio, fa riferimento alla “parte di una costruzione che sporge in fuori”.

#3 ‘Na cifra

Questo termine vuol dire tantissimo in riferimento ad una grande quantità ma si può usare anche per esprimere un parere positivo.

Ti stai divertendo? “‘Na cifra!”

#4 Pischello

Credit: Anteprima24.it

Il dialetto romano, come tanti altri dialetti, ha dedicato una parola per i ragazzini di strada.

Nella vita quotidiana ci riferiamo al “pischello” per indicare i bambini ma si può anche usare per indicare un “ladro” o un “furbo”, un termine che si avvicina alla parola “birbante”.

#5 Mangiare a sbafo

Credit: fashionaut.it

“Mangiare a sbafo” deriva dal verbo sbafare e significa mangiare a spese di altre persone e quindi gratuitamente. 

Tutti abbiamo avuto almeno una volta una persona che è venuta a sbafo a casa nostra solo per poter “scroccare” qualcosa da mangiare.

#6 Famo alla romana

Credit: buonricordo.com

Quando mi sono trasferita in Germania ho dovuto fare i conti con una dura realtà: i tedeschi non dividono alla romana.

Prima di quel momento non mi ero mai posta il problema di come pagare al ristorante, sono cresciuta con l’idea che la somma debba essere divisa in parti uguali, siano gli amici al tavolo 2 o 23.

Ed è proprio questo che si intende con “fare alla romana”: dividere in parte eguali tra tutti i presenti la spesa da sostenere al ristorante.

Che sia sicuramente più scomodo di pagare ognuno in un conto separato, è sempre stato parte della convivialità tradizionale italiana.

#7 Ndo cojo cojo

Letteralmente significa “dove prendo prendo” e viene spesso utilizzato per descrivere quelle situazioni in cui si va avanti senza una meta precisa e per questo si prenderà ciò che viene.

Sicuramente ci sono moltissime parole del dialetto che per i non romani sarebbero impossibili da comprendere ma è bello sapere di poter comprendere e utilizzarne qualcuna.

La prossima volta che andate al ristorante a Roma potrete dire: “Questo pranzo mi è piaciuto na cifra, daje famo alla romana!”

Fonti: romatoday.it

Continua la lettura con: 10 PAROLE del DIALETTO MILANESE intraducibili in ITALIANO

ARIANNA BOTTINI

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Arianna Bottini
Classe 1998, mi sto laureando in Scienze psicosociali della comunicazione. Sono alla ricerca del mio posto nel mondo; nel frattempo viaggio, leggo, cucino e compro piante.